Alberto Di Cesare, Claudia Ferri e Matteo Alessandri. Un'indagine fotografica ispirata dal noto testo teorico di Marc Auge' sui non luoghi.
Alberto Di Cesare - Claudia Ferri - Matteo Alessandri
La Z2O Galleria I Sara Zanin è lieta di presentare Luoghi non Luoghi, la
mostra collettiva di tre giovani fotografi: Alberto Di Cesare, Claudia Ferri
e Matteo Alessandri.
“Il non-luogo è il contrario dell’utopia: esso esiste e non accoglie alcuna
società organica”. (M. Augé, Non-luoghi, introduzione a una antropologia
della surmodernità, Elèuthera, Milano 2005).
Partendo dalla definizione di Marc Augé dei non luoghi ai tre fotografi è
stato chiesto di indagare e analizzare quali fossero i luoghi e i non luoghi
nella società o in noi stessi.
Alberto Di Cesare usa lo strumento fotografico per “acquisire” ed indagare
lo spazio, per consentirne l’archiviazione e la comparazione, puntando su
una sorta di mappatura generale.
Claudia Ferri presenta un racconto corale, un insieme di suggestioni intime
e composite, piccoli frammenti di vita che tracciano percorsi interiori.
Matteo Alessandri propone un viaggio nei luoghi dell’anima, inferno,
purgatorio e paradiso dove parte integrante del processo fotografico è la
realizzazione della stampa che esegue in prima persona.
Ognuno ha affrontato il tema in maniera del tutto personale, ognuno ha dato
una chiave di lettura estremamente originale, così i tre artisti parlano in
prima persona del loro lavoro.
Alberto Di Cesare
Il luogo antropologico viene definito dallo studioso Marc Augè, come una
costruzione concreta e simbolica dello spazio, un luogo investito di senso.
Almeno tre i caratteri comuni che questi luoghi hanno sempre posseduto: sono
identitari, relazionali e storici. Uno spazio che al contrario non presenti
queste caratteristiche, viene definito dall’antropologo francese un
“non-luogo”.
Il luogo e il non-luogo rappresentano polarità sfuggenti: il primo mai
completamente cancellato, il secondo mai compiuto totalmente; quest’ultimo
tuttavia rappresenta con maggiore peculiarità l’epoca attuale - le vie
aeree, ferroviarie, autostradali, i mezzi di trasporto, le stazioni
ferroviarie e aerospaziali, le grandi catene alberghiere, le strutture per
il tempo libero, i grandi spazi commerciali, ecc.
Con non-luogo si indicano due realtà complementari ma distinte: quegli spazi
costituiti in rapporto a certi fini (trasporto, transito, commercio, tempo
libero) e il rapporto che gli individui intrattengono con questo spazio. Se
i luoghi antropologici creano un sociale organico, i non-luoghi creano una
contrattualità solitaria; essi si definiscono anche e soprattutto attraverso
i testi e le immagini che propongono; attraverso le loro modalità d’uso. In
questo modo si organizzano condizioni di circolazione in spazi entro i quali
gli individui interagiscono solo con dei testi, senza enunciatori che non
siano persone “morali” o istituzioni.
Altro paradosso dei non-luoghi riguarda il loro aspetto che li rende simili
a se stessi pur nelle infinite varianti; dal punto di vista architettonico,
essi sono rappresentativi dei concetti di standard e omogeneizzazione.
Il presente lavoro fotografico si propone di includere non tanto le
sovradimensionate strutture degli enormi ipermercati, delle grandi stazioni,
aeroporti ecc., quanto altre che pur mantenendosi nell’alveo della
contemporaneità, presentano dimensioni e atmosfere più intime, per
comprendere se anche in queste organizzazioni spaziali, agiscano almeno
alcune delle principali modalità costitutive del non-luogo.
Lo strumento fotografico viene utilizzato per “acquisire” ed indagare lo
spazio, per consentirne l’archiviazione e la comparazione, grazie alle sue
proprietà di “analogon” del reale, puntando su una sorta di mappatura
generale.
Il paesaggio è qui osservato non come uno “scorcio pittoresco” ma come una
condizione e una modalità del nostro vivere, una traccia dei modi di essere
dei suoi abitanti e del loro modo di relazionarsi o non relazionarsi.
Alberto Di Cesare è nato a Roma nel 1978, vive e lavora tra Roma e Bologna.
Nel 2003 consegue il Diploma di Master Triennale all’Istituto Superiore di
Fotografia e Comunicazione Integrata di Roma e il Workshop di Fotografia
Astratta di Marina Berio. Nel 2001 partecipa all’ esposizione collettiva dei
vincitori FotoEsordio presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma. Nel 2006
viene selezionato per il Premio Dams di Bologna, e per il Premio Arte di
Milano vincendo il Premio Accademia nella sezione fotografia.
