Nuovi Strumenti Show Room
Brescia
Piazza Tebaldo Brusato, 2
030 3757401 FAX 030 3757401
WEB
I amsterdam
dal 31/5/2007 al 29/9/2007
Inaugurazione ore 18

Segnalato da

Barbara Cavellini




 
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31/5/2007

I amsterdam

Nuovi Strumenti Show Room, Brescia

Carolien Stikker, Philippine Hoegen, Hendrik Kerstens, Linda Van Boven. Quattro artisti olandesi in mostra con fotografie e video. La messa in scena dell'immagine si affida alla pulsione che sfocia dal desiderio oppure dalle concatenazioni dello sguardo.


comunicato stampa

Carolien Stikker, Philippine Hoegen, Hendrik Kerstens, Linda Van Boven

Allora luogo essenziale per partecipare, essere presenti alla crescita di una generazione di cui, ahimè, faccio inevitabilmente parte. Allora per le inaugurazioni alla galleria Art & Project di amici la cui complicità esigeva contatto fisico ed un fiume di parole. Allora anche per lo Stedelijk, sicuramente nel cicuito dei musei europei che contavano, luogo primario per l’elaborazione di idee che poi correvano nel pensiero di tutti. Ricordo una mostra di Jan Dibbets che mi aprì non solo gli occhi ma la mente verso un concetto di fotografia-progetto che in seguito influenzò gran parte delle mie scelte. Non a caso lo stesso anno produssi una mostra intitolata “Photographers-Painters” in cui un lavoro di Dibbets era presente. Oggi un motivo certamente più casuale ma sempre scaturito da complicità e compartecipazione, od anche da sentimenti più durevoli perchè cementati dalle forme che ha dato a questi il tempo, mi ha fatto frequentare di nuovo questa città fornendomi un’eccitazione strana, un’euforia che mi ha creato nuovamente il desiderio di partecipare, di ritrovare complicità e relazioni.

Oggi come allora il fascino segreto di questa città d’acqua avvolge sentimenti arcani, il desiderio di vivere con una placidità che da noi pare perduta.Scopro poi una cultura che non si muove nei meandri della moda effimera ma è figlia dei tempi che conoscevo dove progetto ed oggetto coincidono, debitori di una composta geometria, forma di un’etica, ma capaci di alchimie allucinatorie, di fughe in avanti. Soprattutto nell’architettura dove scopri che anche nell’azzardo di forme e colori come nell’attenzione urbanistica c’è ancora qualcuno che pensa all’uomo nuovo, ed il fatto che ciò scaturisca da una nazione con un territorio in bilico precario tra terra e mare ti fornisce speranze che oggi altrove pare difficile trovare. Dicevo che queste nuove scoperte nascono da un’accidentale frequentazione di questa città, derivata da desideri comuni con cari amici che la vivono quotidianamente. Nasce così da questa comunione anche il desiderio di esprimerne, seppur sommariamente, i segni con una mostra.

Cosimo Di Leo Ricatto, amico personale e compartecipe di infinite riflessione sulla contemporaneità dell’arte fin da quell’ “allora” di cui parlavo, mi ha, come spesso altre volte ha fatto, fornito le scorciatoie per trovare un cuore a questo progetto ed un denominatore comune, la fotografia, di cui entrambi oggi, da due diversi versanti, stiamo indagando i destini. In una visita alla Fiera di Rotterdam ho approfondito le scelte di un gallerista coraggioso e coerente come Jacob Witzenhausen, ho trovato conferme anche presso la cara amica Florence Lynch ed ho ricavato tanti altri spunti, sia personali che ridiscussi con Cosimo.

Ne è nata I AMSTERDAM, semplice piccola mostra che, come spero di aver comunicato, nasce da molteplici umori presenti e passati. Usa un logo oggi talmente comune in questa città, e così popolare, da divenire il simbolo di quella compartecipazione emotiva di cui dicevo. La messa in scena dell’immagine si affida alla pulsione che sfocia dal desiderio oppure dalle concatenazioni dello sguardo, dalle forme molteplici di uno stesso soggetto come dalle occlusioni, dagli impedimenti che ne rendono impossibile la completa percezione.

Hendrik Kerstens affronta un soggetto che parrebbe quotidiano e personale tramutandolo invece in un istante eterno ed assoluto. Usa un modello talmente complice e costantemente vicino da fornirgli la possibilità di attuare un progetto realmente inaspettato: è la propria figlia colta nella sua crescita, partendo da luoghi impuberi dell’infanzia, attraverso gli sconvolgimenti corporali della pubertà fino ad una giovinezza più matura, dove sempre impersona un personaggio altro, carico di umori formali e psicologici alterati. Ne risulta un ritratto commisto, fotograficamente ineccepibile, a metà acerbo ed a metà serioso.

Linda Van Boven si affida ad una apparente visione panoramica e dilatata della realtà. Si tratta di una sequenza di forme interconnesse dove un elemento eccentrico ed abbagliante si incunea tra due momenti leggermente sfasati di un’azione quotidiana. La forma nuova è una specie di “movie” statico, un vero e proprio ossimoro figurato, dove il prima ed il dopo perdono un senso temporale e ne acquistano uno metaforico. Carolien Stikker indulge sulla specificità del mezzo alterandone la forma ottica. Compie un viaggio minimo nella natura, ostruendo solo in parte l’obiettivo con un movimento della mano crea un paesaggio acceso da bagliori infuocati oppure sospeso sotto il manto oscuro di una notte artificiale.

Carolien Stikker e Philippine Hoegen infine presentano un video progettato e diretto a quattro mani dove la sovrapposizione di due mezzi apparentemente contrapposti forma una specie di ottica “monstre” con cui circondano e penetrano un luogo avvolgendolo di alterazioni speciali. L’ “allora” e l’ “oggi” hanno diretto queste scelte, senza il desiderio di mostrare affinità impossibili da praticare, solo mettendo in campo un afflato scaturito da una città percorsa nei suoi canali e vissuta, allora come oggi, sotto il segno di un avvenimento eccezionale.

Inaugurazione ore 18

Nuovi Strumenti Show Room
Piazza Tebaldo Brusato, 2 - Brescia
Ingresso libero

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