Geometrie variabili - XIV edizione. Una ricerca nei territori culturali, geografici, simbolici dell'Europa contemporanea. Il festival propone un ricco programma di spettacoli, tra cui quelli di Societas Raffaello Sanzio, Teatro Minimo, Michele Anne De Mey, Louise Lecavalier, etc., che spaziano dal teatro, alla danza, alla performance.
Geometrie variabili - XIV edizione
… Tales from the margins. La rete europea e transeuropea, che da sempre interessa il Festival, ancora una volta si consolida e alimenta grazie alla collaborazione dinamica e propositiva di artisti e strutture che hanno riconosciuto in Fabbrica Europa un cuore pulsante attivo e centrale nella produzione e presentazione dei linguaggi contemporanei. Il fitto intreccio di cooperazioni artistiche internazionali, nazionali e locali, nel corso degli anni ha creato intorno al festival un tessuto tenace, fertile e stimolante. Fabbrica Europa si riaccende, raccogliendo e accogliendo coloro i quali credono che comunicare e condividere qualità espressive e artistiche, mestiere, professionalità, contenuti, passioni ed entusiasmi, sia un valore irrinunciabile e un impegno civile e sociale oltre che culturale. Fabbrica Europa ‘07 segna i confini dei racconti per oltrepassarne i margini seguendo le tracce delle narrazioni di un popolo di creativi, portatori di emozioni, riflessioni ed espressioni intime o collettive, che vanno disegnando traiettorie nella Firenze che è Toscana, è Italia, è Europa, è Mondo.
Già alla fine di aprile, al Teatro Cantiere Florida, un’anticipazione annuncerà l’inizio del Festival. Torna a Firenze Maria Donata d’Urso (28/4) con Lapsus (nuova creazione in coproduzione con Fabbrica Europa, un’anteprima dello spettacolo che debutterà in maggio a Le Havre), una raffinata indagine sul corpo come unico soggetto e mezzo di rappresentazione e sulla pelle come superficie visibile della relazione tra corpo e spazio circostante. L'attenzione alle percezioni del corpo allarga la nozione di soglia, contorno. L’obiettivo è far vivere lo spazio appena sopra la superficie della pelle, dove circolano le energie. Lo spazio non è solo involucro ma è portatore di dinamismo: dando materialità al volume scenico, la coreografa gioca con il vuoto per confondere assenza e presenza.
A una delle più acclamate compagnie a livello internazionale, la Socìetas Raffaello Sanzio (4,5/5), è affidata l’inaugurazione del festival. Hey Girl! è un lavoro sul movimento e sul gesto privo di contenuto, la cui unica morale è l’attenzione a una forma di nudità psichica. Nessun riferimento culturale, iconografico o filosofico, ma solo gesti, svuotati o perduti, deposti come gusci vuoti. Dice Romeo Castellucci: “(…) guardavo un gruppo di ragazze che aspettavano alla fermata del bus. (…) Qualcuno si sveglia, si alza, si prepara per uscire. Esce. Fine della storia”. Nella ripetizione il gesto si imprigiona, facendo affiorare l’essenza che non rimanda a nulla se non alla traiettoria del suo stesso peso. Uno sguardo inquieto, rallentato sulle cose. Ma anche emozione, fragilità che si traveste da forza, quotidianità del banale, glorificazione del mistero della femminilità, l'oscura ma invincibile forza che si mescola con il senso di vita e morte. E disincanto, che non conosce pace e che trova felicità nel dispiegarsi del pensiero, in un’emozione che nasce dalla mente per andare al corpo e di lì al cuore.
