Lucio Fontana
Yves Klein
Barnett Newman
Hablik
F. L. Wright
Calder
Tatline
Celmins
Fontcuberta
Michals
Parmiggiani
George Segal
Ruff
Kiki Smith
Friedrich
Kiefer
Da Goya a De Chirico, da Friedrich a Kiefer L'arte alla scoperta dell'infinito
Da Goya a De Chirico, da Friedrich a Kiefer
L'arte alla scoperta dell'infinito
La mostra "Cosmos. Da Goya a De
Chirico, da Friedrich a Kiefer - L’arte
alla scoperta dell’infinito" è aperta
da un prologo cui seguono sette
sezioni che si articolano in undici
sottosezioni. In questo contesto,
anche per sottolineare la continuitÃ
della presenza del tema oggetto
della rassegna durante i duecento
anni di storia dell’arte sui quali
indaga l’esposizione, il percorso
della mostra è punteggiato a più
riprese da opere contemporanee
che stabiliscono un collegamento
tra le diverse epoche anticipatrici del
2000 e la cultura del nostro tempo.
La "sala degli stucchi" di Palazzo
Grassi accoglie il visitatore,
appunto, con il Prologo della mostra
dal titolo "L’utopia dei lumi", che
propone una serie di disegni,
acquarelli e libri riguardanti opere
architettoniche di cui sono autori tra
gli altri Boullée, Ledoux, Schinkel e
Vaudoyer.
La prima sezione della mostra
riguarda il tema "Natura e
Cosmos". Ad aprirla è la
sottosezione dedicata al "Sublime"
e al sentimento dell’infinito, che
presenta, tra le altre, opere di
Friedrich, come ad esempio il
suggestivo paesaggio serale con
due figure, Turner, di cui si
ammirano "Alba con mostro marino"
e "Tramonto sul lago", Carus, tra cui
"Tomba al chiaro di luna" del 1820,
oltre al grande olio di John Martin
"Gli angeli caduti che entrano nel
Pandemonio".
L’atmosfera romantica si riscontra
in buona parte delle opere della
successiva sottosezione, che
analizza la "Nascita del panorama",
con lavori, tra gli altri, di Goya, come
il celebre "La Mongolfiera", John
Knox, di cui si propone un
suggestivo "Panorama di Glasgow",
Caspar Wolf e Louis Bonnier. In
questo settore della mostra trova
spazio la curiosa litografia di Odilon
Redon "L’occhio, come uno strano
pallone che si muove verso
l’infinito", opera del 1882. Infine uno
spazio dedicato, sul tono di
Baudelaire, a "Le meravigliose
nuvole", con dipinti di Howard,
Cozens, Constable, Dahl e
Valencienne.
La seconda sezione ha per titolo
"La terra promessa" e presenta un
notevole numero di grandi opere di
autori americani, fra i quali Frederic
E. Church, di cui si ammira il
suggestivo "Cotopaxi, Ecuador",
Thomas Cole, di cui è esposto
anche "Croce al tramonto", Albert
Bierstad, Thomas Moran e altri
ancora. Qui, nella sala grande del
primo piano nobile, si colloca il
primo "contrappunto" fra moderno e
contemporaneo, con la presenza,
quasi come un fondale del salone,
del grande quadro di Anselm Kiefer
"Stella cadente", delle dimensioni di
cinque metri per lato.
La mostra prosegue con la sezione
"Il viaggio ai Poli", che documenta
l’opera di esploratori, fotografi e
pittori affascinati dal "Grande Nord"
di cui ci hanno lasciato significative
testimonianze, come evidenziato
dalle opere di Church, George Back,
Bradford, Lawren Harris, John Ross.
La quarta sezione ci avvicina ai
nostri anni attraverso il tema "Oltre
la Terra: la Luna", che propone un
fantastico cammino a partire dai
disegni di George Méliès e dalle
fantasie di Jules Verne fino ad
arrivare alle testimonianze degli
astronauti e al materiale
documentario fornito dalla Nasa e
riguardante l’attività di sonde e
satelliti inviati negli anni nello
spazio. In questa sezione si
possono ammirare opere di Paul
Delvaux e Robert Rauschemberg,
ma anche il cannocchiale di Galileo,
preziose edizioni di libri di Verne,
foto delle esplorazioni lunari e delle
"passeggiate spaziali" degli
astronauti americani, alcune tute
utilizzate nel corso delle missioni
nel cosmo, oltre ad alcuni oggetti di
uso comune, soprattutto in
porcellana, fabbricati in Unione
Sovietica per celebrare i primissimi
traguardi raggiunti dall’uomo
nell’esplorazione dello spazio.
Il percorso, per quanto riguarda il
primo piano nobile, si chiude con le
prime opere della sezione
"Immaginario delle cosmologie".
Sono Simbolismo e Futurismo a
realizzare il collegamento fra i due
piani dell’esposizione. Nella prima
sottosezione, sono presenti le opere
simboliste di Redon, Khnopff,
Strindberg, Ciurlionis e altri. Nella
successiva compaiono un notevole
numero di capolavori di Giacomo
Balla, fra i quali "La costellazione di
Orione" del 1910, "Orbite celesti" del
1913, "Mercurio che passa davanti
al sole visto nel cannocchiale" del
1914 e "La scienza contro
l’oscurantismo" del 1920, e di altri
artisti dell’epoca futurista tra i quali
Fillia, Prampolini, Mino delle Site e
ancora Delaunay e Kupka.
Si prosegue con la sottosezione - a
sua volta molto articolata - "Le
utopie", testimoniate prima di tutto
dalle espressioni del
"Suprematismo russo" di Malevich,
Kandinsky, Lissitzky, Klioun,
Souïetin; sottolineate poi dai lavori di
Bruno Taut, Hablik, Krutikov,
Buckminster Füller, Klee raccolti
nella parte della mostra dedicata a
"Architettura di vetro e cittÃ
galleggianti"; evocate ancora dalle
opere di Boulatov, Bibikov e Kabakov
nella fase chiamata "La
disillusione"; enfatizzate da
Picasso, Brancusi, Mirò, Calder,
Vantongerloo nelle sale dedicate a
"Gli Anni ’30 - Costellazioni"; e
pronte, queste "utopie", a esplodere
di fantasia nell’ultima sottosezione
"Gli Anni ’30 - Il cielo surrealista"
grazie a Giorgio De Chirico, Alberto
Savinio e René Magritte.
La quinta sezione riguarda il tema
"Cosmogonie" e presenta opere di
Lucio Fontana, tra le quali "La fine di
Dio" del 1963, Yves Klein e Barnett
Newman. Molto spettacolare anche
la sezione successiva, "Forme
simboliche: la spirale", che
propone lavori di Hablik, F. L. Wright,
Calder, Tatline. L’ultima sezione
della mostra è proposta sotto il titolo
"Verso l’infinito: andata e ritorno -
Le celestografie contemporanee"
con opere di Celmins, Fontcuberta,
Michals, Parmiggiani, George Segal,
Ruff, Kiki Smith, che chiude il
percorso espositivo con una serie di
spettacolari installazioni che
accompagnano il visitatore sino al
grande terrazzo del secondo piano,
sotto il grande tetto di vetro,
direttamente a contatto con il cielo.
Periodo espositivo tutti i giorni, anche festivi,dalle 10 alle 19.
Palazzo Grassi, San Samuele 3231 - 30134 Venezia tel. 041 5231680 fax. 041 5286218