Loprete dipinge in modo iperrealista, dilatando il quotidiano con taglio foto-giornalistico e con introspezione psicologica. Hassan e' influenzato dalle sue origini sud egiziane, e' cresciuto in una famiglia matriarcale nubiana, anche se vive in Italia dal 1979.
a cura di Gian Ruggero Manzoni con la presenza del critico Tania Giuga
Fathi Hassan (Akky) di origine Nubiana, (Egitto e Sudan), nasce a Il Cairo nel 1957, vive e lavora in Italia dal 1979. La famiglia originaria del sud dell’Egitto e precisamente di Toscka, città della regione nubiana pesantemente colpita dalle inondazioni del Nilo durante gli anni '60, è denominata fin dall’antico Egitto Kekhia, vanta tra gli ascendenti nobili guerrieri ed agricoltori divenuti capi-villagio. E’ cresciuto in una famiglia matriarcale, organizzazione domestica molto comune nella tradizione nubiana.
Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Napoli dove si è diplomato nel 1984.
Durante gli studi è entrato in contatto con il gruppo teatrale "Falso Movimento", maturando un’esperienza di attore e collaboratore nello spettacolo teatrale "Otello". Negli stessi anni, ha conosciuto alcuni intelletuali partenopei, tra cui Lucio Amelio, Filiberto Menna e Mario Martone, divenuti ben presto amici e sostenitori della sua arte.
Nel 1989 ha ottenuto dal Ministero della Cultura egiziano un importante riconoscimento per la sua attività artistica; infine, è stato chiamato a rappresentare l’Africa alla Biennale di Venezia "Aperto '88".
Mario Loprete, nasce a Catanzaro nel 1968, dove vive e lavora. Diplomato all'Accademia di Belle Arti Catanzaro. Impegnato in una espressione declinata dal contemporaneo, il neo-iperrealismo, che dilata microscopicamente il quotidiano. Presente in importanti collezioni pubbliche e private.
Loprete sceglie pose ed atteggiamenti meno convenzionali, ovvero quando si allontana dal taglio foto-giornalistico. A prima vista i suoi dipinti sono accostabili alla corrente iperrealista, ma ad un'analisi più accurata emerge una volontà diversa. L'iperrealista fotografa l'oggetto in modo minuzioso per congelare l'immagine, comunicare un senso di astrazione dalla realtà. Il suo messaggio è del tipo: "E' troppo vero per essere vero". I soggetti di Loprete, invece, sembrano pienamente calati nel quotidiano, nella dura realtà dei ghetti americani. La meticolosa cura del particolare non esclude una sottile introspezione psicologica, che esalta la forza d'animo, la tenacia, la volontà di riscatto dei neri americani.
Catalogo TEN in sede
Immagine: Mario Loprete, b-boy, olio su tela 80x80 2005
Inaugurazione 11 febbraio 2007, ore 18
Galleria Studio2
Via Nuova, 53 - Faenza
Aperto da martedì a venerdi 16 - 19:30 (lunedì chiuso), sabato 10 - 12,30 e 16 - 19:30