Z2O Galleria l Sara Zanin (vecchia sede)
Roma
via dei Querceti, 6
06 70452261 FAX
WEB
Luoghi - Non Luoghi
dal 25/5/2007 al 25/7/2007
lunedì - venerdì 14.30 - 19.30

Segnalato da

Sara Zanin




 
calendario eventi  :: 




25/5/2007

Luoghi - Non Luoghi

Z2O Galleria l Sara Zanin (vecchia sede), Roma

Alberto Di Cesare, Claudia Ferri e Matteo Alessandri. Un'indagine fotografica ispirata dal noto testo teorico di Marc Auge' sui non luoghi.


comunicato stampa

Alberto Di Cesare - Claudia Ferri - Matteo Alessandri

La Z2O Galleria I Sara Zanin è lieta di presentare Luoghi non Luoghi, la mostra collettiva di tre giovani fotografi: Alberto Di Cesare, Claudia Ferri e Matteo Alessandri. “Il non-luogo è il contrario dell’utopia: esso esiste e non accoglie alcuna società organica”. (M. Augé, Non-luoghi, introduzione a una antropologia della surmodernità, Elèuthera, Milano 2005). Partendo dalla definizione di Marc Augé dei non luoghi ai tre fotografi è stato chiesto di indagare e analizzare quali fossero i luoghi e i non luoghi nella società o in noi stessi.

Alberto Di Cesare usa lo strumento fotografico per “acquisire” ed indagare lo spazio, per consentirne l’archiviazione e la comparazione, puntando su una sorta di mappatura generale. Claudia Ferri presenta un racconto corale, un insieme di suggestioni intime e composite, piccoli frammenti di vita che tracciano percorsi interiori. Matteo Alessandri propone un viaggio nei luoghi dell’anima, inferno, purgatorio e paradiso dove parte integrante del processo fotografico è la realizzazione della stampa che esegue in prima persona. Ognuno ha affrontato il tema in maniera del tutto personale, ognuno ha dato una chiave di lettura estremamente originale, così i tre artisti parlano in prima persona del loro lavoro.

Alberto Di Cesare

Il luogo antropologico viene definito dallo studioso Marc Augè, come una costruzione concreta e simbolica dello spazio, un luogo investito di senso. Almeno tre i caratteri comuni che questi luoghi hanno sempre posseduto: sono identitari, relazionali e storici. Uno spazio che al contrario non presenti queste caratteristiche, viene definito dall’antropologo francese un “non-luogo”.

Il luogo e il non-luogo rappresentano polarità sfuggenti: il primo mai completamente cancellato, il secondo mai compiuto totalmente; quest’ultimo tuttavia rappresenta con maggiore peculiarità l’epoca attuale - le vie aeree, ferroviarie, autostradali, i mezzi di trasporto, le stazioni ferroviarie e aerospaziali, le grandi catene alberghiere, le strutture per il tempo libero, i grandi spazi commerciali, ecc.

Con non-luogo si indicano due realtà complementari ma distinte: quegli spazi costituiti in rapporto a certi fini (trasporto, transito, commercio, tempo libero) e il rapporto che gli individui intrattengono con questo spazio. Se i luoghi antropologici creano un sociale organico, i non-luoghi creano una contrattualità solitaria; essi si definiscono anche e soprattutto attraverso i testi e le immagini che propongono; attraverso le loro modalità d’uso. In questo modo si organizzano condizioni di circolazione in spazi entro i quali gli individui interagiscono solo con dei testi, senza enunciatori che non siano persone “morali” o istituzioni.

Altro paradosso dei non-luoghi riguarda il loro aspetto che li rende simili a se stessi pur nelle infinite varianti; dal punto di vista architettonico, essi sono rappresentativi dei concetti di standard e omogeneizzazione. Il presente lavoro fotografico si propone di includere non tanto le sovradimensionate strutture degli enormi ipermercati, delle grandi stazioni, aeroporti ecc., quanto altre che pur mantenendosi nell’alveo della contemporaneità, presentano dimensioni e atmosfere più intime, per comprendere se anche in queste organizzazioni spaziali, agiscano almeno alcune delle principali modalità costitutive del non-luogo.

Lo strumento fotografico viene utilizzato per “acquisire” ed indagare lo spazio, per consentirne l’archiviazione e la comparazione, grazie alle sue proprietà di “analogon” del reale, puntando su una sorta di mappatura generale. Il paesaggio è qui osservato non come uno “scorcio pittoresco” ma come una condizione e una modalità del nostro vivere, una traccia dei modi di essere dei suoi abitanti e del loro modo di relazionarsi o non relazionarsi.

