Dryphoto Arte Contemporanea
Prato
via Pugliesi, 23
0574 444508 FAX 0574 444508
WEB
Volonta' antropiche
dal 1/6/2001 al 13/7/2001
0574 604939 FAX 0574 444508
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Segnalato da

Sofia Boffardi




 
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1/6/2001

Volonta' antropiche

Dryphoto Arte Contemporanea, Prato

Fotografie di Andrea Abati, Istvan Balogh, Paolo Bernabini, Sakiko Nomura, Thomas Ruff e Francesca Woodman. E' stato scelto "Volonta' antropiche" come titolo dell'evento espositivo per sottolineare il valore che la figura umana ha assunto nel tempo nell'opera dei singoli artisti. Come medium di riproduzione, la fotografia si e' imposta all'attenzione degli esperti d'arte per il suo essere per antonomasia un mezzo impersonale e fedele alla realta'. Ciononostante, ogni artista interpreta secondo la propria sensibilita' sia l'uso del mezzo fotografico che il modello individuato per la sua ricerca concettuale. In questo caso, abbiamo individuato nel corpo umano un tema privilegiato dai singoli artisti in mostra.


comunicato stampa

Fotografie di Andrea Abati, Istvan Balogh, Paolo Bernabini, Sakiko Nomura, Thomas Ruff e Francesca Woodman

Nella mostra collettiva "Volontà antropiche" verranno esposte opere selezionate dalla produzione fotografica di Andrea Abati, Istvan Balogh, Paolo Bernabini, Sakiko Nomura, Thomas Ruff e Francesca Woodman.
E' stato scelto "Volontà antropiche" come titolo dell'evento espositivo per sottolineare il valore che la figura umana ha assunto nel tempo nell'opera dei singoli artisti. Come medium di riproduzione, la fotografia si è imposta all'attenzione degli esperti d'arte per il suo essere per antonomasia un mezzo impersonale e fedele alla realtà. Ciononostante, ogni artista interpreta secondo la propria sensibilità sia l'uso del mezzo fotografico che il modello individuato per la sua ricerca concettuale. In questo caso, abbiamo individuato nel corpo umano un tema privilegiato dai singoli artisti in mostra. Essi, pur seguendo percorsi diversi hanno scelto, almeno una volta durante la loro attività artistica, di confrontarsi con la figura umana; per alcuni, come Thomas Ruff e Francesca Woodman, la riflessione sul corpo è stata il punto di partenza per la loro ricerca, per altri, come Sakiko Nomura, Istvan Balogh e Paolo Bernabini un punto di arrivo e per altri ancora come Andrea Abati parentesi importanti che sono servite a rafforzare l'indirizzo iconografico scelto per il proprio lavoro.
Andrea Abati è generalmente conosciuto per le serie fotografiche sul mare e sugli edifici dismessi della città di Prato. Lo scorso anno ha realizzato un ciclo di fotografie che investigano il corpo umano nudo. Le immagini selezionate per questa collettiva sono caratterizzate dalla stessa raffinatezza cromatica che contraddistingue le altre sue opere. Egli in effetti analizza il corpo con lo stesso approccio metodologico utilizzato per la riflessione sulla città: pone in risalto alcuni particolari del corpo, così come per la città si soffermava solo su alcuni elementi degli edifici. Abati predilige colori acidi, pungenti e in contrasto tra loro. Per i suoi nudi egli ricrea in studio colori non naturali, che rimandano al cromatismo artificiale delle luci cittadine, proprio delle sue foto del mare e della città.
Istvan Balogh, fotografo svizzero nato a Berna nel 1962, pone in continuo rapporto dialettico la figura umana e il paesaggio naturale o urbano.
Nelle sue staged - photographies, cifra stilistica che contraddistingue la serie "The Iron Age", l'artista progetta o sceglie ambientazioni in cui ogni elemento dialoga con il personaggio ritratto. Ciò che caratterizza il lavoro di Balogh è proprio la volontà di spingere lo spettatore a non fermarsi a una visione frettolosa delle sue foto: solo attraverso un'osservazione attenta è possibile cogliere il messaggio che si cela dietro ogni immagine. In mostra sarà presente anche un'opera che appartiene alla serie "In the meantime", nella quale prevale l'istintività alla preparazione maniacale dell'immagine. La foto che ritrae una signora a spasso con il suo cagnolino nasce dall'indagine della realtà, anche se il soggetto sembra essersi messo in posa per l'occasione.

