Nam June Paik
Arman
Jean Tinguely
Jenny Holzer
Gary Hill
Piero Gilardi
Antoni Muntadas
Tony Oursler
Grazia Toderi
Doug Aitken
Kiki Seror
Marko Pelijhan
Wolf Vostel
Francis Alÿs
Franco Vaccari
Tatsuo Miyajima
Ceal Floyer
Eva Marisaldi
Carsten Nicolai
Botto e Bruno
Matthew Mc Caslin
Mona Hatoum
Jankowski
Jodi.org
Vuk Cosic
Mark Napier
Maciej Wisnieski
Gianni Romano
Valentina Tanni
Come i media hanno cambiato l'arte. Media Connection e' una mostra a cura di Gianni Romano sul rapporto tra la ricerca artistica e la diffusione delle nuove tecnologie e dei nuovi media nella societa' contemporanea. Un'ampia panoramica storica che esplora, attraverso la produzione di 27 artisti di portata internazionale, le radici del rapporto tra arte, media e tecnologie, dalle sperimentazioni pionieristiche degli anni Sessanta fino alle nuove frontiere della "rivoluzione digitale".
Come i media hanno cambiato l'arte
Media Connection è una mostra a cura di Gianni Romano sul rapporto tra la ricerca artistica e la diffusione delle nuove tecnologie e dei nuovi media nella società contemporanea.
Un'ampia panoramica storica che esplora, attraverso la produzione di 27 artisti di portata internazionale, le radici del rapporto tra arte, media e tecnologie, dalle sperimentazioni pionieristiche degli anni Sessanta fino alle nuove frontiere della "rivoluzione digitale". In mostra, tra gli altri, lavori di maestri dell'avanguardia come Nam June Paik, Arman, Jean Tinguely; di rappresentanti di punta degli anni '70 e '80 come Jenny Holzer, Gary Hill, Piero Gilardi, Antoni Muntadas; di esponenti della ricerca più innovativa dell'ultimo decennio - Tony Oursler, Grazia Toderi; della generazione affermatasi negli ultimissimi anni - Doug Aitken, Kiki Seror, Marko Pelijhan.
Gli anni '60
La mostra inizia simbolicamente con una finestra virtuale, un lavoro recente del giovane artista belga Francis Alÿs, attraversando la quale si entra nell'epoca "mitica" dell'arte sperimentale: gli anni sessanta, un momento in cui gli artisti si confrontano con gli elementi tecnologici che stanno invadendo la quotidianità , mentre il video - illustrato da una selezione speciale di Media Connection - assume un ruolo centrale nelle ricerche degli artisti. Tra le testimonianze di questi anni sono visibili le prime sperimentazioni del "padre" della videoarte Nam June Paik sulle possibilità di manipolazione dell'immagine elettronica e sul rapporto tra spazio e tempo nel video; una serie di fotografie di Charlotte Moormann, musa ispiratrice di Paik e artista-simbolo del rivoluzionario periodo di Fluxus; un grande cubo di cemento in cui sono state "ingabbiate" decine di cornette telefoniche, opera del francese Arman, tra i fondatori del Nouveau Réalisme; una radio completamente smontata, eppure funzionante, dello svizzero Jean Tinguely; alcune sculture in cui il tedesco Wolf Vostel imprigiona nel metallo dei monitor televisivi.
Gli anni '70
Una canzone di Jannacci, parte del lavoro di Antoni Muntadas, ci introduce negli anni Settanta, epoca di provocazioni e di riflessione critica sul ruolo della tecnologia e dell'artista nella società . Un esempio di questa svolta epocale è l'installazione "Esposizione in tempo reale" di Franco Vaccari, riprodotta esattamente come fu presentata alla Biennale di Venezia del 1972. Gli spettatori vengono invitati a servirsi di una macchina per fototessere e a creare un grande murale con i propri ritratti: un'azione che rivoluziona il tradizionale rapporto tra il pubblico e l'opera. Tra gli altri lavori, una macchina fotografica "ridipinta" dal francese Bertrand Lavier e una "cascata virtuale" di Piero Gilardi, uno dei più originali sperimentatori dell'Arte Povera, passaggio simbolico al decennio successivo.
Gli anni '80
Gli anni Ottanta vedono l'affermarsi del pensiero post-moderno, un momento in cui gli artisti utilizzano i media per le loro capacità di comunicazione e di seduzione. Maestro indiscusso della nuova arte è Gary Hill, che nelle sue video-installazioni si serve di suoni, immagini, mobili, testi scritti che mettono in discussione gli schemi percettivi di chi guarda. L'americana Jenny Holzer rappresenta il movimento che vede moltissime artiste donne di questo periodo misurarsi con la tecnologia: l'artista utilizza led elettronici uguali a quelli che si trovano negli aeroporti e nelle stazioni per enunciare frasi fatte, dette "truismi", che sottolineano l'ambiguità della comunicazione quotidiana.
Gli anni recenti
Negli anni Novanta sale alla ribalta una generazione nata e cresciuta nell'epoca della tv, che ne interpreta con libertà e ironia il linguaggio e l'immaginario. Nella videoproiezione "Nata nel '63" Grazia Toderi crea un "amarcord" della sua infanzia attraverso le immagini della conquista dello spazio così come vennero mandate in onda dalla televisione del tempo; l'americano Tony Oursler crea dei fantocci animati proiettandovi l'immagine di volti che parlano, sospirano, gridano.