Il Teatro Minimo (4-6/5) porta in scena un classico: Amleto. La storia è quella a tutti nota e il testo è smontato e reintrodotto sulla scena attraverso un soliloquio. Dopo Shakespeare è la volta di Alfred Jarry. Fortebraccio Teatro (11,12/5) porta in scena Ubu incatenato, un inno alla libertà attraverso la mitizzazione della schiavitù. Alla base l’appartenenza e dipendenza tra autore, personaggio, ruolo, attore: un modo per essere sia Ubu che Jarry, non solo marionetta e colui che tira i fili, ma anche l’autore di fronte a se stesso e alle sue opere. Grazie alla motion capture, l'incatenamento di Ubu è anche tecnologico: più la tecnologia incatena l'attore sul palco, più si libera il personaggio virtuale che gli corrisponde. Inghilterra del ‘600, Francia di fine ‘800, Irlanda di metà ‘900: la Compagnia Laboratorio di Pontedera (15,16/5) nelle ultime repliche di Aspettando Godot, regia di Roberto Bacci. Dopo la contestazione sul cast da parte degli eredi di Beckett - contrari alla presenza di attrici in ruoli maschili - risoltasi a favore della Compagnia, lo spettacolo ha riscosso larghi consensi nel corso di una lunga tournée. Un autore straniero anche per Egumteatro (11-13/5) che, in prima nazionale, affronta per la prima volta Sarah Kane. Dannati inizia come un’avventura d’amore in una stanza d’albergo. Fuori, la guerra civile, dentro, il disastro del rapporto tra un uomo e una donna e quello intimo e personale di ciascuno dei protagonisti. Tralasciando gli aspetti più provocatori della Kane, la pièce riflette sulla violenza che dall’esterno ci invade e che esercitiamo e subiamo nel quotidiano, nei sentimenti, nei rapporti: l’orrore per quel che ci fanno e per quel che facciamo di noi stessi.
Ma ancora eventi straordinari di respiro internazionale mai presentati in Italia.
La coreografa belga Michèle Anne De Mey (8/5) riallestisce la sua celebre Sinfonia Eroica. Raccogliendo il successo internazionale della sua creazione del 1990, è oggi, con un nuovo gruppo di danzatori, che De Mey riprende questo spettacolo che alterna momenti ludici o gravi a momenti di puro movimento o dettati dall’incanto del ricordo. L'energia sposa l'emozione e il gesto in una toccante simbiosi con la potenza espressiva ed evocativa della Terza Sinfonia di Beethoven. Per la coreografa, dal 2005 condirettore di Charleroi Danses, Sinfonia Eroica “tiene essenzialmente allo slancio collettivo, all'energia del gruppo in scena che si libera e che gli dà una forma di ingenuità e leggerezza davvero magica”. La canadese Louise Lecavalier (11,12/5), figura emblematica della danza contemporanea, è protagonista di una serata che si compone di tre pièce, sempre in prima nazionale. “I” is memory, un assolo firmato dal connazionale Benoit Lachambre, sorprende e toglie il fiato allo spettatore per la sua estrema lentezza. Creando immagini forti ed emotivamente molto intense e commoventi, la Lecavalier attira gli spettatori in una danza quasi sonnambulica e spettrale. Lone Epic è l’altro solo ed è firmato da Crystal Pite; Lula and the Sailor è invece un duo che vede in scena la Lecavalier con Éric Beauchesne per la coreografia Tedd Robinson.
Il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, in collaborazione con Fabbrica Europa, presenta Daphnis et Chloé, prima nazionale, e Symphony of Psalms, nuova creazione di Lucinda Childs per MaggioDanza (19-24/5). Un imponente allestimento caratterizzato da strutture a spirale che si stagliano per tutta l’altezza della Leopolda e che ruotano su se stesse, sono lo scenario in cui si sviluppa l’azione dei danzatori. Un vetro, una sorta di quarta parete, filtra lo sguardo degli spettatori.
Dalla Danimarca Next Zone (9/5) presenta in prima nazionale Cinematic Movies # 3 – Cartoons. Cartoni animati da Usa, Giappone ed Europa sono la fonte di ispirazione. I danzatori, dal linguaggio divertente e dalla forte energia vitale, sperimentano e interpretano con grande incisività le situazioni buffe e gli eventi violenti propri del mondo fantastico dei cartoons.
La compagnia italo-francese Silenda (13/5) presenta in prima nazionale …Ponts, Courants... Scritta sotto forma di un road movie, la pièce è una poesia visiva che si sviluppa su differenti supporti - immagini filmate, danza, musica – che evocano la città e le sue pulsazioni, i passanti e l’eccesso che ne attraversa i corpi in un gioco perpetuo, vivo e potente.
