DECAdance. Una danza romantica e desolata si snoda in tinte forti accompagnata da un velato sense of humour. Ogni foto e' permeata di atmosfere surreali, dove la fragilita' dei corpi si fonde all'atemporalita' di ambienti desolati. L'artista usa pellicole scadute e macchine fotografiche vecchie o difettose, la luce filtra nella pellicola graffiando il fotogramma o da' luogo ad effetti sorprendenti.
DECAdance
Un corpo femminile, spesso spezzato e poi ricomposto, che sembra essere un accessorio decontestualizzato all’interno dell’immagine, ma che ad una lettura più attenta si impone per l’alone di mistero e sensualità che riesce ad emanare.
E’ questo il soggetto su cui si focalizza la fotografia di Andrea Papi. L’immagine della donna volitiva e spesso aggressiva che campeggia sulle riviste patinate viene qui demolita, per essere sfumata in una presenza quasi impalpabile e onirica, in uno spazio che diventa stato d’animo e musica d’accompagnamento ai movimenti del corpo. Una danza romantica e desolata si snoda in tinte forti e spesso angoscianti, le quali tuttavia non escludono un velato sense of humour e rivelano un implicito invito a giocare rivolto allo spettatore. Ogni foto è permeata di queste atmosfere surreali, dove la fragilità dei corpi abbandonati si fonde all’atemporalità di ambienti desolati.
L’uso di pellicole scadute e di macchine fotografiche spesso difettose, dove la luce filtra nella pellicola graffiando il fotogramma in maniera inaspettata e definitiva, rende ogni scatto un momento imprevedibile e perciò unico.
Le quattro foto a colori che concludono il percorso espositivo sono un esempio delle potenzialità della Holga, una macchina fotografica che sembra un giocattolo di plastica, ma che se usata con la giusta combinazione di pellicola e luce può dare luogo ad effetti sorprendenti, carichi di un espressionismo quasi pittorico.
Andrea Papi, 1978, Roma.
Si forma presso la Vision Photo Agency di Roma, frequentando inizialmente la Nikon School of Photography e continuando poi a lavorare come assistente della fotografa di moda Roberta Krasnig. Presto si appassiona al medio formato cimentandosi prima con una vecchia Pentacon Six e successivamente con una Holga, la lomografica dagli inaspettati effetti di luce. Suoi servizi sono usciti su Invidia Magazine e su Vogue Sposa.
Attualmente collabora con Overview, free magazine di arte, moda e design
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