Nelle sue opere sono sempre presenti i riferimenti storici e l'interesse verso le personalita' dell'arte figurativa europea. In mostra una serie di dipinti.
Mostra personale
a cura di Andrea Valentini
"Un guerriero deve innanzitutto comprendere che le sue azioni non portano a nulla;
nonostante tutto però deve continuare nell'attività come se non si rendesse conto di
niente. Questo si chiama la pazzia cosciente dello sciamano."
Incontro con se stesso
Fin dalle prime apparizioni sulla scena artistica slovacca, l'attività artistica di
Daniel Brunovsky è caratterizzata come continuativa attraverso uno sviluppo
graduale e logico, senza scatti rivoluzionari. Fin dall'inizio è una testimonianza i
chiari valori artisticamente e, soprattutto, umanamente definiti e, nel loro
contesto, anche delle visioni ed aspirazioni personali che si proiettano
naturalmente nelle tele dei suoi quadri. La sua attività artistica è la
testimonianza della libertà interiore dell'autore, che sulla strada ben indirizzata
non cede al panico dal dominio temporaneo degli altri, dei nuovi o degli intermedi
qualche volta accompagnati dall'isteria inutile; sulla scena rimane sempre presente
con il suo medium classico. E' un autore che non ha bisogno di festeggiare i ritorni
oppure la riscoperta della pittura, perché quella sua non se n'è mai andata, né si è
persa e lui - da queste feste spesso mal lievitate - non è dipendente. Brunovsky
possiede il proprio programma con il suo processo naturale di maturazione, non
modificato da condizionamenti di alcune motivazioni secondarie e spesso soprattutto
commerciali. Nonostante ciò, ma soprattutto anche grazie a questo, egli ottiene
successo.
Daniel Brunovsky è stato avvantaggiato da un entroterra artistico di famiglia, che
gli ha creato le possibilità fisiche ed intellettuali di un contatto intenso con le
arti figurative. La forza dei condizionamenti in quest'ambiente, a volte, può
rivelarsi controproducente. Per questa ragione si è resa indispensabile la
possibilità di una propria individuazione autonoma e della conseguente libertà
creativa; tanto ché già dagli inizi è stato in grado di trovare la propria
espressione artistica. La liberazione dalle autorità artistiche in generale si è
manifestata già nelle opere nate durante gli studi all'Accademia di Belle Arti a
Bratislava.
I vantaggi dai punti di partenza Brunovsky li raccoglie innanzitutto tramite un
rapporto codificato verso la storia delle arti, tramite l'interesse per la cultura
della nostra civilizzazione e la sua storia in genere, insieme con l'ammirazione
verso la cultura italiana, l'arte e l'architettura in particolare. Perpetuamente
arricchito dalla letteratura e dall'esperienza fisica e mentale di un viaggiatore
alla scoperta dell'arte, su questa base materializza anche il raggio tematico.
Nelle sue opere sono sempre presenti i riferimenti storici e l'interesse verso le
personalità, soprattutto quelle dell'arte figurativa europea. In questi tempi il
suo laboratorio pittorico sintetizza, in modo disinvolto, libero e naturale, la
ricerca dei valori migliori della gente e per la gente, in piena armonia
rinascimentale ed umanistica, con l'azione mistica e misteriosa del barocco con gli
ideali romanticamente alti, con le azioni d'onore e con gli elementi del simbolismo,
surrealismo, espressionismo e naivismo. E comunque, la varietà di quest' abbraccio
non minaccia l'unità ideologica delle opere di Brunovsky. A volte gli attributi si
manifestano tutti insieme, a volte solo alcuni di loro. Sempre però vi troviamo
l'uomo e, nei diversi aspetti, l'eterna visione del ritrovamento di un paradiso
perduto e quasi dimenticato, al quale l'autore torna ininterrottamente per poter,
sotto l'effetto dello sforzo creativo, mostrare l'invisibile, esprimere il celato,
afferrare l'infinito.
