Laura Baldassari
Stefania Di Marco
Rita Mancini
Maria Teresa Rosa
Mary Zygouri
Carolin Lindig
Gina Pane
Chryssa
Wiebke Siem
Tania Mouraud
Anke Doberauer
Gosia Turzeniecka
Hata Hlavata
Meriet Oppenheim
Marisa Merz
Maria Bruni
Carol Rama
Paola Mattioli
Gisela Bullacher
Candida Hofer
Polly Apfelbaum
Jessica Carroll
Karin Kneffel
Cecile Johnson Soliz
Francesca Bertini
Miriam Cahn
Pia Stadtbaumer
Alessandra Tesi
Luisa Lambri
Giovanna Ricotta
Sabrina Sabato
Eva Marisaldi
Maureen Connor
Katharina Fritsch
Cecilia Edefalk
Magdalena Jetelova
Sabine Delafon
Paola Gaggiotti
Ada Mascolo
Katja Klussmann
Teresa Wiechova
Lisa Milroy
Paloma Varga Weisz
DJ Lamu'
Titti Garelli
Anja Czioska
Annamaria Gelmi
Nanda Vigo
Milena Milani
Anna Oberto
Claudia Losi
Vanessa Beecroft
Sigrid Nienstedt
Diletta Benedetto
8 marzo: festa della donna, un percorso articolato sul lavoro di 5 giovani artiste tra installazioni, pittura, fotografia e ceramica tradizionale a cura di Diletta Benedetto. Omaggio a due artiste: Carolin Lindig e Gina Pane; fotografie, disegni e memorie con artiste come Marisa Merz, Alessandra Tesi, Vanessa Beecroft, Giovanna Ricotta, Sabrina Sabato, Eva Marisaldi, Nanda Vigo, Candida Hofer e molte altre.
8 marzo: festa della donna
a cura di Diletta Benedetto
Laura Baldassari
Stefania Di Marco
Rita Mancini
Maria Teresa Rosa
Mary Zygouri
Cinque donne per una mostra. Un’inaugurazione in prossimità dell’otto marzo. Un titolo che vuole creare
l’occasione per una riflessione che, partendo dal dato di fatto di una ricorrenza tanto caldeggiata quanto
rinnegata, si discosti dai termini soliti del confronto tra i detrattori della festa della donna e coloro che ne
rivendicano l’importanza, per portare l’approfondimento su un livello di indagine diverso.
Dalla visione e dal confronto del lavoro di cinque giovani artiste che utilizzano mezzi d’espressione tanto
diversi potrebbe dunque scaturire la messa in discussione ed, eventualmente, il riaggiustamento di una
questione mille volte affrontata dalla Critica: quella dell’arte femminile.
Oggi il significato politico del processo di legittimazione dell’esistenza di un’arte al femminile, contrapposta
all’arte maschile e concepita come sottoinsieme dell’arte tout court, sembra aver perso una parte
dell’interesse e del vigore originali. Così come le valenze estetiche di una tale categoria, che
ricondurrebbero forme diverse della creatività artistica femminile ad una matrice comune, in qualche
modo rintracciabile e riconoscibile, sembrano inciampare nel rischio di relegare le donne e le loro
espressioni artistiche ad una sottocategoria identitaria caratterizzata, secondo l’opinione comune, da elementi come sensismo, emotività e fantasia.
Ma forse, sottraendo la riflessione al dualismo ingabbiante che vede contrapposta l’arte femminile all’arte
maschile e, dunque, ai rischi di banalizzazione che un tale confronto inevitabilmente porta con sé, è
ancora possibile rintracciare alcuni valori importanti e caratterizzanti il gesto artistico compiuto da una
donna.
Se l’espressione artistica da parte di un qualsiasi individuo convoglia un potenziale eversivo notevole,
anche solo per il valore simbolico di affermazione di sé e dei valori della propria cultura, di estrapolazione
di un messaggio e di collocazione dello stesso in uno spazio condiviso e riconosciuto, nel caso in cui
l’attore che esprime questo potenziale sia una donna, gli elementi simbolici in gioco si caricano di valenze
ulteriori. Infatti, oggi sempre più, il gesto creativo femminile libera un’energia espressiva catartica per
tentare di svincolarsi dal suo significato storico, riconducibile all'idea che riduceva la creatività della donna
agli ambiti affini alla forma di generazione più strettamente affine al suo “destino biologico”: la
generazione della vita. Liberatasi di una tale ambigua e stringente legittimazione e riappropriatasi,
soltanto recentemente, di spazi propri da dedicare all’affermazione di sé, ogni espressione creativa di ogni
singola artista, concorre, in un certo senso, a spostare il passo dell’intera umanità femminile dal side track
imboccato finora, dalla periferia delle manifestazioni umane, ad un territorio più centrale.
“8 marzo: festa della donna”, attraverso un percorso articolato sul lavoro di cinque giovani donne tra
installazioni, pittura, fotografia e ceramica tradizionale, si propone di rilanciare una riflessione che, se
posta in termini attuali, rivela, oggi più che mai, tutta la sua pregnanza.
Diletta Benedetto
Due sale del Museo verranno inoltre dedicate ad altre artiste:
Omaggio a due artiste
Carolin Lindig
Gina Pane
Fotografie, disegni e memorie
Chryssa, Wiebke Siem, Tania Mouraud,
Anke Doberauer, Gosia Turzeniecka, Hata Hlavata,
Meriet Oppenheim, Marisa Merz, Maria Bruni, Carol Rama,
Paola Mattioli, Gisela Bullacher, Candida Höfer,
Polly Apfelbaum, Jessica Carroll, Karin Kneffel,
Cecile Johnson Soliz, Francesca Bertini, Miriam Cahn,
Pia Stadtbäumer, Alessandra Tesi, Luisa Lambri,
Giovanna Ricotta, Sabrina Sabato, Eva Marisaldi,
Maureen Connor, Katharina Fritsch, Cecilia Edefalk,
Magdalena Jetelova, Sabine Delafon,
Paola Gaggiotti, Ada Mascolo, Katja Klussmann,
Teresa Wiechova, Lisa Milroy, Paloma Varga Weisz,
DJ Lamù, Titti Garelli, Anja Czioska, Annamaria Gelmi,
Nanda Vigo, Milena Milani, Anna Oberto,
Claudia Losi, Vanessa Beecroft, Sigrid Nienstedt
Immagine: Claudia Losi, Balena Project Ecuador, 2005 (dettaglio)
Ufficio Stampa
0124 31122 info artecalice@hotmail.it
Inaugurazione sabato 10 marzo 2007 ore 18.30
Museo d'Arte Contemporanea Casa del Console
via Roma, 61 - Calice Ligure (SV)
Orario: giov/sab 17-20 dom 10-12.30 15.30-18.30
Biglietti: interi 3 euro, studenti/pensionati 2 euro, bambini sotto i 12 anni gratis