Pur nascendo come fotografo di paesaggio, Paolo Bernabini ha evoluto negli ultimi anni il suo linguaggio artistico inserendo le figure umane nei contesti naturalistici.
Per la prima volta nella serie realizzata a Mirabilandia nel 1999, egli riflette su un contesto non prettamente paesaggistico. Analizza attraverso il mezzo fotografico sia il comportamento sociale di coloro che si recano nel parco giochi che i luoghi stessi del divertimento.
A esemplificare la sua indagine, in mostra ci sarà l'immagine della giostra in movimento, in cui Bernabini riesce a catturare e a armonizzare la silhouette dei personaggi e il dinamismo del carosello.
Sakiko Nomura, artista giapponese nata nel 1967, espone una serie di fotografie che ritraggono giovani uomini colti in momenti di pensosa intimità. Realizzate in ombrati e asettici interni d'albergo giapponesi, le immagini ci offrono la possibilità di entrare in contatto con figure che non appaiono affatto disturbate dalla presenza della macchina fotografica. I giovani giapponesi ritratti nudi dialogano silenziosamente sia con la segreta realtà del proprio mondo che con quella della fotografia. L'artista registra l'atmosfera e gli stati d'animo dei suoi soggetti senza intervenire né sulla loro sfera personale e né sullo spazio. Dall'osservazione delle sue opere si avverte in effetti la sensazione di assistere ad un momento d'intimità rubato ma non violato dallo scatto fotografico. Sakiko Nomura si mostra così capace di far emergere in modo penetrante ma delicato la poesia e l'atmosfera delle figure e dei luoghi che le ospitano.
Il corpo nudo è una componente essenziale ma non invasiva della scena fotografata: l'osservatore rimane affascinato dall'atmosfera ovattata, dai giochi di luce e ombra, dai segni del quotidiano lasciati in vista come emblemi del vissuto.
Thomas Ruff, artista tedesco formatosi secondo i dettami della scuola di Hilla e Bernd Becher, ha scelto il ritratto come tema della sua indagine artistica. Dopo una serie di interni, egli ha iniziato nel 1984 la serie di ritratti fotografici. Nelle foto in mostra, realizzate negli anni Ottanta, sono raffigurati allievi dell'Accademia di Düsseldorf o conoscenti che hanno accettato di essere fotografati. Dopo aver sperimentato i profili, i semi-profili e l'utilizzo di fondali colorati, Ruff trova la dimensione più congeniale per la sua idea di ritratto. Egli immortala le figure a mezzo busto, in una posizione frontale, con gli occhi fissi nell'obbiettivo fotografico. Alle loro spalle, pone un fondale monocromo e asettico. La figura umana è quindi protagonista assoluta: l'artista ha volutamente omesso qualsiasi riferimento spaziale che potesse distogliere l'attenzione dello spettatore. L'uniformità formale della serie è negata dai tratti particolari di ogni individuo. Dall'espressione dei volti emerge una calma concentrata e un rapporto di fiducia verso la macchina fotografica.
Francesca Woodman ha scelto la fotografia come mezzo di ricerca interiore e di indagine del mondo esterno. Nelle fotografie realizzate con l'autoscatto, l'artista americana prematuramente scomparsa, ritrae se stessa nel tentativo di creare un dialogo con lo spazio circostante. Il suo è al contempo un apparire e uno scomparire dall'obbiettivo fotografico, come è evidente nell'immagine in cui, appoggiata alla parete, cela parzialmente il proprio corpo con dei fogli di carta da parati.
Le immagini in mostra, realizzate nel 1976 in un appartamento semivuoto dove risiedeva a Providence, sono emblematiche del suo percorso artistico e personale. Sebbene realizzate quando aveva solo diciotto anni, già presentano quell'attitudine all'introspezione e alla ricerca della propria dimensione attraverso un'indagine onesta e sincera sul proprio corpo e sul proprio sé.

Immagine: Andrea Abati, Carne, 2000, c-print, 15 x 30 c

Inaugurazione sabato 2 giugno 2001, ore 18

Orario d'apertura: dal mercoledì al venerdì, ore 17 - 20
Chiuso festivi - altri orari su appuntamento

Dryphoto arte contemporanea, Via Pugliesi 23, I-59100 Prato, Tel. +39 0574 604939 Fax +39 0574 444508

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