L'autore varia diversi temi nelle sue sempre nuove rappresentazioni - miracolo,
sogno, mistero, tristezza, solitudine, amore. Nel processo dei ritorni verso questi
temi si sviluppa e modifica lo stile dell'artista, nonché il modo della loro
raffigurazione. A volte entra nel mondo dei miti antichi e nel tema del Vecchio
Testamento; pone però i soggetti sul loro più basilare livello simbolico. Molto più
spesso crea le sue proprie mitologie, dove fa uso dei simboli in modo universale ed
anche casuale. La narrazione nelle opere di Brunovsky è poetica, addirittura
nostalgica. Si dice, che nei sogni l'uomo si comporta più saggiamente e
correttamente che nella veglia, quando non è in grado nemmeno di accorgersi di
quello che nel sogno è chiaro a prima vista. E questo riguarda anche le emozioni ed
aspirazioni.
I quadri di Brunovsky invitano all'interpretazione. Sono una dichiarazione, un
messaggio che è necessario leggere, mentre il loro effetto consiste nell'attirare lo
spettatore in modo disinvolto dentro la loro atmosfera e la loro storia non in
veste di un osservatore, ma di un partecipante attivo. Rivelano ed esprimono le
emozioni ed aspirazioni del pittore stesso, che in realtà sono universali. Il
soggetto è un eroe, a volte romantico a volte semplicemente solo. La solitudine, è
un tema frequente dei quadri di Brunovsky, risuona in diverse opere, ne "La Donna
Seduta" con l'anima nell'occhio di una spirale, oppure ne "La Luna Nera". Rimane
anche la possibilità della ricerca di una strada da "Il Labirinto" (labirinto non
per perderci, ma per ritrovarci), del ritrovamento ne "Il Faro" come un punto
d'orientamento oppure possiamo semplicemente urlare "Hallo!" a quelli che
altrimenti ci passerebbero solo accantoi.
Spesso si unisce la malinconia come sentimento di mancata realizzazione; del
continuo vivere qualcosa come una conseguenza di un aspirazione irraggiungibile. La
malinconia di Brunovsky non è solamente inanità e disperazione, ma allo stesso tempo
è romanticamente bellissima e triste, è dorata e piacevolmente struggente. Nella
storia, l'arte e la malinconia, stanno vicine. La malinconia ha diverse forme e
molte facce. La troviamo ne "La Luna Blu", che si manifesta così di rado e,
comunque, esiste; esiste ne "Il Giardino di Rudolf" annaffiata dai migliori
studiosi e artisti. La troviamo anche ne "La Storia di Kapak", il quale ha
rallegrato i tristi, ha regalato la forza agli stanchi ed ha saziato gli affamanti;
la vediamo anche nel "Desiderio" non soddisfatto, in un'appassionata "L'Insistenza"
con la voglia di stare più vicino possibile, addirittura nella sensualità dietro un
tocco de "Gli Amanti" intrecciati.
Le composizioni delle immagini di Daniel Brunovsky sono principalmente figurative. I
ritratti stilizzati, le figure in gran parte in un paese immaginario e volutamente,
addirittura quasi ingenuamente, semplificato, spesso con gli elementi
architettonici; oppure inserite all'interno di un'eterna "Città degli Immortali", le
storie con una simbologia espressiva, addirittura, di archetipo e con effetto
emotivo delle forme e dei colori, l'espressivo stile dinamico: tutto questo rende le
opere di Daniel Brunovsky inconfondibili. Il loro stile, come in una sinusoide,
cambia secondo il tema, l'attuale urgenza o l'umore. Ora più tranquillo nel lavoro
con il colore e con l'evidenziazione delle aree rispetto alle linee, ma più radicale
e dinamico nelle composizioni bianche e nere per riemergere timidamente sulla
superficie nelle sfumature del marrone e del rosso e unirsi con il blu magico nella
romantica armonia serale di una luce mistica e del crepuscolare cielo tranquillo. E
quando si riaccendono le stelle, gli eroi romantici dalle storie future di Daniel
Brunovsky sogneranno di un nuovo loro sogno eterno sul raggiungimento
dell'irraggiungibile.
"La sua pazzia cosciente gli permette di dichiarare quell'azione molto importante e
comportarsi di conseguenza. Ma lui lo sa, che non è proprio così. E' per questo che
sente la pace interiore ogni volta che realizza la sua azione. Gli è indifferente,
se la sua azione sia giusta o sbagliata, se funziona o non funziona. Quello non lo
riguarda."
Carlos Castaneda
Vernissage: 19 aprile, ore 18.30
Galleria La Sfinge
Corso Mazzini 224 - Ascoli Piceno
Ingresso libero