Ku.ra Ufficio Stampa Rosi Fontana
Kristoffer Ardena
Loreto Barja Sanchez
Naia del Castillo
Barbara Fluxa'
Samuel Alarcon
Eneko Vadillo Perez
Gli artisti in residenza del 2007: Kristoffer Ardena, Loreto Barja Sanchez, Naia del Castillo, Barbara Fluxa', Samuel Alarcon e Eneko Vadillo Perez. Linguaggi differenti, personalita' distinte ma unite da un filo sottile: tutti hanno istituito un particolare rapporto con la citta' e con la memoria, personale e collettiva.
Kristoffer Ardeña, Loreto Barja Sánchez, Naia del Castillo, Bárbara Fluxá, Samuel Alarcón ed Eneko Vadillo Pérez
L’Accademia di Spagna a Roma apre le porte per presentare i più interessanti lavori
della produzione degli artisti in residenza del 2007. Dal prossimo 6 giugno, presso
la sede dell’Accademia, si potranno vedere i lavori di Kristoffer Ardeña, Loreto
Barja Sánchez, Naia del Castillo, Bárbara Fluxá, Samuel Alarcón e Eneko Vadillo
Pérez. Esperienze diverse, linguaggi differenti, personalità distinte, ma unite da
un filo sottile: tutti hanno istituito un loro particolare rapporto con la città e
un particolare rapporto con la memoria, personale e collettiva. La mostra, curata da
Silvia Evangelisti, costituisce un piccolo assaggio della sperimentazione spagnola
contemporanea realizzata nel cuore di Roma.
Il lavoro del giovanne filippino Kristoffer Ardeña è dedicato alla fragilità della
memoria. Il video presente in mostra è una sorta di diario visivo delle
installazioni e delle azioni realizzate dall’artista durante il suo soggiorno
romano, che hanno coinvolto il pubblico nelle strade cittadine. Installazioni
temporanee “site specific” inserite nel tessuto quotidiano della città: un omaggio
alla “cultura commemorativa” italiana. Ex voto e altari improvvisati dell’artista in
luoghi della città che i passanti onorano spontaneamente deponendo fiori, lumini
votivi, biglietti e messaggi di cordoglio, senza conoscere l’evento luttuoso a cui
quegli altarini sono dedicati.
Le azioni e le installazioni non si propongono come rappresentazione ma come
presenza fisica nello spazio dell'esistenza, assottigliando la distinzione tra arte
e vita mettendo in crisi il tradizionale rapporto tra opera d’arte e pubblico, il
quale è chiamato a trasformare il progetto dell'artista in opera, e da fruitore
passivo diviene dunque agente attivo dell'arte.
Loreto Barja ha scelto la pittura per dar immagine ad una visione del mondo che non
si sovrappone alla realtà. Si tratta di una pittura per mezzo della quale l'artista
trasforma l’immagine prelevata dalla realtà, creando una dimensione nuova, diversa
eppure così perfettamente verosimigliante da sembrare quasi una trasposizione
fotografica. Protagonisti delle sue opere sono i muri di Roma: muri antichissimi e
contemporanei, testimonianze tangibili dell'esistenza della storia, memoria visiva e
prolungamento nel presente della silenziosa vita delle cose.
Naia del Castillo tratta grandi temi esistenziali che coinvolgono il tempo, la vita
e la morte, affrontandoli attraverso la figura femminile. I suoi lavori, realizzati
con le tecniche più diverse, riflettono sulla donna e il suo rapporto “fisico” con
la vita, con l’amore e il tempo che passa.
“La virgen del árbol seco”, complessa installazione realizzata dall’artista durante
il suo soggiorno romano, è una sorta di intensa e avvincente narrazione simbolica i
cui elementi sono immediatamente identificabili. L'albero, simbolo per eccellenza
del ciclo della vita, del rapporto tra terra e cielo, del maschile e del femminile.
La clessidra, ovvero lo scorrere del tempo. La vergine, quale scrigno segreto e
premessa di gioia. Con queste “figure” archetipiche Naia del Castillo sembra voler
riproporre simboli totali cui risalire per attingere ai segni originari del
linguaggio. Ma al tempo stesso, l’artista inserisce tratti di capovolgimento dei
significati simbolici: l’albero è privo di foglie, la clessidra è solo disegnata in
pianta, la vergine è stanca e già appassita.
Barbara Fluxà va alla ricerca di ciò che era Roma attraverso la ricostruzione
minuziosa per immagini di ciò che non esiste più, in una poetica sovrapposizione tra
passato e presente. In mostra la serie di fotografie “Vistas de un ciudad destruida”
nelle quali, dietro la loro immagine attuale, si conservano tracce di quella
anteriore cancellata artificialmente. L’artista racconta di una memoria vicina,
recente, di una città che ha vissuto secoli di trasformazioni mantenendo la propria
identità, fino alle soglie del secolo scorso.
Samuel Alanćon & Barbara Fluxà presentano un suggestivo e coinvolgente video che ha
come protagonista il Tevere. Il fiume di Roma è il silenzioso testimone di quanto è
irrimediabilmente perduto. Mentore di quanto ancora si perderà. Le sue acque
lentamente invadono le stanze di Palazzo Altoviti, alla fine riprende possesso del
suo territorio, sommergendo gli splendidi affreschi cinquecenteschi e,
metaforicamente, tutta la città con i suoi palazzi, le opere dell’uomo e la
testimonianza del suo genio nei secoli.
I due artisti attirano lo spettatore dentro il racconto, coinvolgendoli emotivamente
e dandogli la sensazione di essere loro stessi l’acqua che scorre. E così, davanti
al video, non si è semplici spettatori, ma si giunge, complici degli artisti, ad un
rapporto diretto con il loro mondo poetico e creativo.
Chiude la rassegna l’istallazione “Alma post composion interactiva” di Eneko Vadillo
Pérez. L’opera intende ricreare la realtà sonora di una composizione musicale: dalla
formulazione delle idee su carta, da parte dell’autore, fino ad arrivare al
risultato finale, il pezzo musicale. Vadillo invita il pubblico a interagire con i
manoscritti musicali aggiungendo con la massima libertà i cambiamenti che loro
vogliono sotto forma di riflessioni, opinioni, disegni, etc.
Immagine: Kristoffer Ardeña
Inaugurazione: mercoledì 6 giugno, ore 20
Accademia di Spagna a Roma
Piazza San Pietro in Montorio, 3 – Roma
Orario: Martedi'-Domenica 10-13 e 16-20
Ingresso libero