La mostra presenta tre soggetti fondamentali del lavoro di Manai: la "natura morta", il "corpo" e la "testa", evidenziando l'importanza del gesto nel dare forma alle figure, spesso concretizzato nello scatto fotografico su cui l'autore interveniva successivamente a pittura.
Scatto e sviluppo del gesto
a cura di Sabrina Samorì
La mostra presenta tre soggetti fondamentali del lavoro di Piero Manai: la "natura morta", il "corpo" e la "testa", evidenziando l’importanza del gesto nel dare forma alle figure, gesto spesso concretizzato nello scatto fotografico, nelle polaroid su cui l’autore interveniva successivamente a pittura.
Scomparso prematuramente Piero Manai (Bologna 1951-1988) ha lasciato un’opera completa, intensa, caratterizzata da figure sfuggenti, isolate e proiettate verso l’esterno in un rapporto dialettico di pieno e vuoto. Curioso sperimentatore di molteplici tecniche e materiali, ha prodotto un’arte di forte impatto espressivo che per circa un ventennio si è sviluppata con continuità.
Il percorso della mostra inizia con una natura morta su tela di grande dimensione, osservata da opere dello stesso soggetto su supporti e tecniche differenti, soprattutto polaroid e acetati. Si prosegue nella seconda sala con una serie di piccoli acetati che ricompongono una fisicità a brandelli ricca di tensioni psicofisiche, intorno a una grande tela con una figura chinata, sospesa nello spazio. Nell’ultima sala sono esposte due teste, una su carta intelata e l’altra su plexiglas, che dialogano specularmene tra opere di formato minore e polaroid. Le teste, come pure i corpi, sembrano sculture dipinte, slegate dal contesto e atemporali nella loro monolitica assolutezza.
Le polaroid sono un mezzo espressivo ricorrente e fondamentale lungo tutto il percorso di ricerca di Manai. Scattate tra il 1974 e il 1984, gli hanno dato la possibilità di trasformare e rimodellare le figure e i soggetti delle opere maggiori. Le polaroid sono l’espressione artistica immediata dell’artista che ha potuto rielaborarle, accentuarle e commentarle secondo le tracce della sua esperienza visiva. Una ricerca intensa che lascia intravedere lo studio delle pose delle grandi tele e che manifesta l’attenzione di Piero Manai alla fenomenologia del corpo e alle sue possibilità di movimento e occupazione dello spazio.
Inaugurazione: 4 maggio 2007, ore 19
Otto Gallery
via D’Azeglio 55 - Bologna
Orari: martedì-sabato dalle 10.30-13 e 16-20 (domenica e lunedì su appuntamento). Apertura straordinaria domenica 6 maggio dalle ore 11.00 alle ore 19.00, in occasione dell’inaugurazione di MAMbo – Museo d’arte moderna di Bologna