SantuarioMobile. Archivio Dipinto della Memoria: l'artista ha dipinto decine di tavolette su legno che riportano eventi della storia del 900 e che riprendono lo stile e la capacita' narrativa e simbolica degli ex voto.
SantuarioMobile
a cura di Riccardo Lisi
Dopo una breve pausa dovuta ai lavori di modifica degli spazi
espositivi de la fabbrica, a Losone – a sua volta conseguente alla
nuova gestione dell’esercizio pubblico presente al suo interno – il
centro culturale ospiterà da venerdì 23 febbraio, con vernissage alle
18, l’esposizione Santuario Mobile, progetto dell’artista italiano
Franco Biagioni avente come sottotitolo Archivio Dipinto della
Memoria.
Il progetto Santuario Mobile nasce dai molteplici interessi
culturali e sociali di Franco Biagioni, artista che si è spostato
dalla natìa Jesi e attualmente vive vicino a Cuneo.
In un periodo in cui visse in Sicilia si sviluppò in lui l’
attenzione verso una forma fondamentale dell’arte popolare nei paesi
di cultura cattolica, e cioè l’ex voto.
A prescindere dalla fede religiosa o meno – e va notato subito che
Biagioni è artista assolutamente laico – ogni santuario non è altro
che la materializzazione di un ricordo, in questo caso quello dei
miracoli compiuti dal santo o dalla particolare Madonna in tale luogo
oggetto di venerazione.
Si tratta di miracoli grandi e spesso piccoli, intimi, connessi a
una sfera privata che viene resa pubblica e condivisa grazie appunto
agli ex voto. Essi si presentano sovente come simulacri della parte
anatomica malata e miracolosamente guarita (in materiali a volte
preziosi, a volte umili) ma ancor più interessanti, come forma di
arte popolare, sono le tavolette votive: piccoli dipinti realizzati
di norma da artigiani sconosciuti con stili che in forma brut
riprendono la pittura “colta” dell’epoca e del territorio di
appartenenza. Si è così sviluppato un protonaïf più vero e popolare
di quello manierato e sovente commerciale, paragonabile in qualche
modo alle finte osterie e trattorie che ormai infestano, per esempio,
le aree rurali della provincia italiana.
Si tratta di una “pittura narrativa” ma non sempre di facile
lettura: episodi di vita son riassunti in immagini semplici e
sintetiche, in cui entità e interventi soprannaturali vengono
espressi in modo ingenuamente intuitivo.
Del resto non vi era la possibilità di una narrazione dinamica come
quella realizzata dalle tavole dei cantastorie siciliani, creatori di
una forma d’arte veramente multimediale, ma limitata purtroppo nello
spazio e nel tempo.
A inizio millennio Biagioni realizza la prima tavoletta: un olio su
legno di castagno che racconta con discreto lirismo uno dei tanti
misteri dell’Italia dell’ultimo secolo: il disastro aereo di Ustica.
L’artista aveva scelto inizialmente di narrare non i misteri della
fede, ma quelli della vita pubblica della vicina repubblica. Subito,
però, venne ispirato anche da eventi internazionali – come Chernobil
– e da fatti non tragici: a volte notizie simili a quelle riportate
nell’ultima pagina nei giornali ticinesi, ma anche nelle terze
pagine. Eventi che comunque possano esser descritti da singole
immagini e che tocchino le coscienze individuali, anche generando
posizioni non univoche.
Queste tavolette, non votive ma laiche, son ormai novanta e il
numero è in continua ascesa, nonostante nell’ambito del progetto
Santuario Mobile Biagioni realizzi anche tavole di natura differente.
E’ il caso dei Santini: tavole sempre di ridotte dimensioni,
verticali, che effigiano personaggi rilevanti, a volte positivi –
come nel caso dei “santini laici” presenti nel calendario da lui
realizzato per il 2007 e disponibile a Losone (dove troviamo assieme
Frida Kahlo, P.P. Pasolini, Frank Zappa e così via), a volte no, come
nella tavola che riunisce assieme vari “piccoli dittatori” che hanno
purtroppo mantenuto il potere nel Novecento.
Le opere son state esposte in vari spazi italiani, compiendo un
vero e proprio tour nel corso degli ultimi anni e man mano
arricchendosi anche di tavole realizzate su eventi avvenuti
localmente, anche in questo caso di vario tenore e portata. Nei loro
viaggi le opere giungono idealmente all’interno del santuario mobile
vero e proprio: una specie di armadio su ruote che aperto rivela una
scaffalatura tale da contenere tavolette, santini e documenti quali i
cataloghi che saranno anch’essi disponibili alla fabbrica.
Biagioni realizza il suo desiderio di narrare con gli strumenti
oggi disponibili: dunque non solo con i tradizionali pennelli -
guidati da una mano decisamente abile e assieme assai lieve – ma per
esempio anche tramite internet: nel sito www.francobiagioni.com è
infatti possibile visionare ben 77 delle sue Tavolette, con il sempre
interessante commento che anche a Losone è stato impiegato quale
didascalia. Per la ricchezza e funzionalità del sito merita
ringraziamenti Simonetta Bellotti, storica dell’arte e “custode” del
Santuario Mobile. A tale sito rimandiamo per una conoscenza più ampia
di questa parte del lavoro di Biagioni, prima e dopo la visita all’
esposizione reale.
A Losone dunque sarà possibile ancora una volta guardare al lavoro
di un artista italiano che ancora non era mai stato esposto in
Svizzera, ma capace di comunicare anche alle nostre latitudini su
vari registri: innanzitutto la lettura per immagini - esplicite e
assieme intime, dove anche piccoli particolari, oggetti e posture, ci
narrano qualcosa - poi nei testi che, come per le immagini, nascono
da ricerche condotte personalmente da Biagioni e Bellotti, ma a monte
di tutto per il concetto globale di una vera art for the masses per l’
oggi e non solo per l’Italia.
Vernissage: venerdì 23 febbraio, ore 18
La Fabbrica
via Locarno, 43 - Losone