Altra coproduzione di Fabbrica Europa è Brothers Karamazov, in prima nazionale per la regia della coreografa slovena Mateja Bučar/DUM (5,6/5). Un importante progetto che vede coinvolti 20 tra coreografi, attori, performer, filosofi e teorici (da Slovenia, Italia, Portogallo, Russia, Germania, Francia, Olanda, Romania, Svezia) scelti durante audizioni a Ljubljana, Firenze, Mosca, Londra, Hong Kong. Lo spettacolo, che ha debuttato il 20 dicembre 2006 in Slovenia, mette in scena “i fratelli Karamazov di oggi”: i performer hanno scelto il ruolo più vicino per carattere e inclinazione, lavorando sull’intreccio tra il proprio tessuto esistenziale e quello del personaggio letterario.
Ancora una produzione internazionale: Tito-Ventesimo secolo, il progetto del regista croato Branko Brezovec, coinvolge registi croati, russi, macedoni, egiziani, artisti, istituzioni di 9 paesi europei. In tale ambito si inserisce Tito, certain diagrams of desire del drammaturgo croato Slobodan Snajder (23,24/5). I giovani registi macedoni Martin Kocovski, Dean Damjanovski, Dejan Projkovski e la coreografa russa Olga Pona si sono concentrati sul subconscio del comunismo più che sulle sue sedimentazioni ideologiche. 45 attori e danzatori (macedoni, italiani, sloveni) raccontano episodi della vita di Tito con immagini potenti che restituiscono l'essenza del periodo dal 1918 alla caduta della confederazione iugoslava. Lo spettacolo, in prima nazionale, descrive, attraverso soluzioni sceniche e l’uso di fonti originali, i tempi eroici della rivoluzione, i tentativi e i fallimenti nel raggiungimento di un’utopia.
Il polacco Teatr Zar (18,19/5) presenta Taglio cesareo. Prove sul suicidio, una metafora sullo stato di necessità del suicidio, sulla forza del destino e della salvezza. La struttura musicale si basa su canti polifonici Corsi, con l’inserimento di canti bulgari, rumeni, islandesi e ceceni.
Dalla stessa area geografica arriva Alexander Balanescu (9/5). Il violinista e compositore rumeno presenta Maria T. la sua nuova creazione multimediale dedicata al canto e all’epopea della grandissima sua conterranea Maria Tanase (1913-1963), definita la “Edith Piaf di Bucarest”, che incantò i rumeni negli anni '50. Klaus Obermaier è il curatore delle immagini, Balanescu guida il suo String Quartet, e l’omaggio è a uno dei miti canori dell’Europa dell’Est. La capoverdiana Sara Tavares (6/5) presenta Balancê, suo ultimo lavoro. Cresciuta musicalmente acquisendo diversi stili, inclusi gospel, funk e soul, ha assorbito tutte le influenze della cultura africana creando uno stile molto personale che l’ha resa celebre tra i cultori della world music.
Sul palco un’autentica “all stars” del new jazz che allinea i talenti di Peter Brötzmann e Joe McPhee, maestri insuperati, attivi dalla metà degli anni ’60 e ancora acclamati per creatività e ispirazione, con Kent Kessler e Michael Zerang. Brötzmann e McPhee suoneranno per la prima volta insieme in Italia (17/5).
Un gruppo che allinea alcuni degli esponenti più ispirati della nuova scena sonora brasiliana è quello raccolto sotto la sigla +2, un trio costituito da Alexander Kassin, Moreno Veloso, figlio del celebre Caetano, e Domenico Lancellotti. Il nuovo cd, Futurismo, è la perfetta sintesi tra eredità della bossa nova e atmosfere e sonorità contemporanee (10/5).
Il Dave Burrell Italian Trio presenta La vie de Bohème (13/5). Burrell, pianista e compositore, si rifà al blues e alla musica afro-americana, al jazz dei grandi maestri e alla tradizione europea - in particolare il repertorio operistico di Giacomo Puccini - contaminati da nuove sonorità.
E ancora uno sguardo sulla danza italiana: Rami, Come Quando Fuori Piove, è la nuova creazione di Giorgio Rossi (18/5) che racconta il frazionamento di ogni singolo fenomeno della vita in sotto-fenomeni. Un ego si scompone come un lego in un gioco di costruzioni che si svela allo sguardo altrui. Karahunge – Voci di Basalto è un progetto di Angela Torriani Evangelisti e Leonardo Filastò per Versiliadanza (15,16/5): l’Armenia è il luogo delle pietre che parlano, cantano, alle volte urlano. Qui, più che altrove, lo spirito si è fatto pietra attraverso coloro che ne sono i custodi danzanti.
