Sala San Giovanni
Cuneo
Via Roma, 3

L'Ego Bianchi per Ego Bianchi
dal 23/3/2007 al 8/4/2007
Da martedi' a sabato 16-18, domenica e festivi 10-12 16-18

Segnalato da

Enrico Perotto




 
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23/3/2007

L'Ego Bianchi per Ego Bianchi

Sala San Giovanni, Cuneo

Disegni, dipinti e ceramiche documentano una produzione artistica caratterizzata da specifici temi, in equilibrio tra forme naturali interiorizzate e la preferenza per un mondo immaginario di forme, segni e simboli.


comunicato stampa

Una retrospettiva 1940-1957

A cura di: Classe V C, Liceo Artistico e Musicale Statale Ego Bianchi, coordinata da Giuseppe Formisano e Enrico Perotto

La mostra intitolata L’Ego Bianchi per Ego Bianchi intende contribuire al recupero della memoria dell’artista di origini astigiane e cuneese d’adozione, nel cinquantesimo anniversario della sua morte. L’esposizione, curata della classe V C del liceo artistico di Cuneo a lui dedicato e coordinata dai professori Giuseppe Formisano ed Enrico Perotto, raccoglie editi ed inediti prestiti provenienti da collezioni private ed è stata resa possibile grazie all’impegno di collezionisti, critici ed estimatori, con i patrocini della Provincia di Cuneo, della Città di Cuneo e della Città di Mondovì, oltre che con il contributo della Fondazione CRT di Cuneo.

La mostra si concentra sulla figura versatile e introspettiva dell’artista, entusiasta della vita e dell’arte nonostante la malattia che lo ha segnato, ma anche ispirato creativamente, attraverso disegni, dipinti e ceramiche (oltre al ruolo importante della riflessione scritta in forma diaristica), che documentano l’intero arco della sua produzione, caratterizzata da specifici temi e poetiche, che ne delineano la personalità espressiva, in evoluzione tra le forme naturali interiorizzate e trasformate in restituzioni pittoriche emozionate, intrise di forti umori espressionistici, e le preferenze per un mondo immaginario e libero di forme, segni e simboli dell’esistenza umana, passando attraverso la semplificazione degli elementi figurativi in puri andamenti linearistici, tipici della ricerca artistica europea d’impronta postcubista a cavallo tra le due guerre, fatti propri da Ego con la consapevolezza di vivere e operare necessariamente in un’epoca di “neo-arcaismo” o di neoprimitivismo dell’arte.

Già Albino Galvano, nel testo di presentazione della mostra antologica organizzata a Cuneo nel 1980, aveva sottolineato il suo carattere eccezionale “di artista spontaneo, eccellente artigiano, di uomo ‘tattile’ e ‘materico’ per cui colore, padronanza del segno, senso dello spazio, già avrebbero consentito una ricca e varia estrinsecazione d’arte, che la cultura, il gusto dello scrivere, del ricordare, del rievocare hanno poi arricchito e resa complessa, fittissima”. A Ego Bianchi, secondo quanto hanno scritto di recente Ida Isoardi e Roberto Cavallera, “oltre qualunque giudizio di valore espresso sulla sua opera, va riconosciuto un grande merito, quello di avere aperto per primo il dibattito sull’arte e sulla cultura contemporanee nella Cuneo dei primi anni Cinquanta, restia da sempre ad accettare il ‘nuovo’ e financo il ‘pensiero’ quando si trattasse di arte figurativa”.

L’esposizione è stata concepita nell’ambito di un progetto didattico organizzato in occasione dei cinquant’anni dalla scomparsa di Ego Bianchi (Castelboglione/AT 1914 - Cuneo 1957), con l’intento di offrire l’opportunità di conoscere o ripensare l’arte dell’artista a cui il liceo artistico cuneese è intitolato, attraverso una scelta ricca e rappresentativa delle sue opere, presentate in tempi e sedi diversi, richiamando l’attenzione principalmente sui dipinti e la grafica a Cuneo e in particolare sulla ceramica a Mondovì.

Biografia
Ego Bianchi nacque a Castelboglione d’Asti il 18 gennaio 1914 ed effettuò i primi studi presso un collegio di Acqui. A diciotto anni entrò all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino con i maestri Giacomo Grosso e Cesare Maggi. Nel 1940 all’Accademia conobbe Maddalena Rolandone (Dada) che diventerà sua moglie. Nello stesso anno, dopo aver vinto il premio acquisto della Società Piemontese Belle arti, a causa di una grave malattia polmonare, fu costretto a soggiornare nell’Istituto Climatico di Robilante diretto dal dottor Giovanni Capitolo, continuando tuttavia a dipingere e a frequentare i circoli culturali della provincia di Cuneo. Iniziò a scrivere un taccuino di appunti sull’arte e pensieri filosofici.

Dal ‘42 iniziarono i contatti con l’ambiente artistico piemontese e nel '43 vinse il premio Arbarello per il paesaggio alla Promotrice delle Belle Arti di Torino. La sua prima esposizone personale fu a Cuneo nel 1945. Fu ricoverato a Villa Novaro di San Lorenzo al Mare (Imperia) dove lavorò per due anni assiduamente, organizzando mostre e concerti nella casa di cura. Nel ‘47 inaugurò altre due fortunate mostre sulla costa ligure, a Savona e a Sanremo. L’anno successivo tornò nel capoluogo piemontese, dove, dopo aver ritrovato la sua compagna Dada, visse e lavorò isolato. Nell’autunno tenne una personale a Parigi in rue Faobourg Saint-Honore alla Galleria Charpentier, che ospitò mostre di Pierre-Auguste Renoir, di surrealisti come Marcel Duchamp, Marx Ernst, Jacques Prévert, Patrick Waldberg e nel 1933 gli “Italiens de Paris” tra i quali Carrà, Casorati, De Chirico, Marino Marini, Sironi (mostra commemorativa di Sant'Elia).

