In mostra 20 fotografie dal 1959 al 1969 per documentare la collaborazione tra Secchiaroli e Federico Fellini durante le riprese dei film del regista.
Mostra fotografica
In mostra 20 fotografie dal 1959 al 1969 per documentare la collaborazione tra Secchiaroli e Federico Fellini durante le riprese dei film del regista.
E’ proprio con Fellini che Secchiaroli inizia l’attivita' regolare di
fotoreporter di set. Nelle immagini delle riprese di 8 e o non si
limita a documentare la vita del back stage, coglie l’atmosfera nella
quale Fellini e' al centro del formarsi delle inquadrature e dell’anima
del film. Il reportage di Secchiaroli ha uno svolgimento autonomo
rispetto al film, diventando un racconto parallelo a quello di Fellini.
Nelle fotografie si coglie l’atmosfera di divertimento, serenita' e
amicizia che il regista era riuscito a trasmettere all’intera troupe,
sia attori che tecnici, ripresi a volte con ironia e dissacrazione.
Traspare la complicita' tra Marcello Mastroianni, al suo secondo film
felliniano, e il regista.
Per realizzare queste fotografie Tazio Secchiaroli decise, per rimanere
fedele ai bianchi abbaglianti e ai neri profondi, che sono le
caratteristiche di 8 e o, di usare la stessa pellicola cinematografica
scelta da Fellini.
La collaborazione tra il regista e il fotografo e' stata determinante
per Secchiaroli nell’affinamento dei mezzi espressivi della sua
fotografia. E' proprio con Fellini che Secchiaroli impara il valore
della luce: “Un giorno-racconta Secchiaroli - il regista stava facendo
dei provini alle attrici. Ad un certo punto nel suo ampio e consueto
gesticolare, alzo' le mani in una posa ieratica. Proprio mentre gli
scattavo una foto in quella posizione, dietro di lui si accese un
riflettore che mi “entro'" nell’obbiettivo. Pensando di aver rovinato la
foto ne scattai subito un’altra. La prima non la stampai neppure. Ma
Fellini mi chiese di mostrargli i contatti e decise che anche quella
foto cosi' impressionata doveva essere stampata. Provai: c’era una serie
di raggi che gli uscivano dalle dita e dalla testa, sembrava quasi una
divinita', da quel giorno ho capito cos’era la luce. Da Fellini ho anche
imparato il gusto dell’inquadratura, della sintesi. Era lui che mi
riquadrava i fotogrammi togliendo il superfluo".
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Orari: Dal martedi' al sabato 10-14 e 15.30-19.30 chiuso lunedi' mattina