Dipinti e sculture, per esplorare i ricordi, per garantire la sincerita' del fare, per tentare di capire, i 'sottili frammenti d'esistenza' che si osservano e riaffiorano nella mente.
Materia segreta
Esporre dipinti e sculture in un luogo importante per storia ed architettura come il Castello di Pandino, in una sala che conserva forme e colori delle decorazioni ad affresco, provoca un colloquio fra l’artista e il luogo. Esporre i sentimenti dell’esistenza, che si materializzano nelle opere, nei colori e nelle composizioni che intrecciano tecniche ed espressione in un nodo indissolubile, significa percorrere un cammino d’attenzione: chiedere attenzione e nello stesso tempo dare attenzione alle convinzioni, alle esigenze dell’espressione meditata, quella che si evidenzia nella costruzione di un’opera d’arte, nel lungo impegno per far nascere idee e materie. Un’avventura nelle cose che si debbono dire, mostrando se stessi, come fa Anna Mainardi, in un itinerario ritmico, che colloquia con la bellezza e con la sofferenza, nell’espressione e nella materia. Dipinti e sculture, per esplorare i ricordi, per garantire la sincerità del fare, per tentare di capire, i “sottili frammenti d’esistenza” che si osservano e si provocano, come in uno specchio del fare che definisce il pensiero e l’emozione del sentimento.
Isole di ricerca, in cui la luce entra e si espande, in cui i rimandi si colgono fra dipinti e sculture, per ricostruire un’interpretazione, un viaggio nel mondo. Opere che condensano la durezza e la condivisione, la forza e la cedevole natura dell’esistenza, l’ambiguità e la chiarezza delle cose, nella sofferenza, che percorre la materia del fare arte. Sensazioni, timori, la necessità di velare l’espressione dei sentimenti: un racconto in cui si propone, al termine dell’itinerario e del ritmo espositivo, ancora una volontà di vedere tracce di luce, che intersecano e mutano la prima percezione delle opere, come in un lento e costante processo di convincimento.
L’artista dichiara la propria predilezione per la scultura, e qui mette a confronto linguaggi e tecniche differenti. Dimostra così l’unità della propria ricerca, che si compone di spazi, concreti ed immaginari, dei colori, della combinazione e sovrapposizione di materie. E dimostra la certezza che si possa sedimentare l’evidenza della memoria, un itinerario che si ricostruisce per densi frammenti.
Francesco Pagliari
Inaugurazione sabato 9 giugno 2007 – ore 17.30
Castello di Pandino
via Castello, 15 - Pandino (CR)
Orario: 10.00 – 12.30; 16.00 – 19.00
Ingresso libero