Al Teatro dell'Orologio di Roma (Sala Artaud) lo spettacolo Il Caso Spider Boys, di Massimo Carlotto, Vito Biolchini ed Elio Turno Arthemalle, con Elio Turno Arthemalle e Lorenzo Perra. Lo spettacolo (inizio alle 21.30, domenica ore 18) prodotto dalla compagnia Riverrun di Cagliari, aprira' la stagione della sala Artaud e racconta la storia di uno stupro nella Cagliari degli anni '60.
Al Teatro dell'Orologio di Roma (Sala Artaud) lo spettacolo Il Caso Spider Boys, di Massimo Carlotto, Vito Biolchini ed Elio Turno Arthemalle, con Elio Turno Arthemalle e Lorenzo Perra. Lo spettacolo (inizio alle 21.30, domenica ore 18) prodotto dalla compagnia Riverrun di Cagliari, aprirà la stagione della sala Artaud e racconta la storia di uno stupro nella Cagliari degli anni '60. Un lavoro a sei mani che ha visto impegnati lo scrittore padovano (tra i più affermati autori di noir a livello europeo) e il duo di drammaturghi cagliaritani, autori del monologo sul dramma dei desaparecidos "Buenos Aires non finisce mai", interpretato da Ottavia Piccolo.
Il Caso Spider Boys (distribuito a livello nazionale da Spettacolosardegna) è una sorta di "noir teatrale". Nella Sardegna degli anni '60, una ragazza viene stuprata da un gruppo di giovani della Cagliari-bene (gli Spider Boys, appunto); il processo che segue, si risolve in un nulla di fatto: gli stupratori vengono assolti e la vittima criminalizzata.
Il metro di questa riflessione è la morale noir, in una società dove parlare di morale è diventato quasi improponibile. Il genere noir rappresenta un modo per farlo, scardinando e sovvertendo ogni regola, ogni forma istituzionale e d'arte per poter ricercare la verità reale e assoluta, sconfinando nell'ambiguità concettuale del bene e del male. Nel caso degli Spider Boys la verità processuale è una verità parziale, convenzionale, di comodo. Affrontare da questo punto di vista una vicenda giudiziaria di quarant'anni fa, significa aggredire quel concetto di verità /memoria, ufficializzato dal timbro del tribunale. L'attore in scena è il male, alla ricerca di un male ancora più forte che possa contrastarlo e cambiarne i connotati. La narrazione si lega apparentemente a strutture note o tradizionali ma è solo una forma della sovversione della verità . Quella senza lieto fine, quella vera, pura della vittima. L'unico personaggio che può raccontare con esattezza come si svolsero i fatti.
Vito Biolchini e Elio Turno Arthemalle da anni percorrono i territori della nuova drammaturgia. Entrambi cagliaritani (il primo, trentunenne, affianca alla scrittura teatrale quella giornalistica; il secondo, trentacinquenne, è attore e regista ed è allievo di Rino Sudano), dopo l'esordio nel 1995 con il fortunato spettacolo "Rombo di Tuono" sul Cagliari dello scudetto e Gigi Riva, hanno proseguito la loro ricerca sull'identità isolana con numerosi spettacoli tra cui "Estate n°10", "Election Day/1", "In principio fu U: breve storia universale della Sardegna" e l'interessante "La Torre: Ubu in Sardegna".
Con il monologo "Buenos Aires non finisce mai", tratto dal romanzo di Massimo Carlotto "Le iregolari" e interpretato da Ottavia Piccolo, Biolchini e Arthemalle si sono affacciati con successo alla scena nazionale. Ora presentano all'Orologio il loro spettacolo più compiuto, frutto della collaborazione e del comune percorso artistico con lo scrittore Massimo Carlotto, da anni residente a Cagliari. Il "terzetto" di autori ha inoltre recentemente firmato un atto dello spettacolo "Variazioni sul giardino" con Lorenza Zambon, prodotto dalla Casa degli Alfieri di Asti.
Teatro dell'Orologio di Roma, via dei Filippini
Per informazioni 338-4831350, 338-4971164