Gli anni recenti, a cui Media Connection dedica una particolare attenzione, vedono il dilatarsi delle possibilità di rappresentazione e di espressione verso nuovi territori grazie alla diffusione delle tecnologie digitali. Il lavoro della trentenne americana Kiki Seror riflette in pieno la cultura di una generazione che "vive" su Internet: i suoi grandi e spettacolari lightbox e i suoi video non sono altro che rielaborazioni tridimensionali dei testi delle conversazioni sulle chat-line erotiche di cui è assidua frequentatrice.
Molti sono gli artisti che insistono sull'annullamento delle categorie spazio-temporali prodotto dalle nuove tecnologie, che permettono di comunicare in tempo reale tra luoghi lontanissimi: è il caso del tedesco Wolgang Staehle che trasmette 24 ore su 24 l'immagine dell'Empire State Building ripreso da una webcam; o di Jordan Crandall, che crea delle micronarrazioni utilizzando le telecamere di sorveglianza ad infrarossi usate dalla polizia per controllare il confine tra Messico e Stati Uniti; dell'americano Matthew Mc Caslin, che lavora con intrecci di condotti elettrici, cavi, fili, monitor e schermi video, riflettendo sulla velocità della comunicazione odierna, o infine dello sloveno Marko Pelijhan che trasmette in diretta radio da Lubjiana.
Il percorso della mostra è segnato, infine, da alcune installazioni in cui suoni e immagini interagiscono per creare ambienti dal gusto techno-minimal, specchio di una nuova tendenza diffusa nell'ultimissima generazione di artisti che si confronta con l'estetica del mondo digitale: il giapponese Tatsuo Miyajima, la pakistana Ceal Floyer, l'italiana Eva Marisaldi, il tedesco Carsten Nicolai. La mostra si chiude con un saluto ironico della coppia torinese Botto e Bruno: un orsacchiotto che ascolta la musica con le cuffie.
Il video
Nove video - selezionati da Elena Volpato della Galleria d'Arte Moderna di Torino - su altrettanti monitor illustrano come gli artisti, nell'arco di tre decadi e più, abbiano riflettuto sulla potenza di questo medium capace di racchiudere in sé molteplici forme espressive: dal suono prodotto dalle vibrazioni audio alle parole scritte che scorrono sullo schermo, dalle immagini fotografiche fisse alle citazioni televisive riprodotte a ripetizione. La selezione incomincia con le immagini di Nam June Paik dove il televisore diviene accessorio d'abbigliamento e la musica acquista sul monitor una presenza fisica psichedelica. Un labirinto di immagini ci condurrà poi attraverso il lavoro "Exchange" di Robert Morris fino al minimalismo visivo di "Soundings" di Gary Hill, ai collage fotografici di Mona Hatoum e a quelli televisivi di Jankowski.
La Net Art
Una sezione speciale di Media Connection - a cura di Valentina Tanni - è dedicata ai progetti d'artista su Internet, ormai conosciuti come Net Art. Le tecnologie di rete hanno stimolato l'immaginazione degli artisti e degli operatori culturali sin dai primissimi anni Novanta, quando il World Wide Web ancora non esisteva e la comunicazione era affidata a piccole reti amatoriali. La nascita della Grande Rete e dei primi browsers grafici ha poi moltiplicato le possibilità di scambio e creazione, permettendo un uso simultaneo di testi, immagini e suoni e la loro trasmissione immediata in tutto il mondo. La sezione Web di Media Connection presenta quindici progetti di Net Art, nel tentativo di offrire un campionario, non esauriente ma rappresentativo, dei diversi modi di utilizzare creativamente la Rete. Le opere selezionate comprendono progetti ormai storici come quelli di Antoni Muntadas e Jenny Holzer e altri più recenti basati sulla manipolazione dei codici (html e ascii) di artisti come Jodi.org e Vuk Cosic. La rassegna prosegue poi con i software di navigazione alternativa di Mark Napier e Maciej Wisnieski, la riflessione sul ruolo dei computer nella vita quotidiana di Alexei Shulgin e Tomoko Takahashi, fino alle pratiche attiviste di etoy e 0100101110101101.ORG.
Il curatore
Gianni Romano, critico e curatore d'arte contemporanea, ha curato oltre cinquanta mostre d'arte in vari paesi europei tra le quali ricordiamo Privacy (Milano 1993), Camera (Ginevra 1997) e la 51a edizione del Premio Michetti (Francavilla al Mare 2000). Collabora con numerose riviste d'arte internazionali e alla fine del 1995 ha fondato "postmedia magazine" (http://www.postmediamagazine.com) una delle prime webzine d'arte contemporanea in Europa.
Oltre a numerosi cataloghi d'arte ha pubblicato: "Artscape: panorama dell'arte in Rete" (Milano, Ed. Associati, 2000) e "Contemporanee. Percorsi, lavori e poetiche delle artiste dagli anni Ottanta a oggi", (Milano, Editori Associati, 2000) (con Emanuela De Cecco).
Il catalogo
Media Connection sarà accompagnata da un catalogo su carta e CD Rom con testi di Gianni Romano, Saul Anton, Valentina Tanni, Elena Volpato, e un ricco repertorio di immagini degli artisti in mostra.
Orario dalle 10.00 alle 21.00, chiusura martedì
Servizio informazioni 06/48941230
Inaugurazione 28 giugno 2001
Palazzo delle Esposizioni
Via Nazionale 194 00184 Roma
tel. 06/489411