Palazzo Grassi
Venezia
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COSMOS
dal 25/3/2000 al 23/7/2000
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Palazzo Grassi




 
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25/3/2000

COSMOS

Palazzo Grassi, Venezia

Da Goya a De Chirico, da Friedrich a Kiefer L'arte alla scoperta dell'infinito


comunicato stampa

Da Goya a De Chirico, da Friedrich a Kiefer
L'arte alla scoperta dell'infinito

La mostra "Cosmos. Da Goya a De Chirico, da Friedrich a Kiefer - L’arte alla scoperta dell’infinito" è aperta da un prologo cui seguono sette sezioni che si articolano in undici sottosezioni. In questo contesto, anche per sottolineare la continuità della presenza del tema oggetto della rassegna durante i duecento anni di storia dell’arte sui quali indaga l’esposizione, il percorso della mostra è punteggiato a più riprese da opere contemporanee che stabiliscono un collegamento tra le diverse epoche anticipatrici del 2000 e la cultura del nostro tempo.

La "sala degli stucchi" di Palazzo Grassi accoglie il visitatore, appunto, con il Prologo della mostra dal titolo "L’utopia dei lumi", che propone una serie di disegni, acquarelli e libri riguardanti opere architettoniche di cui sono autori tra gli altri Boullée, Ledoux, Schinkel e Vaudoyer.

La prima sezione della mostra riguarda il tema "Natura e Cosmos". Ad aprirla è la sottosezione dedicata al "Sublime" e al sentimento dell’infinito, che presenta, tra le altre, opere di Friedrich, come ad esempio il suggestivo paesaggio serale con due figure, Turner, di cui si ammirano "Alba con mostro marino" e "Tramonto sul lago", Carus, tra cui "Tomba al chiaro di luna" del 1820, oltre al grande olio di John Martin "Gli angeli caduti che entrano nel Pandemonio".

L’atmosfera romantica si riscontra in buona parte delle opere della successiva sottosezione, che analizza la "Nascita del panorama", con lavori, tra gli altri, di Goya, come il celebre "La Mongolfiera", John Knox, di cui si propone un suggestivo "Panorama di Glasgow", Caspar Wolf e Louis Bonnier. In questo settore della mostra trova spazio la curiosa litografia di Odilon Redon "L’occhio, come uno strano pallone che si muove verso l’infinito", opera del 1882. Infine uno spazio dedicato, sul tono di Baudelaire, a "Le meravigliose nuvole", con dipinti di Howard, Cozens, Constable, Dahl e Valencienne.

La seconda sezione ha per titolo "La terra promessa" e presenta un notevole numero di grandi opere di autori americani, fra i quali Frederic E. Church, di cui si ammira il suggestivo "Cotopaxi, Ecuador", Thomas Cole, di cui è esposto anche "Croce al tramonto", Albert Bierstad, Thomas Moran e altri ancora. Qui, nella sala grande del primo piano nobile, si colloca il primo "contrappunto" fra moderno e contemporaneo, con la presenza, quasi come un fondale del salone, del grande quadro di Anselm Kiefer "Stella cadente", delle dimensioni di cinque metri per lato.

La mostra prosegue con la sezione "Il viaggio ai Poli", che documenta l’opera di esploratori, fotografi e pittori affascinati dal "Grande Nord" di cui ci hanno lasciato significative testimonianze, come evidenziato dalle opere di Church, George Back, Bradford, Lawren Harris, John Ross.

La quarta sezione ci avvicina ai nostri anni attraverso il tema "Oltre la Terra: la Luna", che propone un fantastico cammino a partire dai disegni di George Méliès e dalle fantasie di Jules Verne fino ad arrivare alle testimonianze degli astronauti e al materiale documentario fornito dalla Nasa e riguardante l’attività di sonde e satelliti inviati negli anni nello spazio. In questa sezione si possono ammirare opere di Paul Delvaux e Robert Rauschemberg, ma anche il cannocchiale di Galileo, preziose edizioni di libri di Verne, foto delle esplorazioni lunari e delle "passeggiate spaziali" degli astronauti americani, alcune tute utilizzate nel corso delle missioni nel cosmo, oltre ad alcuni oggetti di uso comune, soprattutto in porcellana, fabbricati in Unione Sovietica per celebrare i primissimi traguardi raggiunti dall’uomo nell’esplorazione dello spazio.

Il percorso, per quanto riguarda il primo piano nobile, si chiude con le prime opere della sezione "Immaginario delle cosmologie". Sono Simbolismo e Futurismo a realizzare il collegamento fra i due piani dell’esposizione. Nella prima sottosezione, sono presenti le opere simboliste di Redon, Khnopff, Strindberg, Ciurlionis e altri. Nella successiva compaiono un notevole numero di capolavori di Giacomo Balla, fra i quali "La costellazione di Orione" del 1910, "Orbite celesti" del 1913, "Mercurio che passa davanti al sole visto nel cannocchiale" del 1914 e "La scienza contro l’oscurantismo" del 1920, e di altri artisti dell’epoca futurista tra i quali Fillia, Prampolini, Mino delle Site e ancora Delaunay e Kupka.

Si prosegue con la sottosezione - a sua volta molto articolata - "Le utopie", testimoniate prima di tutto dalle espressioni del "Suprematismo russo" di Malevich, Kandinsky, Lissitzky, Klioun, Souïetin; sottolineate poi dai lavori di Bruno Taut, Hablik, Krutikov, Buckminster Füller, Klee raccolti nella parte della mostra dedicata a "Architettura di vetro e città galleggianti"; evocate ancora dalle opere di Boulatov, Bibikov e Kabakov nella fase chiamata "La disillusione"; enfatizzate da Picasso, Brancusi, Mirò, Calder, Vantongerloo nelle sale dedicate a "Gli Anni ’30 - Costellazioni"; e pronte, queste "utopie", a esplodere di fantasia nell’ultima sottosezione "Gli Anni ’30 - Il cielo surrealista" grazie a Giorgio De Chirico, Alberto Savinio e René Magritte.

La quinta sezione riguarda il tema "Cosmogonie" e presenta opere di Lucio Fontana, tra le quali "La fine di Dio" del 1963, Yves Klein e Barnett Newman. Molto spettacolare anche la sezione successiva, "Forme simboliche: la spirale", che propone lavori di Hablik, F. L. Wright, Calder, Tatline. L’ultima sezione della mostra è proposta sotto il titolo "Verso l’infinito: andata e ritorno - Le celestografie contemporanee" con opere di Celmins, Fontcuberta, Michals, Parmiggiani, George Segal, Ruff, Kiki Smith, che chiude il percorso espositivo con una serie di spettacolari installazioni che accompagnano il visitatore sino al grande terrazzo del secondo piano, sotto il grande tetto di vetro, direttamente a contatto con il cielo.

Periodo espositivo tutti i giorni, anche festivi,dalle 10 alle 19.
Palazzo Grassi, San Samuele 3231 - 30134 Venezia tel. 041 5231680 fax. 041 5286218

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