Spiaggia del Grand Hotel
Rimini

Michelangelo Pistoletto
dal 16/12/2006 al 17/2/2007
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Michelangelo Pistoletto



 
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16/12/2006

Michelangelo Pistoletto

Spiaggia del Grand Hotel, Rimini

L'artista presenta Amare, un'opera site-specific, concepita in funzione dello spazio in cui e' installata: l'arenile, luogo allo stesso tempo suggestivo e cruciale per la vita culturale ed economica della citta'. In prossimita' della battigia e' collocata una grande lastra specchiante, lunga circa 20 metri, rivolta verso la citta' che in essa puo' specchiarsi, riflettersi, misurarsi, trovarsi.


comunicato stampa

Amare
Installazione tra terra e acqua

L’iniziativa “Rimini, il mare d'inverno" promossa da CNA.COM, ospita quest’anno il lavoro di Michelangelo Pistoletto, una tra le personalita' artistiche piu' interessanti del panorama internazionale.

Il progetto - curato da Bruno Cora' e coordinato da Giovanni Tiboni, direttore della Galleria Fabjbasaglia di Rimini - vuole far si' che Rimini, conosciuta soprattutto per la sua vocazione turistica, possa essere meta anche di un turismo culturale, diventando cosi' un luogo d’incontro, una sorta di agora' culturale, dove possa essere stimolante andare anche in periodi non estivi.

Michelangelo Pistoletto a Rimini presentera' per la prima volta Amare, un’installazione site-specific concepita cioe' in funzione dello spazio in cui sara' installata per alcuni mesi: l’arenile, luogo allo stesso tempo suggestivo e cruciale per la vita culturale ed economica della citta'.

In prossimita' della battigia sara' collocata una grande lastra specchiante, lunga circa venti metri ed alta circa quattro, rivolta verso la citta', ovvero verso l'umanita' che in essa potra' specchiarsi, riflettersi, misurarsi, trovarsi. Avra' cosi' origine una situazione enigmatica e mimetica di interscambio in cui lo spettatore si trovera' ad abitare non la citta', ma la sua immagine riflessa che si staglia contro lo sfondo di un mare il cui continuo divenire e' ripercorso dall’intervento lineare e sintetico che incide la superficie metallica; quella linea sinuosa che percorre, delimita e intercetta l’immagine virtuale, mentre solo le lettere componenti la parola amare riescono emblematicamente a segnare con estrema forza il confine tra la vita reale e la vita riflessa.

Citando l’artista: "Lo specchio e' il modo per riconoscere la propria identita', per riconoscere se stessi."

L’opera Amare e' l’emblema di un manifesto artistico e culturale in senso antropologico in cui Pistoletto, attraverso l’unione di parti diverse, di cui e' pur costituito questo lavoro, ricompone un’unita' che esalta la nozione di differenza nelle sue molteplici accezioni. Verbo piu' volte usato negli slogan e nelle attivita' della Cittadellarte negli ultimi anni, “amare" non e' solo distintivo dell’atto piu' intenso dell’affettivita' umana ma, se letto scandendo le sillabe, il termine “a-mare" assume valore topologico e invita al luogo caratteristico per antonomasia della citta': la sua spiaggia, le sue rive, il grande paesaggio marino. Il vasto puzzle specchiante, peraltro, rivolto com’e' verso la citta', ne riflette gli edifici, il lungomare, l’albergo stesso di fronte a cui e' posto e, nell’insieme, la vita che ininterrottamente in una dinamica piena di episodi individuali e collettivi vi si svolge, d’ora in ora.

Michelangelo Pistoletto

Breve scheda biografica

Nato a Biella nel 1933, Pistoletto si impone nel panorama artistico internazionale gia' dagli anni Sessanta, quando figura tra gli esponenti di Arte Povera (tendenza cosi' denominata da Germano Celant nel 1967 in occasione della mostra omonima da lui organizzata alla Galleria La Bertesca di Genova, ispirandosi al “teatro povero" di Grotowski) assieme a Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario e Marisa Merz, Giulio Paolini, Giuseppe Penone e Gilberto Zorio.

