Antologica. Esposte oltre cento opere pittoriche esemplificative di tutti i periodi della sua attivita'. Vicino dapprima al clima informale, Zotti matura nel confronto/scontro con la Pop Art, affermatasi alla Biennale di Venezia nel 1964, giungendo ad esiti dalla forte componente narrativa. A cura di Laura Gavioli.
Antologica
a cura di Laura Gavioli
Dopo il successo ottenuto alla Permanente di Milano, la vasta antologica di Carmelo
Zotti, uno dei casi più singolari e fervidi della figurazione italiana del secondo
dopoguerra, sarà presentata a Potenza, nella sede espositiva della Galleria Civica
di Palazzo Loffredo.
Oltre cento le opere del maestro riunite per questa grande rassegna, opere
esemplificative di tutti i periodi della sua attività. La mostra, curata da Laura
Gavioli, è stata promossa dal "Gruppo Euromobil per la cultura", il gruppo
trevigiano che in questi mesi è presente, come main sponsor, nelle mostre bresciane
di Turner e di Mondrian al Museo di Santa Giulia e ad Arte Fiera Bologna 2007.
Cresciuto alla scuola di Bruno Saetti nella Venezia degli anni Cinquanta, vicino
dapprima al clima informale, Zotti matura nel confronto/scontro con la Pop,
affermatasi alla Biennale di Venezia nel 1964 che vede una sua fondamentale
presenza.
Una pittura, la sua, a forte componente narrativa non lontana dai riferimenti al
"nuovo racconto" italiano e a maestri internazionali come Rafael Canogar e Alan
Davie, Wols e Pierre Alechinsky, Graham Sutherland e Philip Martin.
Tale atteggiamento si nutre dello studio del clima sospeso e oniric
metafisico/surreale, e dell'iconografia straniata della grande arte centroamericana
e indiana, dalle quali Zotti estrapola il proprio tipicissimo repertorio
iconografico.
Scrive Flaminio Gualdoni nel saggio introduttivo: "La mano, la sfinge, l'elefante,
la piramide, il magrittiano rubinetto/fallo, la mummia, l'angelo, e poi Salomé e
Giuditta, Lazzaro e Orfeo, Venere e Cleopatra, Ganesha e Mosè. Più saviniano che
dechirichiano appare in questi anni Settanta l'approccio di Zotti (e ben lo ha
ribadito Enzo Di Martino, scrivendone nel 1995), per quel suo evitare la
cristallizzazione lucida della visione in favore di un sentimento più oscuro e
mutante dell'immagine, e soprattutto per una meno esibita, ma non meno retoricamente
padroneggiata, teatralità".
Negli ultimi anni la sua pittura, ha scritto Dino Marangon, si apre a "una più
sensibile e immanente modulazione delle luci, dei timbri e delle tonalità
cromatiche" e a "una più viva attenzione per la delineazione della consistenza
plastica delle figure". In altri termini, non l'iconografia mitica vi è dominante,
ma la sua capacità di metabolizzarsi nell'esperienza della pittura e della vita,
posto che i due termini siano per Zotti effettivamente distinguibili.
I dipinti di Carmelo Zotti a Potenza, nella bellissima ed accogliente Regione
Basilicata, andranno ad incontrare un pubblico particolarmente sensibile al mito, al
mistero e alle metafore evocate da una pittura di profondo contenuto, come quella
selezionata per questa rassegna. Le opere potranno contare su un habitat
naturale, non solo per la straordinaria vicinanza geografica al Mediterraneo, dal
quale esse catturano la loro più essenziale linfa evocativa e visionaria, ma anche
per la presenza del vastissimo patrimonio archeologico, ospitato nel Museo
Archeologico "Dinu Adamesteanu" di Palazzo Loffredo, che non potrà lasciare
insensibile l'attento visitatore alla scoperta di una magica concomitanza.
La pittura di Zotti, tanto pregnante di significati e di presagi, sarà una piacevole
scoperta per tutti alla Galleria Civica di Potenza e si può perfino pensare che essa
godrà di una nuova e imprevedibile vitalità nella luce forte del sud.
Vernice : 24 marzo ore 18.30 Teatro Stabile P.zza M.Pagano
Palazzo Loffredo
Largo Pignatari - Potenza
Orari di apertura: dal martedì alla domenica, ore 9.00 - 13.00 / 16.00 - 21.00
Ingresso Libero