"Santa Alchimia" e' una stanza privata pensata da Alessandro Guerriero in occasione dei 30 anni dello Studio. Ricoperta da una griglia caleidoscopica a maglie rettangolari colorate, la stanza conterra' una serie di oggetti di design famosi, come il divano "Kandissi" di Mendini, la lampada "Ollo" di Guerriero e il tavolo del "Mobile Infinito", oltre ad una serie di disegni, arazzi e altri elementi d'arredo.
Mostra in occasione del trentennale
A cura di Marco Scotini
Sono sufficienti trenta anni e quello che all’inizio doveva rappresentare la de-sacralizzazione dell’oggetto moderno - e dell’idea di progetto ad esso collegato - finisce per consacrarsi definitivamente.
Con la fondazione dello studio Alchimia in Foro Bonaparte a Milano nel 1976 nasce l’oggetto post-moderno che, sotto il connubio di arte/design e nonostante le diverse declinazioni, ancora oggi non finisce di essere convalidato, applaudito, mainstream appunto. Ironica allora l’espressione “Santa Alchimia" ma appropriata.
A fondare lo Studio Alchimia trenta anni fa era stato Alessandro Guerriero con la collaborazione, tra gli altri, di Alessandro Mendini, Andrea Branzi, Ettore Sottsass, Franco Raggi, Lapo Binazzi (Ufo) e Michele De Lucchi. Ma, piattaforma per aggregazioni fluide e a molteplici concatenamenti, Alchimia doveva subito incorporare anche protagonisti della Transavanguardia come Enzo Cucchi, Mimmo Paladino, Sandro Chia, oltre a protagonisti della scena teatrale come i Magazzini Criminali e soggetti di altre discipline.
Al di la' della riproposta dell’artigianato e del superamento disciplinare, l’obiettivo troppo noto di Alchimia era quello di proporre un design banale, un design make-up, un’architettura tender e innamorata, un oggetto cerimoniale e totemico ma soprattutto la crisi definitiva del progetto che veniva sostituito da un disegno integrale come versione soft del piano tecnico di elaborazione o produzione propria del moderno. “Esistere senza progettare" e' uno degli slogan dei manifesti del gruppo. Ma e' anche una sorta di pratica attiva per Alessandro Guerriero che, negli anni, fonda diverse istituzioni per la didattica e la formazione come Domus Academy, Futurarium ed e' autore o coautore, oltre che di numerosi oggetti di design, dei progetti della Torre Civica di Ghibellina e del Museo della Citta' di Groningen.
“Santa Alchimia" e' ora un interno domestico o una stanza privata pensata da Alessandro Guerriero per lo spazio espositivo NABASITE in occasione dei trenta anni dello Studio e che aprira' al pubblico lunedi' 27 novembre. Ricoperta da una griglia caleidoscopica a maglie rettangolari colorate, la stanza conterra' una serie di oggetti di design famosi come il divano “Kandissi" di Mendini del 1979, la lampada “Ollo" del 1988 di Guerriero e il tavolo del “Mobile Infinito" del 1981 quale vero e proprio cadavre exquis del gruppo Alchimia, oltre ad una serie di disegni, arazzi e altri elementi d’arredo. Il pubblico potra' usare la stanza come spazio di comunicazione e ricreazione, consultando riviste e ascoltando pezzi sonori prodotti dallo studio Alchimia.
Ora che diversi e contrastanti approcci al design si stanno nuovamente sviluppando, l’occasione della mostra “Santa Alchimia" non vuole essere solo celebrativa. Ma invita al confronto, dentro lo sviluppo del mercato globale, su uno dei precedenti che hanno visto l’oggetto di produzione come un insieme di relazioni sociali, di informazioni, di forme di comunicazione e di componenti linguistiche, al di la' dei giudizi sul design post-moderno in generale.
Nuova Accademia di Belle Arti - NABA
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