Alberto Di Cesare è nato a Roma nel 1978, vive e lavora tra Roma e Bologna. Nel 2003 consegue il Diploma di Master Triennale all’Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione Integrata di Roma e il Workshop di Fotografia Astratta di Marina Berio. Nel 2001 partecipa all’ esposizione collettiva dei vincitori FotoEsordio presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma. Nel 2006 viene selezionato per il Premio Dams di Bologna, e per il Premio Arte di Milano vincendo il Premio Accademia nella sezione fotografia. Nel 2006 partecipa al V Festival Internazionale di Fotografia di Roma. A giugno del 2007 parteciperà alla mostra collettiva Visioni, presso lo Spazio Culturale per la Fotografia a Villanova Monteleone, Sassari e alla II Biennale d’Arte Contemporanea, GenovArte 2007.

Claudia Ferri

Questo lavoro è un racconto muto, un insieme di suggestioni intime e composite, piccoli frammenti di vita che seguono, e spesso tracciano, un percorso interiore. Lo sguardo sfiora le superfici, le tocca piano, si sofferma sui particolari con l’intento incontrollabile di elevarli a oggetti da guardare; spunti di vita e spazi dell’essere. Le crepe di un muro, una cassetta vuota, il blu della sedia che sovrasta il giallo della porta, la mia mano davanti ai fondi di bottiglia. Gli occhi mangiano pezzi di mondo e ne fanno fibre di memoria, sempre autobiografiche. Non c’è luogo che esista fuori di me; non c’è luogo che cominci prima di me. Perchè la linea di confine tra il dentro e il fuori è per natura labile: fotografare diventa un modo per imprimere il proprio sguardo sul mondo, ma è il mondo stesso che si impone allo sguardo attraverso la fotografia. Guardare, catturare il fenomeno, fissarlo, dargli un’anima e un suono, relegargli un ricordo, per restituirlo infine al mondo, come simulacro estetico e vita.

Il mio luogo è il non luogo.

Claudia Ferri è nata a Pescara nel 1980, vive e lavora a Roma. Dopo aver conseguito il Diploma presso l’Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione Integrata di Roma nel 2004 approfondisce la sua formazione attraverso il Master di Fotogiornalismo conseguito presso il medesimo Istituto. Dal 2004 è assistente per i fotografi Angelo Cricchi, Claudio Abate e dal 2005 collaboratrice della fotografa Ileana Florescu. Dal 2000 espone in occasione di numerose mostre e recentemente a Roma presso, Biblioteca Villa Mecede, in occasione della mostra Ateliers d’Artista.

Matteo Alessandri

“I luoghi dell’anima: inferno, purgatorio, paradiso” Un evento come luogo. Il luogo fatto delle persone stesse che lo compongono. Perché scenario unico e irripetibile, dunque, luogo trasfigurato in una logica di attraversamento. Così in queste immagini il Gay Pride di Roma nell’anno duemila. Immagini che non vogliono raccontare l’evento, ma lo “usano” per la sua straordinarietà. Il contesto della città eterna, unito ai personaggi che sfilando la popolano in quei giorni, diventa irripetibile e grandiosa messa in scena per evocare i tre luoghi dell’aldilà. Quelli dell’iconografia medioevale, gli stessi che probabilmente ognuno di noi ha nel suo immaginario per via della rappresentazione dantesca. Così, nell’atmosfera irreale di questi sei dittici, antiche e ideali raffigurazioni si sovrappongono morbidamente a soggetti reali e contemporanei.

Non c’è morale, c’è solo l’impudente sfruttamento dell’occasione per carpire la suggestività di tre luoghi in sé astratti. I tre territori dell’anima che diventano metafora di uno stato d’essere personale o intimo. Nella sintesi della selezione composta per questa occasione espositiva la sequenza si dispiega come movimento interiore, percorso di liberazione che ci piace pensare possa appartenere, in terra, alla vita di ognuno.

Matteo Alessandri è nato a Roma nel 1972 dove vive e lavora. Dal 2000 è docente presso l’Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione Integrata di Roma. Collabora con fotografi internazionali quali Lorenzo Castore e Michael Ackerman, oltre che con l’attiva realtà siciliana “Obiettivo Granieri”. Tra gli altri ha partecipato al Workshop di Fotografia Astratta di Marina Berio e a quello sul colore di Franco Fontana. Dal 1999 espone in occasione di numerose mostre collettive e personali quale nel 2003 La memoria del parco mostra svolta per Archivio della Memoria per la Regione Lazio. Ha partecipato al Festival Internazionale di Fotografia di Roma sia nel 2005 che nel 2006.

Inaugurazione: sabato 26 maggio 2007 alle ore 18.30

Z2O Galleria - Sara Zanin
via dei Querceti 6, Roma
Orari: lunedì – venerdì 14.30 - 19.30 o su appuntamento
Ingresso libero

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