Museo d'Arte Contemporanea Roma - MACRO
Roma
via Nizza, 138
06 671070400 FAX 06 8554090
WEB
Tre mostre
dal 24/5/2007 al 24/12/2007
Da martedi' a domenica 9-19, festivi 9-14, lunedi' chiuso

Segnalato da

Ilaria Maggi




 
calendario eventi  :: 




24/5/2007

Tre mostre

Museo d'Arte Contemporanea Roma - MACRO, Roma

La mostra di Ghada Amer, che da sempre utilizza l'ago e il filo come strumenti privilegiati e' divisa in 4 grandi temi: dalle riflessioni intorno alla parola e alla scrittura a opere ispirate alla condizione femminile, dall'erotismo al disegno indagato attraverso diversi aspetti. Paolo Canevari propone una serie di lavori composta da disegni su carta di grande formato, video proiezioni e un'installazione scultorea, opere imperniate per lo piu' su temi politici e ambientali. Atelier Van Lieshout presenta un'installazione site specific: una grande macchina che ricicla materiale organico. A cura di Danilo Eccher.


comunicato stampa

Ghada Amer

Personale

a cura di Danilo Eccher

MACRO, Museo d’Arte Contemporanea Roma, presenta il nuovo progetto personale di Ghada Amer, a cura di Danilo Eccher. La mostra si svolge nell’ambito della stagione 2007, che vedrà anche le esposizioni di Paolo Canevari e Atelier Van Lieshout. In concomitanza col progetto espositivo, da fine maggio a settembre, nelle Sale MACRO, sarà presentato un catalogo antologico edito da Electa.

Circa quaranta opere per la nuova mostra allestita da MACRO e dedicata a Ghada Amer (Il Cairo artista, che da sempre utilizza l’ago e il filo come strumento d’arte. Una selezione di opere che coprirà circa vent’anni di percorso artistico – dall’inizio degli anni Novanta a oggi - divisa in quattro grandi temi: dalle riflessioni intorno alla parola e alla scrittura a opere ispirate alla condizione femminile, dall’erotismo al disegno indagato attraverso diversi aspetti.

Parola e Scrittura. Attraverso indagini filologiche interessate dagli studi di semiotica e di filosofia del linguaggio verranno presentate: opere come Barbie Loves Ken, Ken Loves Barbie, 1995-2004 (due grandi tute di cotone ricamato) oltre alla recente serie di opere su tela dedicate ognuna a parole chiave come: desiderio, tormento e assenza, con conseguenti collegamenti contenutistici e ipertestuali.

Condizione femminile. La ricerca di Ghada Amer, fondata su modalità profondamente femminili, verrà rappresentata, in mostra, da alcune opere giovanili che rappres1963). Dipinti su tela e disegni su carta oltre a installazioni caratterizzate dal ricamo con fili colorati, cifra stilistica propria dell’artista, che da sempre utilizza l’ago e il filo come strumento d’arte. Una selezione di opere centano donne impegnate in occupazioni quotidiane, come stirare (La femme qui repasse, 1992) o lo zapping televisivo (La femme qui zappe, 1992) sempre attraverso il disegno, la pittura e il ricamo.

Erotismo. L’intento, anche e soprattutto in opere che affrontano il tema erotico in modo più o meno esplicito, è quello di ribaltare lo stereotipo della pacata sottomissione femminile. In mostra opere ad acrilico su tela di grande formato, sempre caratterizzate dal ricamo con fili colorati, due esempi: The Large Black Painting, 2001 e The Other Woman RFGA del 2005.

Disegno. Più o meno accompagnato da parti ricamate e da forme ripetute, il disegno rimane il grande media dell’opera di Ghada Amer, sia come mezzo di indagine sia come strumento per affrontare i temi principali della sua ricerca. In mostra: una serie di disegni - Breathe Into Me, 2003-2005 - in cui il tema erotico ritorna nella sovrapposizione tra disegno e ricamo, con rimandi diretti o ispirazione al mondo del fumetto e dei cartoon.

Dopo aver vissuto con la famiglia in Francia, Ghada Amer oggi vive a New York. Fin dagli anni ’90 ha dato vita a una notevole attività espositiva in America, in Europa e a Il Cairo. Vincitrice del Premio dell’Unesco ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 1999 e nel 2005 e alla Biennale di Sydney del 2006. Nel catalogo monografico, edito da Electa nella collana MACRO, saranno pubblicati testi di Danilo Eccher, direttore di MACRO, di Germano Celant, di Elizabeth Janus e di Teresa Macrì.

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Paolo Canevari

Nothing from Nothing

A cura di: Danilo Eccher

MACRO, Museo d'Arte Contemporanea di Roma, presenta il nuovo progetto personale di Paolo Canevari, Nothing from Nothing, a cura di Danilo Eccher. La mostra si svolge nell'ambito della stagione 2007, che vedrà anche le esposizioni di Ghada Amer e Atelier Van Lieshout. In concomitanza col progetto espositivo, da metà maggio a settembre, nelle Sale Panorama di MACRO sarà presentato un catalogo antologico edito da Electa.