Per la III edizione di MOVING_movimento (10,11,16,22/5), progetto di residenze coreografiche che sostiene e promuove i giovani della danza italiana contemporanea, sono stati selezionati: Bava di Giulia Mureddu; Over del Gruppo Le-gami; Verso la luce di Leonardo Diana; Tracce verso il nulla del Gruppo Nanou. Un progetto di Fabbrica Europa/Ente promozione danza; Festival Santarcangelo dei Teatri; Giardino Chiuso/Teatro dei Leggieri, San Gimignano; Officina Giovani/Cantieri Culturali ex Macelli, Prato; Assessorato alla Cultura e Politiche Giovanili Comune di Prato.
City Mix (4,5,9-12,19/5) è un viaggio tra gli Hot Spot della creatività elettronica contemporanea in quelle città che per natura e vocazione sono punti caldi di confluenza artistica. Nel panorama delle arti elettroniche mixmediali, il progetto propone la sperimentazione, la qualità artistica e produttiva di centri che danno spazio a energie nuove: Firenze, Amsterdam, Bucharest, Istanbul, San Paolo, Berlino.
Inoltre Antenna Europe Direct Firenze e Fabbrica Europa promuovono la Festa dell’Europa (8,9/5), due giornate non stop con dibattiti, conferenze, desk informativi, appuntamenti gastronomici, happy hours, incontri con artisti, una kermesse con compagnie europee e produzioni internazionali.
Extrafesta: progetti speciali con le comunità immigrate per riflettere su integrazione, identità e geometrie variabili dei confini territoriali, linguistici, culturali. Musipolitana (18/5), in collaborazione con CAM, è un progetto sulla multiculturalità musicale in Toscana: un discorso aperto per e con i musicisti stranieri residenti nel territorio che, suonando fra una piazza e un sottopassaggio, ci offrono arte, cultura e tradizione. A tutto ciò si aggiungono incontri, tavole rotonde, workshop, meeting, ovvero momenti e occasioni di dialogo e confronto fra artisti e degli artisti con il pubblico.
Save our flowers è lo slogan dell’installazione che Massimo Barzagli (4-26/5) ha ideato per la Stazione Leopolda: luce, colore, gesto, geometria, parola e numero, tradotti in una sorta di legenda che li rende visivamente intelligibili. Luisa Cortesi, all’interno dell’installazione, presenterà Il braccio nella manica, una performance che è un racconto figurativo del corpo (4,5,6,8,12,18,20/5).
Il 26 maggio, per il 50° anniversario, l'Arci organizza l'evento finale delle celebrazioni. Alla Leopolda ultimi fuochi sul festival con una notte di concerti, spettacoli e dj set: Daniele Silvestri, Badara Seck e Mauro Pagani, Nomadi, Ellen Ripley + Dj Ninja e Max Casacci, Maffia Sound System, Tarick1.
Ma le luci sul festival si spengono con un evento speciale. Karine Saporta, ispirata dal lavoro potente e raffinato della cavallerizza più dirompente di Zingaro, cura regia e coreografia di uno spettacolo equestre-coreografico che vede protagonista proprio Eva Schakmundès, erede dell’arte magica e ineguagliabile di Bartabas e della sua compagnia Zingaro. Wild (25-31/5) - basato sulla relazione della cavallerizza e del danzatore africano Jean Kouassi Konan con 3 cavalli - è un lavoro poetico sorprendente e spettacolare, che esalta forza, finezza, potenza espressiva e fisica delle figure in scena. L’evento, unico per l’Italia, si terrà nel Giardino del Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino (Fi).
Nel 2006 l’UE ha riconosciuto Fabbrica Europa organismo culturale con obiettivi di interesse europeo. Il nuovo sito della Fondazione Fabbrica Europa per le Arti Contemporanee/organismo di promozione di cultura europea (www.ffeac.org), è una piattaforma online aperta e dinamica che dà spazio ad attività e progetti che vedono coinvolta FE nella rete europea insieme a partner, organizzazioni, enti, strutture, soggetti, artisti, che hanno collaborato e collaborano all’ideazione e realizzazione dei progetti.
Stazione Leopolda e altri spazi
Firenze
Spettacoli dalle h 18 alle h 24.
Biglietti: da 10 a 20 euro.