Nel 2006 partecipa al V Festival Internazionale di Fotografia di Roma. A
giugno del 2007 parteciperà alla mostra collettiva Visioni, presso lo Spazio
Culturale per la Fotografia a Villanova Monteleone, Sassari e alla II
Biennale d’Arte Contemporanea, GenovArte 2007.
Claudia Ferri
Questo lavoro è un racconto muto, un insieme di suggestioni intime e
composite, piccoli frammenti di vita che seguono, e spesso tracciano, un
percorso interiore. Lo sguardo sfiora le superfici, le tocca piano, si
sofferma sui particolari con l’intento incontrollabile di elevarli a oggetti
da guardare; spunti di vita e spazi dell’essere. Le crepe di un muro, una
cassetta vuota, il blu della sedia che sovrasta il giallo della porta, la
mia mano davanti ai fondi di bottiglia. Gli occhi mangiano pezzi di mondo e
ne fanno fibre di memoria, sempre autobiografiche. Non c’è luogo che esista
fuori di me; non c’è luogo che cominci prima di me. Perchè la linea di
confine tra il dentro e il fuori è per natura labile: fotografare diventa un
modo per imprimere il proprio sguardo sul mondo, ma è il mondo stesso che si
impone allo sguardo attraverso la fotografia. Guardare, catturare il
fenomeno, fissarlo, dargli un’anima e un suono, relegargli un ricordo, per
restituirlo infine al mondo, come simulacro estetico e vita.
Il mio luogo è il non luogo.
Claudia Ferri è nata a Pescara nel 1980, vive e lavora a Roma.
Dopo aver conseguito il Diploma presso l’Istituto Superiore di Fotografia e
Comunicazione Integrata di Roma nel 2004 approfondisce la sua formazione
attraverso il Master di Fotogiornalismo conseguito presso il medesimo
Istituto. Dal 2004 è assistente per i fotografi Angelo Cricchi, Claudio
Abate e dal 2005 collaboratrice della fotografa Ileana Florescu. Dal 2000
espone in occasione di numerose mostre e recentemente a Roma presso,
Biblioteca Villa Mecede, in occasione della mostra Ateliers d’Artista.
Matteo Alessandri
“I luoghi dell’anima: inferno, purgatorio, paradiso”
Un evento come luogo. Il luogo fatto delle persone stesse che lo compongono.
Perché scenario unico e irripetibile, dunque, luogo trasfigurato in una
logica di attraversamento.
Così in queste immagini il Gay Pride di Roma nell’anno duemila.
Immagini che non vogliono raccontare l’evento, ma lo “usano” per la sua
straordinarietà. Il contesto della città eterna, unito ai personaggi che
sfilando la popolano in quei giorni, diventa irripetibile e grandiosa messa
in scena per evocare i tre luoghi dell’aldilà. Quelli dell’iconografia
medioevale, gli stessi che probabilmente ognuno di noi ha nel suo
immaginario per via della rappresentazione dantesca. Così, nell’atmosfera
irreale di questi sei dittici, antiche e ideali raffigurazioni si
sovrappongono morbidamente a soggetti reali e contemporanei.
Non c’è morale, c’è solo l’impudente sfruttamento dell’occasione per carpire
la suggestività di tre luoghi in sé astratti. I tre territori dell’anima che
diventano metafora di uno stato d’essere personale o intimo. Nella sintesi
della selezione composta per questa occasione espositiva la sequenza si
dispiega come movimento interiore, percorso di liberazione che ci piace
pensare possa appartenere, in terra, alla vita di ognuno.
Matteo Alessandri è nato a Roma nel 1972 dove vive e lavora.
Dal 2000 è docente presso l’Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione
Integrata di Roma. Collabora con fotografi internazionali quali Lorenzo
Castore e Michael Ackerman, oltre che con l’attiva realtà siciliana
“Obiettivo Granieri”. Tra gli altri ha partecipato al Workshop di Fotografia
Astratta di Marina Berio e a quello sul colore di Franco Fontana. Dal 1999
espone in occasione di numerose mostre collettive e personali quale nel
2003 La memoria del parco mostra svolta per Archivio della Memoria per la
Regione Lazio.
Ha partecipato al Festival Internazionale di Fotografia di Roma sia nel 2005
che nel 2006.
Inaugurazione: sabato 26 maggio 2007 alle ore 18.30
Z2O Galleria - Sara Zanin
via dei Querceti 6, Roma
Orari: lunedì – venerdì 14.30 - 19.30 o su appuntamento
Ingresso libero