Nella mostra Nothing from Nothing di MACRO, Paolo Canevari proporrà una nuova serie di lavori composta da disegni su carta di grande formato, video proiezioni oltre a un'installazione scultorea. Si tratta di una selezione di opere imperniate perlopiù su temi politici e ambientali, frutto dei più recenti sviluppi della sua ricerca artistica.

Paolo Canevari (Roma 1963) vive e lavora a New York e Roma, ha esordito con la sua prima personale nel 1991, usando come materiale d'adozione la gomma delle camere d'aria e i pneumatici sviluppando un linguaggio personale teso alla rivisitazione del quotidiano e agli aspetti più intimi della memoria.

La sua ricerca ha assunto negli anni una forte connotazione concettuale concentrandosi nell'impiego di simboli, icone e immagini che fanno parte della memoria collettiva, facendo uso di diverse tecniche e materiali, dall'animazione ai disegni di grande formato dai video alle installazioni. Tutto questo serve all'artista per destabilizzare ogni preconcetto ideologico stimolando il pubblico a un confronto diretto con l'opera e il suo significato.

Esempi in mostra sono: il video Ring of Fire girato nella periferia di Johannesburg dove un pneumatico brucia come un cerchio di fuoco, immagine che ricorda i violenti roghi dei libri da parte del nazismo e delle croci bruciate dal Ku Klux Klan. E l'installazione Twin, realizzata ad hoc per la mostra di MACRO, dove due sculture rettangolari di identico volume sono rivestite con il battistrada di centinaia di copertoni automobilistici.

Una recente conferma della qualità e del successo del percorso artistico di Paolo Canevari è l'invito a partecipare alla prossima Biennale d'Arte di Venezia (da giugno 2007), invito rivolto a soli sei artisti italiani. Insieme all'appuntamento veneziano, Canevari sarà presente con il suo video Burning Skull (2006) all'interno dell'importante mostra collettiva Into Me, Out of Me, ospitata sino a settembre nella sede di MACRO Mattatoio e realizzata da MACRO in collaborazione con PS1 NY e KW Berlino.

Nel catalogo monografico, edito da Electa, all'interno della collana MACRO, saranno pubblicati testi di Danilo Eccher, direttore di MACRO Roma, e di Chrissie Iles, curatrice del Whitney Museum di New York, oltre a un'intervista di Klaus Biesenbach, curatore del MoMa di New York. Rimarcando l'idea anti-retorica dell'arte, da sempre protagonista delle opere di Canevari, il catalogo offrirà un'ampia panoramica sul suo lavoro, dall'uso delle camere d'aria dell'inizio degli anni Novanta ai grandi lavori realizzati in gomma, dai video e film d'animazione (alcuni dei quali realizzati per la Rai) alle installazioni più recenti.

Io non desidero che il mio lavoro sia permanente: vorrei fosse un ricordo, una memoria, che abbia una presenza metafisica. (Paolo Canevari in Paolo Canevari, Edizione Charta, 2002) Io credo che l'ispirazione più grande per un'artista sia il modo di pensare della gente. La spiritualità è un elemento determinante della condizione umana. Ci rende consapevoli di una presenza, un significato, un simbolo, un'anima. Nel mio lavoro utilizzo le icone per collegarmi a questa verità fondamentale.

Un pneumatico, un teschio o una bomba sono immagini riconoscibili e parte di una conoscenza universale tanto quanto un'immagine sacra o l'immagine di un cane. Come artista uso queste icone in una nuova prospettiva, o struttura, che metta a rischio il loro significato. (Paolo Canevari)

Quello di Canevari sembra essere un lavoro che coniuga il piacere fisico e mentale della creazione di un oggetto e di un'immagine con la primordialità e l'essenzialità della forma, la maschera e l'ombra della realtà con i materiali e gli scarti dell'epoca in cui viviamo. In questo contesto, è ovvio che l'artista rivolga un'attenzione particolare alla potenzialità retorica e all'enfasi metaforica della scultura classica e della sua interpretazione nella successione delle epoche. (Mario Codognato, Memoria Nostra in Paolo Canevari, Edizione Charta, 2002)

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Atelier Van Lieshout

A cura di: Danilo Eccher

Dopo Pedro Cabrita Reis per MACRO Hall è il momento dell'Atelier Van Lieshout con Technocrat, un'installazione site specific: una grande macchina che ricicla materiale organico. Atelier Van Lieshout, gruppo multidisciplinare fondato nel 1995 da Joep van Lieshout, opera a livello internazionale nel campo dell'arte contemporanea, del design e dell'architettura.

Il loro intento è quello di oltrepassare le barriere che hanno caratterizzato e spesso forzato le arti visive. Contrari al mito creatore ispirato, i membri lavorano come un team creativo attraverso continue collaborazioni interdisciplinari tra l'architettura, la pittura, la scultura e il design.

Uffici stampa:
Tel. 06 671070415
< macro@comune.roma.it

Adicorbetta comunicazione
Tel. 02 89053149
comunicazione@adicorbetta.org

MACRO Museo d'Arte Contemporanea Roma
Via Reggio Emilia 54 - Roma
Orari: da martedi' a domenica 9-19, festivi 9-14, lunedi' chiuso
Biglietti: 1 euro

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