A Matter of Time: the daughters of Casati. L'artista riporta in vita visioni per lo piu' arenate nei faldoni di archivi fotografici, pubblicazioni sbiadite o icone dello stile che fu (in particolare la Marchesa Casati, nota per le sue abitudini anticonformiste). Le sue opere sono simili a foto-collage, per la sovrapposizione di immagini che si compenetrano nella dissolvenza, ma offrono una rappresentazione unitaria e caleidoscopica.
A Matter of Time: the daughters of Casati
a cura di Emanuela Nobile Mino
L'Union è lieta di annunciare la prima mostra personale italiana dell'artista Susanne Winterling dal titolo "A Matter of Time: the daughters of Casati". Il progetto presentato da Susanne Winterling in anteprima alla galleria L'Union (lavori fotografici e performance) e', in parte, frutto dell'attività svolta dall'artista durante la sua residenza a Mosca presso il Museum of Photography, in parte lavoro appositamente concepito in occasione della sua prima personale italiana.
Se da un lato il progetto tende ad intercettare, in maniera velata, una particolare linea dei rapporti culturali intercorsi tra Italia e Russia tra il 1920 e il 1940, dall'altro, e in maniera più esplicita, mira a rintracciare nell'attualità l'eco attraverso la quale il clima culturale e certe atmosfere di quella specifica epoca sembrano ancora ridondare in Italia all'interno di alcuni luoghi storici, rifrangersi negli sguardi di adolescenti di nuova generazione per rivivere nell'interpretazione performativa concepita dall'artista. Riportando in vita visioni per lo più arenate nei faldoni di archivi fotografici o rintracciabili in pubblicazioni sbiadite. Le immagini della Winterling, nella loro modalità formale, pur riportando all'idea del foto-collage (per la sovrapposizione di immagini che si compenetrano nella dissolvenza), approdano ad un'idea di composizione e di rappresentazione unitaria e caleidoscopica.
Presentando, unitamente ad una serie di ritratti di luoghi e persone, la seduzione atemporale di ambienti e paesaggi italiani, in cui l'intelletto trovò nei secoli scorsi la culla ideale in cui proliferare nonché la fonte della sua ispirazione. I lavori quindi, se da un lato e senza pretese documentative, riferiscono qualcosa di esclusivo di un preciso ambito storico e sociale, dall'altro e senza indugiare sull'aspetto proclamatorio del ritratto fotografico, tramandano al presente la singolarità di certe personalità femminili attraverso le quali la cultura italiana trovò una privilegiata via d'accesso al panorama intellettuale internazionale. Ma, nel riportare in vita il carattere eccentrico e illuminato di determinate espressioni della cultura italiana, l'artista istituisce un inedito legame tra questo tempo passato e il tempo presente.
Alle immagini d'archivio raffiguranti icone di stile (in particolare la Marchesa Casati 1 , nota per le sue abitudini anticonformiste, la sua passione per il balletto russo e per i rapporti che coltivò con altre personalità eccellenti quali Ida Rubinstein), si sovrappongono, infatti, visioni attuali, registrate dall'artista all'interno di una casa patronale a Cadenabbia di Griante 2, e poi ancora gli scatti eseguiti durante la sua residenza a Mosca: ritratti di adolescenti di oggi colte in momenti di sognante assenza o di estrema concentrazione e dedizione verso giochi di gruppo o allenamento di danza. Ribadendo quello che è poi in definitiva il punto focale su cui il lavoro della Winterling volge, ovvero l'individuo. La figura umana - sia essa la riproduzione di un personaggio del passato in grado di incarnare tutta una serie di valori e, insieme, di orientamenti culturali di un'epoca, oppure le sfumature caratteriali duttili e acerbe di una ragazzina dei giorni nostri - costituisce il perno di ogni composizione, all'interno della quale un'ulteriore riflessione prende forma.
La lettura delle immagini, infatti, sospinge verso l'ipotesi che un certo tipo di atteggiamento culturale (libero, libertino e a tratti addirittura performativo) possa venir reiterato nel presente, in modo traslato ma incisivo, nelle espressioni che caratterizzano una particolare fase evolutiva dell'essere umano, quella adolescenziale, su cui spesso l'artista concentra la propria indagine. Questo particolare momento di crescita appare segnato fortemente dalla corsa alla "scoperta", dell'altro, del nuovo, ricerca attuata attraverso il gioco o l'attività sportiva, ovvero parentesi spazio-temporali nei quali l'espressione fisica e intellettuale trovano il giusto e libero sfogo, e la loro specifica direzione. Ed è su certi particolari sguardi o su determinati gesti che l'obiettivo di Susanne Winterling si posa, generando immagini in grado di evocare, attualizzandolo, quel clima di attenzione e di sospensione temporale che in modo sottile ma acuto sembra trascinare ad un tratto il passato nel presente e farlo riapparire proiettato negli occhi delle giovani ragazzine, già orientati verso il futuro.
