Challengers e' zona transgender: mette assieme artisti, critici e curatori, architetti e urbanisti, studiosi e ricercatori...Non ha interesse a presentarsi come antibiennale, ma intende utilizzare la kermesse come pretesto per una accelerazione, per una concentrazione di forze...
Temporary (Indie) Art Zone
(english below)
A cura di: Marco Baravalle e Pai Dusi
"please make some noise!"
(anonimo)
Challengers è zona transgender: mette assieme artisti, critici e curatori, architetti e urbanisti, studiosi e
ricercatori: portatori attivi di istanze critiche. Singoli o collettivi. Autori e post-autori. Agenti del cambiamento.
Simulatori. Hackers e sabotatori. Sfidanti.
Accomunati da spirito critico, necessità di condivisione, prospettiva antagonista e desiderio rizomatico.
Challengers è zona liminale : di chi per scelta o per necessità, lavora nel sottosuolo della comunicazione
mass-mediatica istituzionale. Nelle zone d'ombra, in quegli spazi interstiziali dove l'interrogarsi ha ancora il
potere di problematizzare. Dove si rende instabile ogni schema di definizione. Zona di chi lavora alle
fondamenta del Discorso. Mostrandone le crepe. Minandone le basi.
Challengers è un meeting dalla struttura flessibile, fatto di presentazioni, incontri e scambi: vuole ragionare
come un cluster di comunicazioni possibili, messa in rete di un pensiero delle differenze. Fucina di
soggettività. Luogo di trasformazioni e luogo in trasformazione.
Challengers è zona temporaneamente autonoma (T.A.Z.), non ha interesse a presentarsi come antibiennale,
ma intende utilizzare la kermesse come pretesto per una accelerazione, per una concentrazione di
forze. Per una espressione di urgenze.
Challengers vive il luogo che abita. Abita il percorso in cui si inserisce. Un percorso fatto di occupazione,
conflitti e autonomia.
Challengers si tiene all'interno del Lab Morion, spazio occupato nel cuore del centro storico di Venezia (a
pochi passi dall'Arsenale e dai Giardini della Biennale). Città in cui anche le forme dell'alienazione sembrano
in ritardo sui tempi, dove i rapporti sociali sono veramente mediati dall'immagine spettacolare della città
museo. Luogo magico in cui tutto (l'arte, la bellezza, l'amore) sembra permesso, il Laboratorio Morion
combatte per riaffermare il diritto ad un possibile che viene negato quotidianamente.
Challengers, come l'opening della Biennale, si tiene contemporaneamente alle mobilitazioni contro il G8 di
Rostock. In quei giorni, oltre ad occuparsi di arte, il Lab Morion funzionerà da amplificatore delle iniziative
contro il summit e, attraverso le dirette di Radio Sherwood, connetterà la città alla Germania.
Challengers può diventare altro.
Per informazioni:
info@challengersart.org
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Curated by: Marco Baravalle and Pai Dusi
"please make some noise!"
(anonymous)
Challengers is a transgender zone: it gathers artists, critics, curators, urban planners, architects and
researchers; active carriers of critical instances. Individuals or collectives. Authors and postauthors. Agents
of reversal. Simulators. Hackers and saboteurs. Challengers.
All of them have in common a critical spirit, the necessity of sharing, an antagonist perspective and
rizhomatic desire.
Challengers is a liminal zone; for those who, by choice or necessity, work in the underground of institutional
massmediatic communication. In the shadows, in those intersticed spaces where interrogation still has the
power to problematize. Where every definition scheme is made unstable. A zone for those who work at the
foundations of Discourse. Showing its cracks. Undermining its foundations.
Challengers is an open-structure meeting made of presentations, encounters and exchanges: it wants to
reason as a cluster of possible communications, putting thoughts of difference in the net. A forge of
subjectivity. Place of transformations and place in transformation.
Challengers is a Temporary Autonomous Zone (T.A.Z.): it's not interested in presenting itself as an antibiennale,
but its aim is to use the kermesse as a pretext for accelleration, for a gathering of forces, for the
expression of urgencies.
Challengers lives in the place it inhabits and inhabits the path in which is inserted: a path made of squatting,
conflicts and autonomy.
Challengers happens in the context of Laboratorio Morion, an occupied space in the heart of the historical
city of Venice (a few steps away from the Arsenale and the Giardini della Biennale). A city in which even the
forms of alienation seem behind the times, where the social relations are really mediated by the spectacular
image of the city-museum. A magic place in which everything (arts, beauty, love) seems to be permitted,
Laboratorio Morion fights to reaffirm the right to a possible that is negated everyday.
Challengers, like the Biennale opening, happens contemporaneously to the mobilizations against the G8 in
Rostock. During those days, other than art discourses, Laboratorio Morion will work as an amplifier for the
anti-summit actions and through Sherwood Radio it will connect the city with Germany.
Challengers can become other .
For information:
info@challengersart.org
Lab Morion
Calle San Francesco Della Vigna - Venezia