Franco Del Zotto Odorico
Luca Gabrielli
Paola Ganz
Sara Bertossi
Roberta Cantarini
Gaia Conti
Tatiana Lo Iacono
Paola Omboni
Un allarme sempre piu' pressante: conflitti apparentemente insolubili, terrorismo imprevedibile e incontrollabile, cadute e nascite di tiranni, intere nazioni in stato d'allerta. Le installazioni e video dei 4 artisti in mostra risentono queste problematiche.
Collettiva
A cura di Roberta Cantarini, Gaia Conti, Tatiana Lo Iacono, Paola Omboni
“Conto alla rovescia: conteggio in senso inverso del tempo che manca
ad un avvenimento, caratterizzato dall’istante zero come istante finale”.
Dizionario De Mauro, Paravia
Countdown: conto alla rovescia, attesa di un istante zero che
arriverà e che segna la fine della realtà come è in questo momento.
Questo stato si profila oggi quasi come un vero e proprio modo
esistenziale dell’umanità, investendo tutte le sfere della vita
contemporanea: biologica, politica, privata e morale. E’ una delle
possibili declinazioni dello stato di emergenza permanente,
tematizzato dal filosofo Agamben, che di fatto si estende a tutti gli
aspetti del nostro essere
Sempre più insistentemente si parla delle incertezze che coinvolgono
la sopravvivenza della nostra specie. Lo scienziato di fama mondiale
James Lovelock, ha per primo teorizzato il concetto di Gaia come una
sorta di sistema di auto-assestamento planetario, di ammortizzazione
degli sconvolgimenti, anche climatici, che progressivamente mutano la
Terra. Secondo una sua recente intervista sulla prestigiosa testata
americana The Indipendent, Lovelock sostiene che l’umanità ha
oltrepassato il punto di non ritorno, che il “sistema di sicurezza
Gaia” non funziona più ed entro la fine del secolo gli unici luoghi
vivibili saranno i poli. Ciò che abbiamo sempre considerato visione
apocalittica è ora divenuto urgenza.
Un allarme sempre più pressante: conflitti apparentemente insolubili,
terrorismo imprevedibile e incontrollabile, cadute e nascite di
tiranni, intere nazioni in stato d’allerta da anni, i diritti civili
dei cittadini schiacciati. Tutto questo non può non influenzare
chiunque rifletta sulla natura dell’essere umano e sulle conseguenze
a lungo termine di tutto ciò. Tutto questo non può non influenzare
anche la sfera più intima delle nostre vite: l’ansia generata dalla
nostra impotenza causa la necessità di una sorta di anestetizzazione
costante rispetto la realtà. Si pensi al concetto di divertissement
di Blaise Pascal o alla sfera di non-autenticità di Martin Heidegger.
Il bisogno di pensare piamente che, se tutto va bene nella nostra
piccola sfera personale, nonostante tutto quanto detto prima stia
realmente accadendo ora, questo sia il migliore dei mondi possibili,
deriva dall’esigenza di percepire sicurezza anche quando non ve ne
sia. Nulla c’è da preoccuparsi - e la conseguenza diretta di questo è
l’abdicazione dei propri diritti ad altri che, appunto, si
occuperanno di TUTTO il resto.
Questo tipo di riflessioni sono presenti nelle opere degli artisti
con cui abbiamo collaborato per lo sviluppo di Countdown.
Nell’installazione "Libro d'autore" di Franco Del Zotto Odorico
protagonista è il verbo che si fa forma, ma al contempo non riesce ad
eludere la sua labilità e si corrompe.
Luca Gabrielli nel suo video “Imitation of life” crea dei personaggi
manifestazione di un qualcosa che non è umano, non per la loro
natura, ma per lo stato di diritto che li condanna a collocarsi tra
umano e cosa.
Paola Ganz nel “Bagno di Rosy” ci trasporta, immagine dopo immagine,
in uno luogo altro e sospeso, senza tempo nè spazio dove la
protagonista, Rosi, dolcemente nasce e si culla nell’acqua per poi
tornarci e confondersi in assenza di confini.
Col video “Dono in #” Sara Bertossi intende invece mettere in scena
quella sensazione, familiare a molti, di mancanza di valori che
pervade e permea, come un dono vuoto e senza significato, la società
odierna.
Ciò che viene presentato in questa esposizione, è dunque quello che
abbiamo visto nelle parole degli autori citati e sicuramente in
quelle di Giorgio Agamben. E’ ciò che da sempre fanno i pensatori,
gli scienziati, gli artisti: testimoniare e “decodificare” il proprio
tempo. Non si tratta di cercare la proposta di una soluzione, ma
l’indicazione di alcuni aspetti della realtà per come sono. Non un
conferimento di un senso univoco a ciò che vediamo attorno a noi, ma
l’accettazione del dubbio, innanzi tutto, come grado zero di ogni
ricerca.
Inaugurazione sabato 5 Maggio 2007, ore 18.30
Galleria Michela Rizzo
Calle degli Albanesi, 4254 - Venezia
Orario galleria: martedì 10.00 – 12.30 e 16.30 – 19.30; da mercoledì a sabato 16.30 – 19.30
Ingresso libero