Tale riflessione trova quindi declinazione nell'assetto della performance che l'artista presenta a corredo del progetto di mostra. "Voglio essere un'opera d'arte vivente": partendo proprio da un'affermazione della marchesa Casati, l'artista deriva l'immagine per la living sculpture predisposta a dialogo con i lavori fotografici. Sullo sfondo di un set, che simbolicamente si ispira alle ambientazioni in cui la Casati era solita muoversi, tre ragazzine creeranno e incarneranno rimandi e allusioni ad alcuni stravaganti atteggiamenti nati in quel preciso contesto culturale. Tale assetto restituisce un'idea di tempo che, attraverso il gioco, attraverso l'invenzione, si amplifica e universalizza, permettendo alla mente un'immaginaria esplorazione del mondo e della storia.
Il proposito dell'intero progetto, quindi, non è tanto quello di indugiare sul valore storiografico e celebrativo di luoghi e documenti, quanto semmai quello di predisporre una nuova ri-lettura della storia e delle coordinate spazio-temporali, impostando su una griglia di valore relativo, e in qualche modo universale, la relazione tra eredità storica e tempo presente, il rapporto arte-vita, recuperando sotto forma di gioco didattico da un lato alcuni degli aspetti più stravaganti e a tratti scandalosi della cultura italiana, dall'altro la transitorietà e l'ambiguità di un periodo come la fase adolescenziale dell'essere umano, che spesso proprio attraverso l'attività ludica inizia ad elaborare e ad esprimere la parte più intima della propria coscienza, a manifestare le proprie aspirazioni culturali e ad esperire la propria sessualità.
Il rapporto x=arte / y=prima adolescenza apre, quindi, a considerazioni più ampie, in sintesi all'idea di laboratorio, di spazio creativo in cui poter praticare una riflessione sulle sfaccettature della personalità e della cultura in senso globale, virando in ultima analisi sull'autocoscienza. Di conseguenza, la dimensione temporale che l'artista ricrea - sia nelle immagini che nella performance - sebbene intrisa di connotazioni simboliche e spaziali precisamente localizzate, restituisce un'idea di tempo estesa, per cui passato, presente e futuro sembrano collegarsi e dialogare attraverso alcuni parametri universali.
Portando a riflettere su alcuni dei punti di forza, e al contempo di debolezza, dell'essere umano: il potere disorientante della creatività, il confuso processo dell'auto definizione, la poliedrica struttura dell'identità (sia individuale che collettiva). ( E.N.M.)
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1 figura femminile "dandy" per eccellenza e musa di numerosi artisti e intellettuali tra cui Gabriele D'Annunzio, Man Ray, Cecile Beaton, Umberto Boccioni, Martinetti, Mariano Fortuny.
2 frazione a lago del Comune di Griante che agli inizi del 1800 e per lungo tempo fu uno dei luoghi preferiti da molti intellettuali da Giuseppe Verdi che qui compose le più belle arie della Traviata, a Stendhal che ambientò in questo paese gran parte della certosa di Parma di Parma, a Longfellow che dedicò a Griante stupende liriche.
Susanne Winterling
Nata a Rehau (Germania) nel 1971. Vive e lavora a Berlino.
La ricerca che l'artista porta avanti si esprime attraverso differenti discipline artistiche (fotografia, performance, video, installazione), spesso adoperate all'unisono all'interno del medesimo progetto. Gli studi presso l'Accademia di Belle Arti di Braunschweig compiuti sotto la guida di Marina Abramovic, hanno molto probabilmente determinato il rafforzamento dell'interesse dell'artista verso quella che costituisce la tematica cardine del suo lavoro: l'individuo. La sua indagine prende, infatti, in esame la persona, come sintesi di valori universali, differenti e sovrapposti, innati ed acquisiti (la cultura, l'etica, l'interiorità, il carattere) e il modo in cui questi appaiono a volte compenetrarsi, a volte invece entrare in conflitto.
Il suo studio si concentra sull'analisi della fase adolescenziale dell'essere umano, e in modo particolare sulla transitorietà che la donna vive negli anni della pubertà, e i modi in cui progressivamente questa arriva ad esprimere la propria intimità e formare la propria personalità. E', infatti, in questo periodo di passaggio e di crescita che alcune riflessioni e sviluppi interiori, nel produrre atteggiamenti di chiusura verso l'esterno, favoriscono consequenziali aperture verso universi fantastici interiori, molto vicini alla figurazione idealizzata, della letteratura, del romanzo. Come una sorta di diari intimi femminili, i lavori della Winterling indagano i territori dell'animo umano e raccontano la fragilità di alcuni passaggi vissuti in solitudine oppure l'incanto creato dalla condivisione del ritmo mantrico di un gioco di gruppo. Allo stesso tempo, le sue immagini esaltando l'espressività di singole individualità in germe, permettono una possibile immedesimazione dello spettatore, riattivando in questo memorie e sentimenti adolescenziali inconfessati o inconsapevolmente rimossi.
http://www.susannewinterling.de
Inaugurazione 20 aprile 2007
L'Union
via Reggio Emilia, 32a - Roma
Orario: mart-sab 11:00-13:00 e 16:00-19:30
Ingresso libero