Inaugurazione sabato 2 giugno al Castello di Lupinari. L'evento organizzato dalla Capricorno Gallery e' curato da Antonina Zaru. L'esposizione presenta quindici tele dell'artista canadese e la suggestiva installazione fotografica "Seeing".
La splendida residenza aretina ospita una straordinaria personale dell'artista canadese
L'evento
Sabato 2 giugno sarà inaugurata al Castello di Lupinari una straordinaria mostra di Cerj Lalonde.
L'evento organizzato dalla Capricorno Gallery è curato da Antonina Zaru.
L'esposizione presenta quindici tele dell'artista canadese e la suggestiva installazione fotografica "Seeing".
Il castello dell'arte
Immerso tra le colline tra Siena ed Arezzo, pregne dell'armonia di una natura sontuosa e delle mille suggestioni culturali (l'eterea presenza di Pietro della Francesca, la baldanza cromatica di Simone Martini, qui le ritrovi nell'aria), il Castello di Lupinari si appresta a diventare uno dei luoghi centrali delle arti visive in Europa.
"Con questa mostra - afferma la curatrice Antonina Zaru - inauguriamo anche uno spazio, quello della residenza aretina, che sarà completamente dedicato ai più importanti artisti visivi contemporanei.
Un luogo che, di volta in volta, sarà messo a disposizione degli artisti e dove potranno vivere e lavorare, per come crederanno opportuno, in uno spazio certamente emozionante.
Ci è sembrato fondamentale inaugurare con Cerj Lalonde perché la sua è una pittura eccezionale ma, a dispetto di uno straordinario successo nordamericano, come opera di promozione del suo lavoro, ancora molto si deve fare in Europa".
Antonina Zaru, direttrice della Capricorno Gallery (spazi espositivi a Capri e Washington) è reduce dall'organizzazione dell'ampia retrospettiva che il Palazzo Reale di Napoli ha dedicato al maestro spagnolo Gerardo Rueda. Ed, in effetti, Lalonde è accomunabile a Rueda proprio per l'uso di una tavolozza asciutta e per un forte concettualismo geometrico. "Sì - chiarisce Zaru - ma non è l'aspetto più importante. Lalonde è semplicemente un pittore sensibilissimo: ha un tratto elegante e un'intelligenza eccezionale. Motivi che giustificano ampiamente l'orgoglio con cui inauguriamo, attraverso il suo lavoro, questo spazio toscano".
L'artista
Cerj Lalonde è nato a Montreal, in Canada, nel 1954. Alla fine degli anni settanta, completa i suoi studi in antropologia e storia dell'arte presso le università di Montreal e del Quebec.
Sin dai suoi primi esperimenti nel campo delle arti visive, appaiano subito evidenti i debiti di Lalonde con artisti come Frank Stella, Mondrian e Kandinsky. Campi geometrici ed un uso asciutto del colore, al servizio di tele dalle forti connotazioni concettuali, ma cui non è aliena l'urgenza espressiva dell'action painting. Non è un caso che, a proposito del suo lavoro, lo stesso artista abbia rivelato: "Alcuni dei miei dipinti presentano una composizione formale molto forte ed ordinata affinché la sicurezza e la potenza dei limiti geometrici permettano completa libertà all'espressività della forma e del colore. E questa, più di ogni altra, è una capacità che la pittura, e solo la pittura riesce ad avere".
Infatti, Lalonde, sebbene attento sperimentatore, e che pure impiega una complessa partitura di media (splendide le installazioni multimediali degli anni ottanta, ad esempio, che citavano tanto il primitivismo alchemico di un Beuys quanto il "buco nero" dell'immagine elettronica di un Paik), resta soprattutto uno straordinario pittore. Non è ancora lui a rivendicare, con un aspro intervento sulle pagine del canadese Le Devoir, il disinteresse dei media nei confronti della pittura, a tutto vantaggio dell'arte "spettacolare", reclamando il ruolo fondamentale della ricerca sul colore proprio per le sue caratteristiche "uniche ed essenziali per lo sviluppo dell'umano e del suo essere nel mondo"?
