L'artista macedone libera sulla tela una energia gestuale e astratta, mentre D'Alterio si muove in una regione piu' intima e turbata, in uno spazio assolutamente interiore. A cura di Vincenzo Montella.
The border
Inaugurazione sabato 14 aprile 2007 ore 18 con presentazione di Giorgio Agnisola. Visitabile fino al 29/4/2007 tutti i giorni tranne giovedi e festivi dalle 16 alle 20.
Informazioni sugli autori e la mostra al sito http://galleries.absolutearts.com/galleries/ilramodoro
Suggestivo, persino arrischiato questo confronto liminare che Vincenzo Montella, intellettuale finissimo e operatore artistico tra i più sensibili del territorio campano, propone nella mostra The border, di cui sono protagonisti un artista macedone, Zoran Poposki, e un artista italiano, Michele D’Alterio. A primo sguardo infatti sembrerebbe non esservi raccordo tra le due esperienze espressive, quella di taglio surreale e concettuale di D’Alterio e quella più astratta e altresì espressionistica di Zoran.
In realtà le due cifre stilistiche si assestano in uno spazio dualistico in termini espressivi: esplorano due modalità differenti della tensione emotiva, ma sono segnate da una analoga e persino convergente dinamica psichica. L’artista macedone libera sulla tela una energia gestuale e astratta, legata alla evocazione del colore ma anche alla cifra espressiva del segno, entro una costruzione di piani che si dispongono sovente a strati, da cui emergono forme non di rado figurative, profili che paiono instaurare una sorta di scenografia interiore. Che tuttavia viene come esorcizzata in fase creativa da interventi più propriamente razionali, frasi, scritte, sviluppi letterari, che l’artista sovrappone all’immagine, provocatoriamente, con atteggiamento sovente demistificatorio. Ne deriva una ambiguità visiva che innesca nell’osservatore una sorta di vigilata e tesa ricognizione tra parola e immagine, in uno spazio fortemente prensile sotto il profilo emotivo e al tempo stesso problematico, in qualche modo spaesante, comunque liminare.
D’Alterio invece si muove in una regione più intima e turbata, in uno spazio assolutamente interiore, in cui tuttavia ricompone un universo in apparenza realistico e tuttavia lontano dalla superficie del visibile, confinato nelle regioni profonde della psiche. Sicché le sue suggestioni visive, le sue superfici materiche, le sue tensioni simboliche, i suoi cromatismi intensi e visionari rimandano ad un mondo onirico e surreale: di un surrealismo tuttavia che non proviene dal sogno, ma è ricostruzione lucida, seppure emotivamente carica, sospesa tra elaborazione concettuale e spessore emotivo. Anche per lui dunque una operazione liminare, nel segno di una cifra propria dell’arte, in bilico tra realtà e finzione.
Inaugurazione: sabato 14 aprile 2007 ore 18
Il Ramo d'Oro
via Omodeo, 124 Napoli
Orario: tutti i giorni tranne giovedi e festivi dalle 16 alle 20.
Ingresso libero