Artista torinese che da anni opera sull'intreccio dei concetti di casa/relazione/viaggio/rito. In seguito ad un workshop, sono esposte opere degli studenti insieme ad alcune installazioni dell'artista.
La soglia del conosciuto
Referente critico Gabi Scardi
Ideazione e coordinamento Gabriella Anedi, Laura Colombo, Glauco Mambrini, Claudio Zanini
Hanno collaborato i docenti Fiorella Iori, Marisa Settembrini, Emanuela Volpe
Cosa diventa un caffé quando viene offerto da un rom a un “gagiò’?
Come può un cubo “sonoro” raccontare l’idea di casa dei rom?
Come mostrare il tempo e lo spazio di un campo nomadi?
E quali mappe possono visualizzare il campo di relazioni mobili
sui quali sono costruite le identità dei clan?
Queste alcune domande che Alessandro Quaranta, artista torinese che da anni opera sull’intreccio dei concetti di casa/relazione/viaggio/rito, si è posto corso delle proprie ricerche;
domande che sono poi risuonate nell’ambito del laboratorio da lui condotto
con un gruppo di studenti all’interno del Liceo artistico Boccioni.
Alessandro Quaranta è uno di quegli artisti attenti ai nuovi contesti e ai nuovi valori,
alle istanze sociali e alle trasformazioni in corso nel proprio tempo. Temi centrali del suo lavoro sono le appartenenze, le differenze, la cittadinanza, i meccanismi d’inclusione e d’esclusione;
e poi gli stili di vita, l’abitare.
Attento alle relazioni, Quaranta si mette in gioco personalmente,
non ambendo a lavorare “per” il pubblico, ma “con” un pubblico che si fa partecipante.
Oggetto primario della sua osservazione negli anni recenti è l’area sensibile costituita
dalle comunità di Rom che abitano sul territorio italiano. Estremamente vulnerabili, i Rom vivono in situazioni di assoluta precarietà, la loro esistenza relegata al margine delle città e della collettività. Eppure, di fatto sconosciute, queste comunità sono percepite come una grave minaccia.
La pericolosità attribuita loro ha a che fare, prima che con la realtà dei fatti,
con la percezione che se ne ha come di persone apparentemente incollocabili,
indefinibili e per estensione, incontrollabili, quindi socialmente destabilizzanti.
Lo sguardo che a essi Quaranta rivolge è discreto, disponibile, attento, empatico, consapevole del limite costituito da un’oggettiva differenza di condizioni di vita, ma capace di esprime altro sia dall’atteggiamento analitico da studioso, sia dagli atteggiamenti assistenziali o emergenziali
con cui normalmente queste comunità vengono avvicinate.
Le sue opere dicono un’appartenenza culturale, un coacervo di storie, di vite, di esperienze;
ma anche l’assurdità di esistenze che trascorrono tra infrastrutture insufficienti,
trasferimenti forzati, disagio assoluto, e che tutti tendiamo a non voler vedere.
Oltre a indagare una specifica realtà e a suggerire la necessità di un approccio empatico e non valutativo,
Alessandro Quaranta pone implicitamente una questione fondamentale, quella dello sguardo.
Come vediamo l’altro? Chi guarda e chi è guardato? E l’artista dove si colloca?
L’intervento di Alessandro Quaranta presso il Liceo Boccioni
nasce in relazione alla mostra “Wherever we go” tenutasi presso lo spazio Oberdan di Milano.
La mostra affrontava il tema delle relazioni interculturali e asseriva un’idea di identità e di cultura definite non solo in base a una radice geografica ma soprattutto come prodotti di esperienze e di relazioni; identità e di cultura come istanze non fissate una volta per tutte, ma vive e mobili,
capaci di resistere alle semplificazioni e alle classificazioni.
Il tema è stato ulteriormente affrontato sotto forma di dialogo attivo attraverso il progetto realizzato dall’ANISA, sezione di Milano, grazie al sostegno della Provincia di Milano,
presso i tre licei milanesi: Boccioni, Berchet e Gentileschi.
Nell’ambito di questo workshop gli studenti del Liceo artistico Boccioni si sono confrontati con Alessandro Quaranta, che ha fornito loro spunti critici utili a orientarsi rispetto a un tipo di approccio artistico
che si inserisce a pieno titolo nell’arte contemporanea.
Ne sono emerse riflessioni e abilità critiche. Opere degli studenti saranno esposte nell’ambito della mostra insieme ad alcune installazioni di Alessandro Quaranta.
Alle finestre della scuola si affacceranno 70 bandiere realizzate dagli studenti
per comunicare all’esterno la percezione di sé.
Nel catalogo, che sarà presentato il 1 giugno 2007 in occasione del Premio Boccioni, saranno presenti anche i percorsi paralleli ideati dalle altre due scuole
coinvolte nel progetto “Incontriamoci a scuola”
il Liceo classico Berchet con le conferenze propedeutiche al contemporaneo che,
a cura di Cesare Badini, spaziano dalla fotografia alle radici del moderno a Milano
(saggi di Roberto Mutti, Cesare Badini e Anna Menichella).
Con gli allievi dell’ITT A.Gentileschi invece, sotto la guida di Pia Antonini e di Riccardo Canova, è stato sperimentato l’approccio metodologico incentrato sull’”Epistemologia operativa”: Tale metodo, che designa una strategia di esplorazione attiva dei processi di costruzione della conoscenza, finalizzata alla presa di consapevolezza dei propri processi cognitivi,ha permesso di approfondire alcune tematiche della mostra e di sollecitare una riflessione personale e di gruppo sul proprio modo di rapportarsi a concetti come l’appartenenza e l’identità.
Inaugurazione: venerdì 20 aprile 2007 , ore 18.00
Liceo Artistico Boccioni
P.le Arduino, 4 - Milano
Orario: lunedì-venerdì 9-14 sabato 9-18 – chiuso domenica e festivi. Visite guidate gratuite.
Ingresso libero