L'uomo "periferico" e' il mistero che l'artista vuole indagare con il suo sguardo. I corpi umani sono scelti, tenuti in ostaggio davanti al cavalletto, come cavie di una incessante ricerca pittorica.
Periferie del corpo e dell'anima
LO SGUARDO SUL DENTRO LO SGUARDO SUL FUORI
"…Ma le periferie, forse, cambiano. Molte amministrazioni comunali si sono impegnate al massimo per mutare il segno negativo in positivo. Basta "città dormitorio", basta "antiche Coree". Oggi si tende a fare di città come Rozzano mete residenziali il più accoglienti e serene possibili: vi nascono asili, scuole, giardini, piscine. Marchesotti avverte anche questa metamorfosi. E la registra in quadri come "Il matrimonio cinese" (che la dice lunga sull’integrazione) o come "Ragazzi nella piscina comunale". In questa tela straordinaria nella piscina comunale i bambini sembrano pesciolini pallidi che scivolano felici tra le corsie verdi del fondo mentre grandi vetrate, illuminate dal sole, lasciano intuire un fuori "positivo".
E ancora, in un quadro come "Enzino sull’altalena" il sorriso del protagonista è carico di rimpianti e l’erba è l’erba secca delle periferie urbane, corrose dallo smog. Le periferie comunali, di fronte ad una analisi profonda di questa mostra, sono solo l’importante contenitore dell’uomo. L’uomo "periferico" è il mistero che Massimo Marchesotti vuole indagare con il suo sguardo, con una costanza una tenacia quasi feroce. I corpi umani sono scelti, tenuti in ostaggio davanti al cavalletto, come cavie di una incessante ricerca pittorica che negli ultimi quarant’anni ha dato esiti straordinari.
Se per le "periferie" Marchesotti è partito dal "fuori" per arrivare al "dentro", con questa umanità dolente il processo è inverso: la sua ricerca parte sistematicamente, metodologicamente, dal "fuori", dall’aspetto, dall’apparenza, per arrivare al "dentro". La figura è dunque, sempre, al centro della sua indagine pittorica. Una figura che si esaspera, si contorce, diventa inquietante, a volte volgare, ferita, grondante fatica e disillusione. I suoi personaggi sono stati anche nostri incontri, incubi, amori, fallimenti. Il racconto a volte sembra subire un processo di riduzione, limitandosi la composizione ad un solo personaggio portato in primo piano per ingabbiarlo ancor più ferocemente nella sua solitudine.
I personaggi vengono portati in superfice per linee esterne fino a restare soli, bloccati in un grido silente d’isolamento e dolore. Marchesotti riesce ad essere perfettamente obiettivo: il suo sguardo lavora dall’esterno sui corpi dei soggetti e ce li mostra come sono "dentro" attraverso la rappresentazione del loro "fuori". Questa, crediamo, sia l’unica chiave di lettura plausibile per la sua pittura. Il suo modo nuovo e intrigante di intendere la figurazione lo rende decisamente "diverso", originale e solo…".
Filippo Abbiati
Massimo Marchesotti nasce a Milano il 1° giugno 1935. Ha tenuto mostre in Italia e all’estero ed è stato invitato alle principali manifestazioni d’arte visiva nazionali e internazionali. Esordisce in mostra personale a Como nel 1969. Dal 1973 inizia un rapporto espositivo con la Galleria dello Scudo di Verona che si protrae fino ad anni recenti. Nel 1971 invitato al Concorso internazionale MTI71 gli viene assegnata la medaglia d’oro del Presidente della Camera dei Deputati (il suo dipinto si trova a Montecitorio). Nel 1975 ordina una sua personale nella Sala Gaudì di Barcellona e nel 1983 il Comune di Milano allestisce una personale al Palazzo dell’Arengario.
Espone a New York nel 1984 alla Pace University, negli anni successivi al Cultural Center Enrico Fermi e successivamente in altre gallerie di Manhattan.
Lavora con il Gruppo Bergfelde nella Germania Orientale ed espone a Berlino nel progetto "Orizzonti d’Europa".
Numerose le presenze in mostre personali, collettive e rassegne: Milano, Padova, Trento, Bologna, Merano, Verona, Vicenza, Catania, Trieste e in sedi internazionali a Lisbona, Austria, Madrid, Francia, Danimarca.
Nel 1989 è invitato alla XXXI Biennale d’Arte Città di Milano alla Permanente di Milano e nell’ambito della Biennale di Venezia espone in istituzioni pubbliche in mostre titolate: "Le ali del leone; Storie di angeli nel cielo di San Marco". Nel 1995 espone alla Triennale di Milano. Nel 1997 il Comune di Siena allestisce una sua personale dal titolo "L’acido specchio". Nello stesso anno lo storico d’Arte Floriano De Santi inviterà Marchesotti al Premio Michetti, nel 2000 alla XV Internazionale d’Arte Sacra di Celano e successivamente al Premio Vasto.
Nel 2003 espone a Milano alla Galleria Magenta 52 con una personale dal titolo "La notte, la poltrona rossa e la figura umana. Diplomato in Conservatorio si occupa di etno-musicologia tenendo seminari sul canto popolare presso alcune università italiane e istituzioni private.
Marchesotti, viaggiatore acuto e instancabile, visiterà gran parte dell’Europa, America, Canada ed Africa ma attratto dalla luce dei Paesi del Nord da oltre quindici anni lavora per alcuni mesi all’anno sulla costa occidentale dello Jutland danese conducendo una approfondita ricerca pittorica sul paesaggio e sulla figura umana. Nello stesso anno il Comune di Milano conferisce a Marchesotti la Benemerenza Civica di Sant’Ambrogio per la sua lunga attività artistica sia nel campo dell’arte figurativa che per la musica.
Catalogo in galleria
Info artista:
http://www.marchesotti.com
max@marchesotti.com
Inaugurazione: sabato 10 marzo 2007 ore 17.30
Spazio Espositivo Centro Culturale Cascina Grande
Via Togliatti – Rozzano
Orari: da lunedì a sabato 9.30–12.30 14.30-18
Ingresso gratuito