Maxxi installazioni. Si apre un ciclo di mostre che presentera' 5 opere delle collezioni del museo. Il primo appuntamento e' dedicato a "Gargoyle", una videoscultura in cui Ousler rielabora in versione contemporanea la gargolla medievale, che, nelle sue molteplici varianti dalle forme mostruose, palesava la spiritualita' visionaria di quel periodo.
Maxxi installazioni
Martedì 13 febbraio il Direttore della DARC Pio Baldi e il Direttore del MAXXI Arte Anna Mattirolo presentano, a Roma presso il Museo Andersen diretto da Elena Di Majo, il progetto espositivo MAXXI Installazioni: cinque diversi appuntamenti, lungo la durata di un intero anno, dedicati ognuno ad un’opera d’arte contemporanea delle collezioni del MAXXI, il Museo nazionale del XXI secolo. Il ciclo di mostre, a cura di Alessandra Barbuto, ha selezionato i lavori di cinque artisti contemporanei di fama internazionale - Tony Oursler, Bill Viola, Michelangelo Pistoletto, Charles Sandison, Maurizio Mochetti – dove l’installazione è linguaggio comune nella realizzazione dell’ opera.
Il primo appuntamento è dedicato a Tony Oursler (New York, 1957), figura di spicco della scena della videoarte internazionale. L’artista americano ha prestato particolare attenzione alla creazione di ambienti e ‘sculture parlanti’, proprio come Gargoyle, acquisita per le collezioni del MAXXI Arte nel 2003 insieme ad altre sue due importanti opere, Kepone Drum, del 1989 e Carousel del 2000.
Precedentemente pensata dall’artista come parte di una installazione più ampia - Krypt Kraft del 1989 – l’opera sottolinea uno degli aspetti più caratteristici dell’attività di Tony Oursler: la predilezione per i videoambienti e più precisamente per le videosculture. L’artista in Gargoyle rielabora in versione contemporanea la gargolla medievale (sistema di scarico dell’acqua piovana applicato sul cornicione di un edificio), che nelle sue molteplici varianti dalle forme mostruose palesava la spiritualità visionaria di quel periodo, realizzando con ferro, plastica e specchi frantumati una creatura parlante che contiene al centro una proiezione video (durata: 10’ 47’’).
Il “doccione” medievale, come viene chiamata la gargolla, viene reinterpretato nel senso e nella forma da Tony Oursler, che inverte la sua posizione spostandolo dall’esterno dell’edificio al suo interno. Anche la funzione dell’oggetto si trasforma: non serve più a tenere lontane presenze demoniache ma diventa portatore di un messaggio. Le opere di Oursler, dalla tecnologia apparentemente semplice, si rivelano molto più complesse di quello che sembrano, rivelando un molteplice intreccio di contenuti e messaggi sulla condizione dell’uomo contemporaneo e sul rapporto con il mondo dei media e della comunicazione in particolare.
Nel video compaiono le teste parlanti di due uomini “imprigionati” all’interno dell’opera, che rivolgendosi allo spettatore raccontano la loro vicenda di reclusi. Uno più giovane e spaventato racconta la sua vicenda da un punto di vista esperienziale, mentre l’altro, più anziano, sembra dare una descrizione della sua condizione e del gargoyle da un punto di vista meramente tecnico e scientifico.
Dopo Gargoyle di Tony Oursler, gli appuntamenti prevedono: Il vapore (1975) di Bill Viola, ad aprile; Quadro di fili elettrici - Tenda di lampadine (1967) di Michelangelo Pistoletto, in giugno; Collapse-Construct, recente lavoro di Charles Sandison (2005), a settembre; infine Sfera avional (1968) di Maurizio Mochetti, nel novembre 2007.
Con il ciclo MAXXI Installazioni, prende avvio un progetto pilota di documentazione, il DIC – Documentare Installazioni Complesse - che vede il MAXXI tra i promotori dell’iniziativa insieme all’istituzione milanese delle Civiche Raccolte d’Arte, con il fine di aderire all’INCCA - International Network for the Conservation of Contemporary Art. Il progetto DIC prevede il monitoraggio, attraverso approcci tecnici e teorici, di alcune opere per verificare se e come si possano stabilire dei comuni parametri che, rispettando l’autenticità dell’opera stessa, indaghino la sua eventuale riproducibilità e sostituibilità di alcuni componenti. La rassegna offre importanti materiali di studio per l’avvio del progetto DIC e, in vista della prossima apertura del Museo di via Guido Reni, ogni appuntamento rappresenterà una “prova tecnica” di allestimento e l’occasione per i visitatori di conoscere una selezionata panoramica di opere, in alcuni casi mai esposte al pubblico italiano. Il progetto è accompagnato da una pubblicazione dedicata a ciascuno degli artisti presenti, con immagini e testi di Alessandra Barbuto e Monia Trombetta.
Inaugurazione: 13 febbraio 2007
Museo Andersen
Via Pasquale Stanislao Mancini, 20 - Roma
Orario: tutti i giorni, escluso il lunedì, 9-19
Ingresso libero