Un intervento, questo, dove si faceva patente, tra l'altro, l'abitudine al linguaggio filosofico di Lalonde, intuizione, quella di far ascende il suo corpus artistico ad un forte impianto speculativo, che si deve giusto ai critici d'arte più attenti. Come a Joan Altabe, ad esempio, critico dell'Herald Tribune, che bene intuiva come il linguaggio artistico di Lalonde consista, sì sovente nell'essenzialità di poche linee, ma che le sue tele, attraverso una certa aria mistica che ricorda Rothko e Newman, reclamino soprattutto sempre uno sguardo "contemplativo".
Non è affatto un caso che una delle opere più concettuali ed esplicative di Lalonde sia proprio l'installazione fotografica "Seeing" in cui una stanza completamente buia (che afferisce alla camera oscura del laboratorio fotografico e trova anche la grazia di citare Man Ray), accoglie una miriade di occhi alle pareti. Come dire? Se l'arte va sempre osservata, non dobbiamo mai dimenticare che la vera arte nasce dall'azione congiunta dello spettatore e dell'opera stessa. Ed allora, Lalonde ci regala proprio un'opera complessa, che va sì guardata, ma che, soprattutto, "ci guarda."
L'installazione (ora in questa mostra al Castello di Lupinari), è stata ampiamente studiata grazie ad uno straordinario ciclo di incontri voluti dal professor Suzanne Leclair alla Concordia University di Montreal, la quale metteva subito in relazione l'interazione, in Lalonde, tra spazio e rappresentazione, trovando proprio in questa dialettica filosofica (vuoto e pieno, luce e buoi, vedere ed essere visti), le ragioni più profonde della sua arte.
Ma più di ogni altri, è stato Leo Rosshandler ad individuare nella ricerca dell'artista canadese, un sistema filosofico coerente che, proprio per questo, esige dallo spettatore un'attenzione di tipo speculativo. E, meraviglia dell'arte più grande, senza nessun artificio o chiusura intellettualistica, ma proprio attraverso tele di splendida fattura formale e di squisita e leggera cromia.
Ed allora, il critico Rosshandler, pur collegando la ricerca di Cerj nella tradizione che dall'avanguardia russa giunge fino all'astrazione postmoderna, indica un ruolo autonomo all'opera di Lalonde dove l'astrazione diventa collante tra lo sguardo profondo della psicologia ed il tono generale di intimità e misticità .
Le mostre
Cerj Lalonde vive e lavora a Miami, in Florida. Trasferitosi negli Usa nel 1980, l'artista ha raccolto, nel tempo, uno straordinario successo di critica e di mercato, che ne fanno, oggi, uno dei nomi più prestigiosi del panorama delle arti visive nordamericano. E' di questi ultimi anni una crescente attenzione per la sua opera anche in Europa.
Diverse le esposizioni, le performance e le installazioni cui ha lavorato in quest'ultimi vent'anni, tra le quali vanno di sicuro ricordate le numerose alla Reece Gallery di New York City, quella alla Highland Gallery di Atlanta (1986), la personale alla Deverson di Los Angeles ('90), la prestigiosa collettiva "Vision de faits et de gestes" a Montreal, la recente esposizione al Jacksonville Museum of Contemporary Art in Florida, e quella alla Adamar Fine Art, di Miami.
Le collezioni
Numerose opere di Cerj Lalonde fanno parte di alcune tra le più importanti collezioni pubbliche e private in tutto il mondo. Tra le tante acquisizioni ricordiamo quelle della American Express, Ibm Corporation degli Stati Uniti, Warthon business School di Philadelphia, e quelle della divisione canadese del colosso delle telecomunicazioni Bell.
Ma vanno mezionati anche i prestigiosi investimenti che su Lalonde hanno fatto la Xerox Canada, gli istituti di credito New York City Bank, Citybank, European American e la Dresner Bank. Diversi i musei che hanno in collezione l'artista tra i quali citiamo l'autorevole Musée du Bas-Siant-Lurent di Miami.
Inaugurazione sabato 2 giugno 2001 ore 17,00
Info
Capricorno Gallery
Tel. 081 8375008 - Cell. 335 6290690
info@capricorno-gallery.com
Castello di Lupinari
Bucine (Arezzo)
Tel. 055 992533