Gesso, plastica e ceramica prendono vita nelle grandi sculture di Giacinto Cerone, esposte in mostra a Faenza, nella Chiesa di San Giuseppe e a Palazzo delle Esposizioni. La mostra, suddivisa in insiemi scultorei, rappresenta, oltre che un evento culturale di estrema importanza, il momento riassuntivo dell'opera di questo giovane, ma gia' affermato artista.
Gesso, plastica e ceramica prendono vita nelle grandi sculture di Giacinto Cerone, esposte in mostra a Faenza, nella Chiesa di San Giuseppe e a Palazzo
delle Esposizioni.
Dopo i successi londinesi ed europei, due importanti sedi, la chiesa
ottocentesca di San Giuseppe a Faenza con l'attiguo Palazzo delle Esposizioni,
ospiteranno, rispettivamente, le grandi sculture verticali in gesso e plastica
ed un gruppo di sculture orizzontali in gesso e ceramica, opere recenti
dell'artista romano.
La mostra, suddivisa in insiemi scultorei, rappresenta, oltre che un evento
culturale di estrema importanza, il momento riassuntivo dell'opera di questo
giovane, ma già affermato artista.
La ricerca formale e plastica di Cerone, da tempo incentrata sulla rivisitazione
in chiave naturalistica del gesto, premuto, graffiato, circolare, inteso come
transfert che porta lo scultore stesso a riscoprire la propria componente
energetica e spirituale, diventa, simbolicamente, la testimonianza di come
l'uomo riesca ancora a porre la ricerca del "bello conoscitivo" innanzi al vuoto
esistenziale e di identità che sta segnando questo nostro transito epocale, così
da esorcizzare, tramite il riappropriarsi delle formule originarie del fare in
arte, quell'ansia che attanaglia l'artista contemporaneo, cioè quel timore che
il "creare" non possa più dare risposte di vita o stupori trainanti il sociale.
A questi due assoluti espressivi Cerone si rivolge per mezzo delle sue terre
smaltate in rosso, giallo, platino. Egli in tale modo, si investe del compito di
memoria di antichi valori e di stimolo reagente nei confronti di un
neo-nichilismo in continua avanzata; di un imbarbarimento che nell'oggi assume
le forme dell'effimero, del consumistico e del mercificato.
Questa resistenza creativa e vitalistica di Giacinto Cerone contro la caduta del
cosiddetto "primato dell'arte e della poesia" si avvale della complicità del
sapere datogli dal rapporto sensitivo o sensista con i materiali da lui usati,
dalla grande capacità tecnica che caratterizza il suo lavoro, dalle proficue
influenze letterarie che in lui si agitano o da lui cullate, nonché dal rispetto
che Cerone rivolge all' "artigianale".
Da ciò la scelta di agire a fianco di poeti come Patrizia Cavalli o Gian Ruggero
Manzoni o altri dell'avanguardia letteraria e di editori e galleristi come
Corraini di Mantova oppure Oddi Baglioni di Roma ed il londinese David Gill.
Quindi la sua venuta in Romagna, con la realizzazione di opere alla bottega
Gatti di Faenza.
Questa importante ed esaustiva rassegna propone Cerone come uomo della
tradizione rivisitata, artista del Novecento impegnato a sostenere con forza il
"racconto dell'uomo" e l'idealità che porta l'individuo a fondersi con i propri
simili e con la natura, anche sfruttando, volutamente, voli artificiosi o
allegorie neo-barocche.
Quanto viene proposto in mostra tende a definire la scultura come liberazione di
se stessa, come evocazione della sua immagine, annullamento della forma, in una
sorta di tautologia tra Amore e Morte. L'installazione dei vari gruppi scultorei
tende a dispiegare il continuo snodarsi e annodarsi di immagini consuete prive
però di citazione: il paesaggio scultoreo senza figure; la natura morta di fiumi
prosciugati, senza cioè l'essenza del fiume stesso. In sintesi una autoritratto
della scultura stessa.
A corredo delle opere saranno proiettati in mostra anche alcuni video girati con
l'artista che sono opere essi stessi.
Il prezioso catalogo conterrà testi di Raffaele Gavarro, Daniela Lancioni e Gian
Ruggero Manzoni, nonché numerosi interventi poetici.
Giacinto Cerone, Faenza, Chiesa di san Giuseppe e Palazzo delle Esposizioni,
Corso Mazzini 92.
Orario: 10 - 12/ 16 - 19. Lunedì chiuso. Ingresso gratuito.
Mostra organizzata da Circolo degli Artisti di Faenza.
A cura di Raffaele Gavarro. Catalogo I Quaderni del Circolo degli Artisti. In
mostra lire 25.000.
Informazioni: tel. 056.661604
Ufficio Stampa: Studio Esseci - Sergio Campagnolo tel. 049.663499 fax 049.655098
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