Il suo segno distintivo e' la superficie metallica specchiante, che utilizza a partire dal 1961 quando, in maggio, espone presso la Promotrice di Belle Arti di Torino il lavoro Uomo in camicia (Il Presente), parte di una serie di autoritratti in cui la figura umana a grandezza naturale si staglia su un fondo nero, realizzato con vernice ad acrilico coprente e lucidissima, che lo rende riflettente. Negli anni successivi mette a punto la tecnica dei “quadri specchianti": su una lamina di acciaio inox lucidata a specchio applica fotografie a grandezza naturale, raffiguranti persone e oggetti. Nelle superfici lo spettatore occasionale e' proiettato all’interno dell’opera tramite lo specchio, che assume in tal modo la valenza di “fissativo dell’immagine intesa nella sua labilita' e relativita' spazio-temporale" (Calvesi, 1966). L’immagine statica si confonde cosi' con l’immagine reale riflessa, creando interazione osmotica tra reale e virtuale da un lato e spiazzamento dall’altro, “in una sorta di trompe-l’oeil con qualche implicazione surreale" (Lara Vinca Masini, 1992), basti pensare alle opere Uomo nudo di schiena (1962-87) o Self-portrait with Soutka (1967).

L’assemblaggio di materiali poveri e oggetti di recupero (Orchestra di stracci, La Venere degli stracci, 1969; Palla di giornali, 1968), l’happening e la pratica performativa arricchiscono la poetica del Maestro biellese: fondamentali al riguardo appaiono l’esperienza teatrale del gruppo multidisciplinare Zoo, condotta dalla fine degli anni Sessanta ed incentrata sulla tematica comportamentale, e la collaborazione con gli altri artisti di area Pop, come ad esempio Ugo Nespolo, che nella pellicola d’artista Buongiorno Michelangelo (1968-69, 16mm, col. e b/n, 18') insegue Pistoletto che attraversa con un'enorme palla di cartone le vie del centro di Torino, “sottraendo gli spazi urbani all'abituale funzionalita' e piegandoli al gioco anche assurdo e alla liberta' dell'invenzione" (Paolo Bertetto, 1991).

Una sequenza di creazioni significative - dai “plexiglas" (1964) agli “Oggetti in meno" (1965-66), dalla “divisione e moltiplicazione dello specchio" (1978) alle Sculture (1981) e fino al Segno arte (1996) - nonche' alla istituzione della Cittadellarte (1996) hanno consentito a Pistoletto di compiere un’esperienza unica nella storia artistica del XX secolo: divenire da artista anche il promotore di un’ampia iniziativa in cui l’arte e' al centro di una grande molteplicita' di interessi culturali riguardanti l’economia, la politica, la religione, la comunicazione, l’ambientazione, la produzione, lo studio, in una parola il sociale odierno.

Pistoletto vanta al suo attivo numerose mostre personali e partecipazioni ad esposizioni collettive (Galleria Sonnabend, Parigi, 1963; Galleria Sperone, Torino, 1964; Biennale di Venezia, 1968; Biennale di San Paolo, 1968; Galleria Stein, Torino, 1975; Galleria Ala, Milano, 1976; Salvatore Ala Gallery, New York, 1981; Documenta, Kassel, 1992; solo per citarne alcune).

Dal 1991 al 1999 e' professore all’Accademia di Belle Arti di Vienna e nel contempo avvia a Biella il centro multiculturale e plurisettoriale Cittadellarte-Fondazione Pistoletto, la cui attivita' consiste nell’intervento creativo progettuale indirizzato all’innovazione e alla trasformazione nei diversi campi del tessuto sociale; all’interno della Fondazione, nel 1999, istituisce UNIDEE-Universita' delle Idee, laboratorio internazionale indirizzato ad una trasformazione sociale responsabile, nel quale l’arte interagisce con le altre discipline: umanistiche, scientifiche, politiche ed economiche. Nel 2001 e' nominato Direttore Artistico della Biennale Internazionale Arte Giovane, Torino 2002. Nel 2002 riceve dalla Presidenza della Repubblica il Diploma di Benemerito della Cultura e dell’Arte; nel 2003 e' insignito del Leone d’Oro alla carriera alla 50' Biennale di Venezia, e lo stesso anno gli viene conferita la Laurea Honoris Causa in Scienze Politiche, all’Universita' di Torino.

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Rimini, il mare d’inverno
eventi offerti alla citta' ed ai suoi ospiti da Cna.Com

Inaugurazione domenica 17 dicembre, ore 15.30

spiaggia del Grand Hotel di Rimini
orario continuato
ingresso libero

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Michelangelo Pistoletto
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