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dal 27/2/2007 al 13/4/2007

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27/2/2007

Camere

RAM radioartemobile, Roma

Dan Graham, Gert Robijns, Donatella Spaziani. I tre artisti si confrontano nell'indagine dello spazio che parte dall'idea del vuoto. In tre modi completamente diversi essi pongono l'accento sulla relazione tra il vuoto e l'assurdo, il pubblico e l'intimo. Graham presenta Portal, modello di padiglione e due video, Robijns l'installazione In Concert, Spaziani sculture calchi e il disegno della sua silouette a grandezza naturale.


comunicato stampa

Dan Graham - Gert Robijns - Donatella Spaziani

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Lo spazio e il suo negativo, assurdo e bidimensionale vuoto

Tre artisti presentano una similitudine nell'indagine dello spazio che parte come prima costruzione sull'idea del vuoto. Il rapporto dell'arte con lo spazio è chiaramente legato all'idea di vuoto. In tre modi completamente diversi i tre artisti pongono l'accento sulla relazione tra il vuoto e l'assurdo, il pubblico e l'intimo. In un certo modo queste opere cercano di aprire un dialogo attraverso l'uso del vuoto.

Portal è il nuovo modello di padiglione progettato appositamente per la mostra di Roma da Dan Graham. Lo spazio, l'attraversamento sono gli elementi principali di una ricerca che l'artista americano persegue da numerosi anni. Il vuoto dell'architettura viene confermato dalla trasparenza della materia. Il gioco utopico che svolgono i padiglioni si basa sul dualismo della trasparenza e la riflessione. L'essere osservati, l'osservare e l'osservarsi si combinano in un continuo costituire di infinite combinazioni rispetto allo spazio. Oltre al modello del padiglione, Dan Graham presenta due video: Lax / Relax, tratto da una performance del 1969, e Performances and Stage-Set Utilizing Two-Way Mirror and Video Time Delay, realizzato insieme a Glenn Branca. I due video sono caratterizzati dall'elemento sonoro. Il primo mette in contatto la voce registrata con quella dell'artista. Il secondo gioca sul rapporto tra pubblico e palco.

Nell'opera In Concert Gert Robijns presenta la memoria descritta attraverso degli oggetti. Il risultato sembra essere quello di una catastrofe quotidiana. Un gioco che accade spesso nelle installazioni dell'artista belga in cui un mélange di divertimento e tragedia creano una simpatica grammatica tragicomica. La linea di una immaginaria inondazione viene confermata dai residui d'acqua rimasti nei contenitori. Nell'opera di Gert Robijns è frequente l'utilizzo di un vocabolario domestico, oggetti della cucina o di uso comune creano quel paesaggio mimetico in cui emerge con forza la poetica dell'artista. Il momento descritto dall'artista è successivo all'evento, il passaggio dell' “inondazione” è ormai passato, quello che resta è il risultato di un accaduto che ognuno deve cercare di spiegarsi. L'atto di cercare è una costante del lavoro di Robijns, che costringe spesso il visitatore a trovare i confini tra l'opera e il resto dello spazio.

Il vuoto nell’opera di Donatella Spaziani è direttamente collegato con il corpo. Le sue sculture sono calchi di busti di diverse persone, rivestiti in pelle di vitello che creano il vuoto come resto della scultura invisibile. Il soggetto è il vuoto che esce dal contenitore. Grammatiche fossili, titolo tratto da una poesia di Valentino Zeichen, pone l'accento su una dualità del corpo, da una parte leggero ed invisibile, dall'altra bloccato e immobile. Un tentativo assurdo di descrivere l'invisibile, immobilizzandolo. Queste sculture aprono un riferimento diretto alle fotografie che la Spaziani realizza da diversi anni e che ritraggono l'artista stessa in un ambiente intimo. Le foto sono fatte con l'autoscatto che sottolinea il valore di immobilità dell'immagine del corpo.
La scultura ricompone attraverso il vuoto la figura stessa ritagliando un brano di spazio. Quell’immagine invisibile diventa la conferma dell'esistenza della figura. Una seconda opera presente nella mostra presenta una silouette dell’artista a grandezza naturale disegnata a matita. Anche in questo caso Spaziani mostra il rapporto che intercorre tra il corpo e il vuoto.

Lorenzo Benedetti

Inaugurazione 28 febbraio 2007 ore 19

RAM
Via Conte Verde 15 - Roma

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Dan Graham - Gert Robijns - Donatella Spaziani
Space and its negative, absurd and two-dimensional void

Three artists present a similarity in the investigation of space which departs as the first construction of the idea of the void. The rapport between art and space is clearly tied to the void. In three completely different ways, the artists place an emphasis on the relationship between the void and the absurd, the public and the intimate. In a certain way, the works of these artists seek to create a dialogue through the use of the void.

Portal is the new pavilion model designed for the exhibition by Dan Graham. The concepts of space and passage are principle elements of a research that the American artist has pursued for many years. The void of the architecture is confirmed by the transparency of the material. The utopian game that the pavilions develop is based on the dualism of transparency and reflection. To be observed, to observe, and to observe oneself intertwine in a continuous construction of infinite combinations with respect to the space.
In addition to the model of the pavilion, Graham also presents two videos: Lax / Relax, a video taken from a 1969 performance, and Performances and Stage-Set Utilizing Two-Way Mirror and Video Time Delay, made together with Glenn Branca. Both videos are characterised by the sonorous element: the first connects the recorded voice with that of the artist, while the second plays with the rapport between the public and the stage.

In the work In Concert Gert Robijns presents memory described through objects. The result seems to be that of a quotidian catastrophe, a game that often occurs in the installations of the Belgian artist in which the mélange of fun and tragedy creates an enjoyable tragicomic grammar. The use of a domestic vocabulary is frequent in Robijns' work; kitchen objects or items of everyday use create that mimetic passage in which the poetics of the artist emerge with force. The line of an imaginary flooding is confirmed by the residue of the water that remains in the containers. The moment described by the artist is successive to the event, the passage of the “flood” has already passed, that which remains is the result of an event that one must attempt to explain. The act of seeking is a constant in the work of Robijns and often compels the visitor to find the limits between the work and the rest of the space.

The void is directly connected to the body in the work of Donatella Spaziani. Her sculptures, casts of the busts of various people covered in calfskin, create the void as the remains of the invisible sculpture. The subject is the void that comes out of the container. Grammatiche fossili, its title taken from a poem by Valentino Zeichen, emphasises the duality of the body, on the one hand light and invisible, on the other hand at a stand still and immobile. An absurd attempt to describe the invisible, by immobilising it. These sculptures directly refer to the photographs that Spaziani has taken for several years and which depict the artist herself in an intimate environment. The photographs are taken with a self-timer, thus underlining the value of the immobility of the image of the body.
Through the void, the sculpture reconstructs the figure itself by carving out a niche of space. That invisible image becomes the confirmation of the existence of the figure. A second work in the exhibition presents a life-size silhouette of the artist drawn in pencil. Here again, Spaziani demonstrates the strong relationship that exists between the body and the void.

Lorenzo Benedetti

Opening February 28th - 7 pm

RAM - Via Conte Verde 15 Roma

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