La mostra, che nasce da un progetto concordato tra le citta' di Milano e Bergamo e si sviluppa lungo un percorso espositivo che coinvolge anche Palazzo Reale, sottolinea il fascino della ricerca dell'artista, cui concorre il suggestivo allestimento progettato per la sede bergamasca da Mario Botta. Esposte oltre cento opere tra olii, incisioni e fotografie, che ripercorrono le tematiche particolarmente care all'autore. A cura di M. Cristina Rodeschini, Marco Vallora e Marcella Cattaneo.
Personale
A cura di: M. Cristina Rodeschini, Marco Vallora e Marcella Cattaneo
La GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo e l'Assessorato alla
Cultura del Comune di Bergamo presentano al pubblico una mostra dedicata a
Gianfranco Ferroni (Livorno 1927 - Bergamo 2001) nella sede di Palazzo della Ragione
in Città Alta. La personale, a cura di M. Cristina Rodeschini (Direttore d'Istituto
della GAMeC), Marco Vallora (storico e critico dell'arte) e Marcella Cattaneo
(Curatore GAMeC), nasce da un progetto concordato tra le città di Milano e Bergamo e
si sviluppa lungo un percorso espositivo che coinvolge due sedi: Palazzo della
Ragione a Bergamo e Palazzo Reale a Milano.
A sottolineare il fascino della ricerca artistica di Ferroni concorre il suggestivo
allestimento progettato per Palazzo della Ragione a Bergamo dall'architetto Mario
Botta.
Attraverso un'antologica composta da oltre cento opere (tra olii, incisioni e
fotografie) che ripercorre le tematiche care a Ferroni, la GAMeC ha scelto di fare
il punto sulla ricerca di un artista particolarmente legato a Bergamo, città nella
quale ha vissuto e lavorato per due decenni - nei pressi della GAMeC - e le cui
opere arricchiscono oggi numerose collezioni private della città.
Nato a Livorno nel 1927, dal 1944 si trasferisce a Milano e si avvicina al mondo
artistico di Brera: sono anni di inquietudine ed insoddisfazione alla ricerca di uno
stile proprio. Le sue prime opere di rilievo si muovono in una direzione
espressionista che, attorno alla metà degli anni Cinquanta, sfocerà in quel
"realismo esistenziale" incentrato violentemente sul tema della condizione umana e
svincolato da ogni forma di prevaricazione ideologica, dove diventa evidente
l'influenza stilistica e tematica di artisti come Bacon, Giacometti e Wols.
A
partire dai primi anni sessanta la pittura di Ferroni si avvicina alla cultura pop e
nei suoi lavori è evidente una serrata dialettica tra disegno, incisione e pittura,
unita al suo impegno sociale e all'attenzione per la resa dello spazio diviso in
sezioni e campiture cromatiche - dove si collocano sequenze differenti di un
racconto esistenziale. E' in questa fase che iniziano ad emergere i suoi temi più
ricorrenti: la madre, la cittadina di Tradate - ambiente da lui vissuto come una
prigione, ma insieme luogo degli affetti più cari -, Rifiuti, Interni, Ambiente
sconvolto, Racconto di situazione, Passione, Stanza ritrovata, Spettri,
Autoritratto.
A partire dagli anni Ottanta il suo percorso segna una svolta grazie
all'autoritratto, filo rosso che aggroviglia la sua ricerca artistica ed
esistenziale. Nel pulviscolo grigio degli interni, filtrato dalla luce, l'indagine
accurata di ogni più semplice e squallido particolare ci parla della necessità di
immergersi, oltre l'apparenza, nella quotidianità più dimessa per tentare di
afferrare la ragione ultima dell'esistere. Da sempre Ferroni nei suoi dipinti tenta
di fermare nel tempo il ricordo facendo riflettere su ciò che è stato, senza
tuttavia dimenticare che il senso della vita si può cogliere solo nello scorrere
inarrestabile ed inafferrabile del tempo, nel generarsi e rigenerarsi dell'io e
della realtà stessa nella compresenza tra presente e passato.
Inaugurazione: giovedì 31 maggio 2007 alle 18,30
Palazzo della Ragione
Piazza Vecchia - Bergamo Citta' Alta
Orari: da martedi' a venerdì 13-19, giovedi' 13-20, sabato e domenica 10-19
Biglietti: intero 6 euro, ridotto 4 euro