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Fosco Maraini
dal 18/4/2007 al 19/5/2007

Segnalato da

Silvia Barbarotta




 
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18/4/2007

Fosco Maraini

Istituto Svizzero di Roma - ISR, Roma

L'incanto delle Donne del Mare. Il tema della mostra sono gli Ama, un gruppo etnico che viveva in piccoli villaggi sulle rive del mare, distribuiti lungo tutta la costa centrale e meridionale del Giappone. Esposta una serie di fotografie.


comunicato stampa

L'incanto delle Donne del Mare. Le Ama di Hekura

a cura di Francesco Paolo Campione e Domenico Lucchini

L'Istituto Svizzero di Roma, in collaborazione con il Museo delle Culture di Lugano e il Gabinetto Scientifico e Letterario G. P. Vieusseux di Firenze, organizza dal 20 aprile al 19 maggio 2007, presso i propri spazi espositivi, la mostra L'incanto delle Donne del Mare. Le Ama di Hekura nell'opera di Fosco Maraini.

Saranno esposte trenta fotografie in bianco e nero, scattate da Fosco Maraini (1912- 2004) all'isola di Hèkura nel 1954. Alpinista, viaggiatore, etnologo, narratore, fotografo e soprattutto cittadino del mondo, in Italia come in Giappone, Fosco Maraini è uno dei personaggi culturali italiani più prestigiosi e rinomati anche all'estero.

Il tema di questa mostra sono gli Ama, un gruppo etnico che viveva in piccoli villaggi sulle rive del mare, distribuiti lungo tutta la costa centrale e meridionale del Giappone. Gli Ama, oggi ormai completamente assimilati dalla cultura giapponese, conservavano ancora a quell'epoca alcuni tratti culturali originali che ne distinguevano peculiarmente sia la struttura sociale, sia l'ideologia e le manfestazioni della vita spirituale. Fra questi tratti, quello senz'altro più evidente riguardava la pesca di un particolare mollusco, l'awabi (in italiano «orecchia di mare»), che costituiva la principale occupazione dei mesi estivi e la fonte di reddito di gran lunga più importante dell'intera comunità.

All'isola di Hèkura, al largo delle coste centro occidentali del Giappone, la pesca agli awabi era un compito riservato alle donne che la praticavano in apnea lungo i fondali prospicienti l'isola, in alcuni casi profondi anche venti metri. "Le giovani - scrive Maraini in una delle sue pagine - erano spesso bellissime; i loro corpi gentili e forti scivolavano nell'acqua con la naturalezza di un essere che si trova nel proprio elemento. Ma le anziane, in genere molto meno avvenenti, con le tracce di numerose maternità nel petto, nel ventre o nei fianchi, riempivano di meraviglia e d'ammiraziuone per la loro bravura."

Oltre al documentario realizzato, oggi purtroppo perduto, Fosco Maraini realizzò un reportage fotografico che ritraeva il villaggio, la sua gente, le cerimonie ma, soprattutto, l'incanto della vita delle donne e la loro attività sottomarina. Non essendoci allora in Giappone attrezzature di ripresa subacquea, sulla scorta delle esperienze fatte qualche anno prima alle Isole Eolie, Maraini fece appositamente costruire uno scafandro per la cinepresa e uno per la fotocamera, così da avventarsi lungo i fondali al seguito delle Ama. In mostra si potranno vedere alcuni esemplari delle sue macchine fotografiche, recentemente ritrovate e restaurate.

In quel celebre servizio fotografico, forse il primo reportage etnografico subacqueo, Maraini seppe coniugare attraverso la sua visione solare e disincantata, quello che agli occhi occidentali appariva come il fascino erotico delle donne di Hèkura, con la narrazione di fotogrammi di una quotidianità contrassegnata da un profondo rapporto della cultura con l'ambiente. Un Giappone, per molti versi sconosciuto, che l'obiettivo dell'etnologo e del fotografo riuscì ad immortalare ancora nella sua piena vitalità, mentre all'orizzonte si poteva intravedere già l'autunno di un mondo destinato, di lì a poco, a scomparire per sempre.

Le foto di Maraini furono pubblicate per la prima volta nel volume "L'isola delle pescatrici", nel 1960. Il volume fu un grande successo editoriale cui concorsero diversi motivi, fra i quali - senz'altro - la singolarità dell'argomento, l'abbondanza dei nudi femminili e, soprattutto, il bisogno di un pubblico internazionale di tornare a sognare quei paradisi lontani che potevano allontanare i fantasmi ancora vivi della Guerra e le dure ristrettezze degli anni della ricostruzione. Nel giro di quattro anni, il volume ebbe quattro edizioni italiane, un'edizione inglese/americana di grande tiratura e, a seguire, un'edizione norvegese, una tedesca ed una prima edizione giapponese, con la bella traduzione di Fumiko Makino, ma con un corredo fotografico ridotto dalla moralistica censura del Sol Levante.

Catalogo "Fosco Maraini" a cura di F. P. Campione, Edizioni MCEL/Città di Lugano

A complemento della mostra è organizzato per il pomeriggio del 2 maggio un seminario di studi dal titolo "Teorema Maraini". Incentrato attorno alla figura di Fosco Maraini, il seminario intende dare testimonianza della sua personalità eclettica che, con grandi risultati, coltivò almeno cinque campi diversi: l'antropologia, gli studi orientali, l'alpinismo, la letteratura e la fotografia. Dall'altra propone una riflessione profonda sul legame della cultura con l'ambiente e sulla necessità implicita di salvaguardare le specificità delle culture.

Ufficio stampa:
Silvia Barbarotta per Intesa & C.P. S.r.l.
Via dei Banchi Vecchi 58 - Roma
Tel. 06.6832740 - Fax 06.6832770
Mail: s.barbarotta@intesacp.it

Conferenza di presentazione: giovedì 19 aprile 2007, ore 18.00

Inaugurazione mostra: giovedì 19 aprile 2007, ore 19. Alla presenza di Mieko Namiki Maraini

ISR, Istituto Svizzero di Roma - Sala Elvetica
Via Liguria 20 - Roma
Orari apertura: lunedì-sabato 11-13 e 15-19
Ingresso libero

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Sally Schonfeldt
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