"Primo girone" della mostra di 8 giovani artisti alle prese con il medium fotografico. Andrea Cossu osserva la vita della citta' dalla cima di un grattacielo di Tokyo, Gianni Ferrero Merlino propone immagini simili a marmo, Renato Leotta presenta un lavoro sul riassetto dei confini geografici europei degli ultimi 30 anni, Serena Vernetti ferma immagini frammentarie immerse nel rosso e nel nero.
Collettiva
Otto giovani giocatori scendono in campo. C'è grande attesa.
Non si tratta dell'ultima serie di Holly e Benij, ma di una
coraggiosa mostra che conferma ancora una volta l'interesse
di Nepente Art Gallery per la nuova fotografia italiana e che
vede scontrarsi artisti juniores alle prese con il medium fotografico.
Ognuno con la sua specialità, le proprie tecniche.
Le
proprie idee, i propri ideali. La fotografia, ancora lontana dal
sistema dell'arte, rivela tutta la sua freschezza, la sua vitalità,
le sue molteplici modalità. Ogni giocatore affronta, innanzitutto,
se stesso, consapevole del rischio che tale libertà espressiva
indubbiamente comporta. La posta in gioco è alta. La fotografia
come indagine. Ogni indagine è un'indagine diversa.
Primo girone
Artisti: Andrea Cossu, Gianni Ferrero Merlino, Renato Leotta, Serena Vernetti
Ecco scendere in campo i primi quattro giocatori: uno dopo l'altro si presentano, attraverso
le loro immagini. L'attenzione della tifoseria è subito su Gianni Ferrero Merlino, testa di serie
del torneo. Il titolo del suo lavoro è Marmo. Ed è ciò a cui le sue immagini, effettivamente,
assomigliano. Quel marmo scuro, quasi nero che spesso si vede nelle case dei nonni. Il
marmo istituzionale dei monumenti pubblici ufficiali. Ma non è marmo, è mare, forse. Mare in
tempesta, pronto a sommergere il naufrago ottocentesco. Immagini che sono ricordi visivi di
un marinaio alla deriva, incapace di ritrovare i punti cardinali, di ritrovarsi. Ma non è mare, è
terra. Terra vecchia migliaia di anni e sputata fuori dalla terra stessa, solidificata, fossilizzata. Mare di fuoco incandescente. Passato.
Come secondo giocatore, scende in campo Renato Leotta, che tiene testa al primo con un
interessante lavoro sul riassetto dei confini geografici europei degli ultimi trent'anni: Mundial
1978-2006. Attraverso le figurine di alcuni giocatori dei Mondiali del 1978 in Argentina, l'autore
indaga l'evoluzione politica intercorsa. Estrapolare immagini d'archivio dal loro contesto
e riproporle sotto altra forma è un'azione che implica, già di per sé, parecchi interrogativi,
memori forse delle note operazioni duchampiane.
A seguire Andrea Cossu, che osserva, "esiliato", dalla cima di un grattacielo di Tokyo la vita
della città. Un fluire continuo di suoni e movimenti cui è impossibile prender parte. La distanza
diventa un abisso, lo schermo un vetro invalicabile. E' l'incomunicabilità di chi è "straniero" e
allo stesso tempo la fascinazione per l'ignoto. Lopponghi è il titolo del suo lavoro, che è, poi,
come i giapponesi pronunciano Roppongi, la zona di Tokyo che il suo video ritrae.
Ultima fotografa a scendere in campo è Serena Vernetti. Quello rappresentato dall'artista è
un corpo spesso irriconoscibile. Si tratta di immagini frammentarie, incomplete, cancellate,
graffiate. Immerse nel rosso: sangue, vita e nel nero: buio, morte. Le polaroid di Red Velvet,
questo è il titolo del suo lavoro, sono state aperte e svuotate. Sulla pellicola resta così un'immagine quasi cancellata. Il corpo, un involucro vuoto.
Si conclude così la prima sfida, con i quattro giocatori schierati in galleria, mentre il pubblico
resta in attesa del secondo girone...
Inaugurazione: martedi' 29 maggio dalle 18.30
Nepente Art Gallery
Via Volta 15 - Milano
Orari: da lunedi' a venerdi' 15-19.30
Ingresso libero