Appuntamento ormai tradizionale con l'arte a Montemarcello - e' questo il settimo incontro - nel parco di Grazia e Gianni Bolongaro. A intervenire con proprie installazioni sono stati invitati quest'anno Mario Airo' e vedovamazzei (un gruppo fondato nel 1990 e composto da Stella Scala e Simeone Crispino) che hanno sviluppato proprie interessanti proposte riconducibili al tema "Processo alla natura" proposto da Giacinto Di Pietrantonio, curatore della rassegna e autore del testo pubblicato nel catalogo edito da Libri Scheiwiller.
Appuntamento ormai tradizionale con l'arte a Montemarcello - è questo il settimo incontro - nel parco di Grazia e Gianni Bolongaro. Un appuntamento ormai atteso dagli appassionati d'arte che sanno di potervi trovare nuove e stimolanti proposte di arte contemporanea. A intervenire con proprie installazioni sono stati invitati quest'anno Mario Airò e vedovamazzei (un gruppo fondato nel 1990 e composto da Stella Scala e Simeone Crispino) che hanno sviluppato proprie interessanti proposte riconducibili al tema "Processo alla natura" proposto da Giacinto Di Pietrantonio, curatore della rassegna e autore del testo pubblicato nel catalogo edito da Libri Scheiwiller.
Processo alla Natura, Processo per la Natura, Processo con la Natura, Processo della Natura: ecco alcuni modi in cui la Natura si presenta a noi o in cui noi ci relazioniamo con essa. Si sa che da che mondo è mondo l'umanità ha sempre avuto con essa un rapporto conflittuale di amore ed odio. Da una parte è la trasformazione della natura in qualcosa d'altro, la sua artificializzazione progressiva, che costituisce un miglioramento e un distacco - insieme amoroso e doloroso - che la cultura le impone.
Ciò avviene quando l'uomo, da cacciatore e raccoglitore, diviene agricoltore, iniziando a trasformare la natura, e, in questa sua azione, sente la necessità di radicarsi, di mettere fondamenta e fondare civiltà . Non è un caso, infatti, che villaggi e città nascono quando l'uomo si radica in un territorio e fonda un luogo di residenza. La fondazione del villaggio e della città introducono l'uomo in una cultura della natura, dove l'arte diviene la rappresentazione e la trasfigurazione di essa.
Difatti, se l'umanità ara, solca, sposta crea terrapieni, giardini, terrazze e, l'occhio dell'artista vede e la sua mano forma il paesaggio, ecco che noi abbiamo nuovi occhi per guardarla. In tal modo il "processo della Natura" diviene "processo alla Natura" da parte della cultura e quindi dell'arte.
In questo processo millenario l'arte è ciò che dà parole e immagini, lingua e occhi ad essa; infatti è noto che, ad esempio, il "paesaggio toscano" così internazionale è un paesaggio artificiale, una natura DOC creata dalla cultura dell'arte di pittori come Simone Martini o i Lorenzetti; lo stesso si dica di quando parliamo di un "paesaggio leonardesco": lo facciamo per indicare una natura vista da lontano con un po' di nebbiolina e qualche alberello.
In questo processo secolare si inseriscono anche gli artisti contemporanei e nel caso che ci riguarda sono Mario Airò e il duo vedovamazzei (Simeone Crispino e Stella Scala). In modi differenti, a volte vicini e altre contrastanti, questi artisti impiegano l'arte quale processo naturale e artificiale.
Da una parte, ad esempio, Airò crede che la natura vada trasformata, anzi che serva al processo di trasformazione e quindi inserisce nella mostra un'opera sonora da cui proviene un parlato di frasi propiziatorie, augurali, oppure, collegate a questa, opere fotografiche immerse nel prato a simulare pozzanghere in cui si riflettono uccelli in volo, ed infine un tavolo dal piano di cristallo al cui centro è inserita una penna che provoca onde circolari sulla superficie. Sono opere che sottolineano la vicinanza fra poesia e arte, fra le probabilità dell'arte di migliorare attraverso il suo linguaggio la natura stessa, di cambiarne il processo.
Dall'altra vedovamazzei propongono una collinetta al cui interno si accede, attraverso un cunicolo, ad un piccolo oceano che per loro è un O.G.M., Oceano Geneticamente Modificato, è un innesto di cellula di Oceano Pacifico dentro la terra della collinetta. Quest'opera (come altre realizzate nel recente passato) mette al centro dell'attenzione il rapporto uomo-ambiente, una relazione complessa che coinvolge letteratura, arte, scienza ed etica e che ci permette di riflettere sulla nostra esistenza. Si tratta dell'incontro con una disciplina che ci proietta nel futuro, ma anche nel passato come in un'altra loro opera, una panca dalla quale chi si siede sente provenire i suoni, i rumori di una battaglia combattuta nel 155 avanti Cristo dai romani guidati dal Console Marcello contro i liguri proprio in questi luoghi, che presero da ciò il nome, Montemarcello.
Un'altra opera più in là è un confessionale con tapparelle veneziane in cui il visitatore è invitato ad entrare, per guardare il paesaggio circostante.
Più che guardare è uno spiare, o meglio uno scrutare, perché sguardo nascosto, riparato dietro una finestra e per questo pettegolo.
Le opere in mostra ci invitano ad una visione differente della natura e, impiegando mezzi diversi, ci aiutano a costruire una visione diversa del paesaggio fra il divinatorio, il poetico, la memoria e il tecnologico, gettando, così, un ponte fra passato, presente e futuro, fra una natura che ci si illude incontaminata e una natura che, trasformata dall'arte, diviene fondamento di civiltà e cultura. È un'ecologia degli occhi, della mente e del corpo, una nuova immagine della natura stessa, la quale dimostra che l'arte è positiva, perché anche quando sembra distruggere, agisce come processo in avanti grazie alla sua capacità straordinaria di creare.
Inaugurazione sabato 7 luglio ore 18.30
Orario giovedì, venerdì, sabato e domenica 17.30 - 20.30
Ufficio stampa: uessearte
tel. 031.269393 fax 031.267265
Segreteria: Maria Lobina
tel. 02.86464733 86464740 fax 02.86464809
e-mail: lamarrana@iol.it
Casa Bolongaro, Località La Marrana,
Montemarcello, Ameglia (SP) tel. 0187.600158