Il 1949 si aprì con la mostra personale a Torino al Salone della Stampa. Cominciò a frequentare a Milano l’ambiente artistico di “Corrente” e nel novembre dello stesso anno inaugurò un’altra mostra personale a Chiavari. Il 1950 è segnato da numerosi eventi importanti: il matrimonio con Dada, con la quale si stabilisce a Mondovì Piazza; la mostra alla “Terza saletta del caffè Aragno” e il ricovero a Robilante, che tuttavia non ostacolò la sua attività in pieno sviluppo. Nei paesaggi dipinti durante la degenza presso l’Istituto Climatico si può notare la capacità di cogliere l'unicità dell’istante, che è radice dell'impressionismo, quel catturare una luce che non c’era prima, che non ci sarà più. Incominciarono le prime esperienze di ceramica presso la fabbrica Besio del Dottor Marco Levi e una serie di paesaggi delle Langhe e del Monregalese. Nel 1951, durante un lungo soggiorno a Monaco, in Costa Azzurra, frequentò Bruno Cassinari, grande artista del movimento “Corrente”, ed il suo studio presso il museo Grimaldi ad Antibes.

Incontrò Marc Chagall a Saint-Paul-de-Vence e visitò la sua personale a Nizza. Cominciò a frequentare pittori e ceramisti a Valauris, cittadina della Costa Azzurra nota sin dall’epoca romana per la qualità delle sue terrecotte, e, lavorando nell’atelier di Madourà, antica fabbrica grande e ombrosa di proprietà di Suzanne e Georges Ramiè, conobbe Picasso, che in questi suggestivi luoghi realizzò, nel corso degli anni migliaia di pezzi unici, e la sua giovane compagna, la pittrice François Gilot. L'anno successivo partecipò alla prima mostra di ceramica d'arte italiana “Concorso Mastro Giorgio” a Messina vincendo, con il pannello “Trinacria” il primo premio ex-aequo in seguito al quale ricevette l’invito di Tullio Mazzotti a operare nel suo atelier di Albisola dove incontrò Jorn, esponente del gruppo “Cobra”, Fontana, Baj, Fabbri, Rossello, Scanavino, Capogrossi, Cardazzo, Milena Milani ed altri esponenti dell'arte milanese avanzata. Con la personale alla Libreria-Galleria “Adel”, nata nel 1951 a La Spezia, iniziò un ciclo di paesaggi delle Cinque Terre.

Nel 1953 con la personale di Biella alla galleria “La Cornice” fece amicizia con il pittore Romano Conversano, nato a Rovigno d'Istria nel 1920. Alla San Fedele di Milano nel concorso d'arte sacra ceramica “Testimonianza a Cristo” vinse il premio “Richard Ginori” con la “Via Crucis”. Si stabilì a Cuneo a Villa Giusta su Viale Angeli e scrisse il manifesto dell'introspezionismo, in seguito al quale partecipò a numerose collettive in varie città italiane e straniere, alternando dipinti e ceramiche, grazie alle quali, nel 1954, fu invitato alla Triennale di Milano. Allo stesso anno risalgono “Operazione chirurgica”, premiato al concorso nazionale di Suzzara, “Il lavoro nell'arte”, e “Le Langhe”, risultato vincitore al concorso “Paesaggio sulle Langhe Luigi Einaudi” ad Alba, nonchè il lavoro presso le fornaci di Ferraris a Sale Langhe, con scambi con gli artisti di Vallauris nello studio Madourà presso i Ramiè dove operava Picasso. Dopo un lungo soggiorno in Spagna nel 1955, Bianchi sviluppò in un anno intero la pittura a smalto influenzata dalla ceramica nella sua opera di ricerca figurativa.

L'invito alla Biennale di Venezia, la mostra “Visioni di Spagna” (Circolo Sociale di Cuneo), il premio “Città di Vicenza” alla Biennale Internazionale Vicentina (con il bassorilievo “La Pace”) caratterizzarono il ‘56 già ricco di commissioni pubbliche. Intanto, nel laboratorio di Mazzotti ad Albisola, creò le sue nuove “edizioni liriche” in ceramica. Il suo ultimo anno di vita vide una personale alla Galleria “La Maggiolina” di Alessandria ed il nascere di un nuovo percorso astratto e simbolista sul tema delle “navi”. Trascorse la stagione estiva lavorando a Golfe Juan e tornò in Italia per allestire la sua prima personale milanese alla Galleria “Montenapoleone 6 A”, allestita soltanto nel gennaio 1958 a cura della moglie Dada e dedicata al tema dei “Bateaux”.
Morì improvvisamente a Cuneo per un attacco di febbre asiatica il 19 novembre 1957.

Inaugurazione: sabato 24 marzo 2007 alle 17

Sala San Giovanni
Via Roma 3 - Cuneo
Orari: da martedi' a sabato 16-18, domenica e festivi 10-12 16-18
Ingresso gratuito

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