RAM radioartemobile
Roma
via Conte Verde, 15
06 44704249 FAX
WEB
Camere 4
dal 1/7/2007 al 28/9/2007
martedi - sabato 16 - 19.30 (agosto su appuntamento)
WEB
Segnalato da

Ram




 
calendario eventi  :: 




1/7/2007

Camere 4

RAM radioartemobile, Roma

Ogni artista realizza una stanza: Giovanni Anselmo, Domenico Bianchi e Gunther Forg. Anselmo e' uno dei piu' importanti esponenti dell'Arte Povera ed e' presente nell'attuale Edizione della Biennale d'Arte di Venezia. Per Bianchi, attivo dagli anni Settanta, l'armonia degli elementi e' sempre al centro della sua ricerca, mentre Forg non rinuncia mai a proiettare le proprie utopie nello spazio.


comunicato stampa

Giovanni Anselmo, Domenico Bianchi e Gunther Forg

Per quest'occasione i tre artisti Giovanni Anselmo, Domenico Bianchi e Günther Förg Anselmo è uno dei più importanti esponenti dell'Arte Povera ed è presente nell’attuale Edizione della Biennale d’Arte di Venezia. Per Bianchi, attivo dagli anni Settanta, l'armonia degli elementi è sempre al centro della sua ricerca, mentre Förg non rinuncia mai a proiettare le proprie utopie nello spazio. La mostra è accompagnata da un testo inedito di Rudi Fuchs

Giovanni Anselmo
Borgofranco d'Ivrea (Torino, Italia), 1934 Giovanni Anselmo comincia a lavorare a Torino negli anni Sessanta. Progressivamente da un linguaggio tradizionale-formale la sua arte si sposta verso il concettuale. Nel 1967 aderisce al gruppo dell'Arte Povera. Diventa fondamentale nella sua ricerca il concetto di reciproco scambio di forze tra tensione ed equilibrio. L'equilibrio viene raggiunto attraverso le spinte degli opposti e l'interazione di materiali di diversa natura come succede in Torsione (1968). Negli anni Settanta e Ottanta, Anselmo si concentra sulla rappresentazione di diversi cicli tematici come Particolare (1972) o quello dedicato al tema dell'oltremare: Grigi che si alleggeriscono verso l'oltremare (1982), Verso oltremare (1984). Durante gli anni Novanta il valore dell'opera è strettamente collegato lo spazio. Nelle sue installazioni, si percepisce il superamento dei valori legati alla fisica, alla massa e al peso. Ne deriva un nuovo concetto di energia. Lo spettatore viene coinvolto in prima persona ed è chiamato a concentrarsi su rappresentazioni mentali quali l'infinito o l'invisibile. L'allusione alla forza di gravità, alla perdita di materialità di un oggetto pesante si fonda su un puro atto del pensiero. Rimandiamo all' installazione realizzata dall'artista per l'Atelier del Bosco di Villa Medici, a cura di Zerynthia, Roma, 2001.

Nel 1990 vince il Leone d'Oro per la Pittura nella 44° Biennale di Venezia. Anselmo si colloca all'interno di un arte processuale, un arte rivolta al percorso più che al risultato, più ai valori effimeri che a quelli perenni monumentali dell'opera tradizionale. Ed è per questo che l'artista evidenzia le relazioni spaziali e temporali di categorie astratte del pensiero, come i termini "tutto", "particolare" e "infinito". “Il particolare viene segnalato come un'area luminosa, prodotta da un proiettore sulle pareti o sul pavimento della galleria intesa come spazio totale. Così il termine linguistico viene ad identificarsi con la sua determinazione fisica, nella sua presenza spaziale e temporale" (Achille Bonito Oliva). Giovanni Anselmo vive e lavora a Torino

Domenico Bianchi
Diplomato in Scenografia all'Accademia di Belle Arti di Roma, Bianchi esordisce nel 1977 a New York. In seguito prende parte ad una serie di importanti collettive tra Roma, Milano, Parigi e anche Amsterdam. Dopo l' incontro con alcuni dei maggiori esponenti dell'Arte Povera (Mario Merz, Jannis Kounellis…) la sua arte si apre verso nuovi orizzonti che lo porteranno a riflettere sullo spazio. In questo periodo l'importanza e l'impiego di materiali grezzi è fondamentale. Nel 1984 e nel 1986 Bianchi partecipa alla Biennale di Venezia. Le sue opere sono indirizzate al recupero del lavoro manuale dell'artista. L'intaglio, o i graffi su delle superfici ad olio o a gesso ne sono un bel esempio.

Negli anni Novanta la materia acquisisce una leggerezza mai vista prima. La superficie delle sue opere si fa impalpabile. Bianchi applica la cera pigmentata sopra un supporto ligneo oppure di vetro. Per Domenico Bianchi la luce diventa un elemento di primaria necessità. Alla liquida superficie della cera, l'artista aggiunge foglie di oro, platino o rame, materiali lucidi che offrono all'opera una apparenza luminosa e quasi mistica. L'armonia degli elementi è sempre al centro della sua ricerca. Le linee tracciano delle figure geometriche che rimandano al gioco dei volumi e alla prospettiva. Il cerchio è la forma che predomina in gran parte delle sue composizioni e rappresenta per lui il mezzo attraverso il quale vedere l'infinito. Vive e lavora a Roma.

Günther Förg
Füssen (Germany), 1952 Si forma negli anni Sessanta, prima frequentando i corsi di pittura dell' Accademia di Monaco di Baviera. Dal 1982 inizia ad esporre. Sono gli anni in cui viaggia spesso in Italia, soprattutto a Roma, interessato all'architettura razionalista degli anni venti e quaranta. Tra l'architettura di Adalberto Libera e di Giuseppe Terragni e l'architettura coeva tedesca trova dei punti di congiunzione. La sua formazione di pittore è segnata da un approccio tradizionale, ma allo stesso tempo è attento alle problematiche astratto-geometriche tedesche, minimaliste e concettuali. Artista pienamente europeo, darà la sua versione europea dell'arte americana, presentando elementi tratti dalla pittura di Barnett Newman. Nel 1982 espone una serie di foto di grande formato. incorniciate. È la rottura definitiva nei confronti dell'uso canonico della fotografia. Incorniciando e mettendo sotto vetro le sue fotografie, l'architettura circostante si rispecchia sulla superficie del vetro. Non solo. Anche lo spettatore si riflette nell'immagine diventandone un elemento integrato. Il luogo della esposizione a quel punto perde la sua neutralità.

Förg crea in un nuovo modo di concepire il museo non più come luogo statico nel quale la credibilità dell'arte è garantita dalla sua immobilità bensì come spazio del dinamismo, dell'intreccio e della continua relazione tra opere e pensieri critici, tra interno e esterno. L'artista coniuga con disinvoltura pittura, disegno, scultura e fotografia considerando le citazioni architettoniche componenti della sua tavolozza. La sua matrice europea è riscontrabile nei colori. nelle atmosfere che rimandano ad artisti come Dürer e Grünewald, Friedrich e Runge. Egli sceglie gli elementi cromatici in modo impulsivo, i suoi colori sono quelli che ritrova passeggiando per le strade di Amburgo, di Colonia, di Roma, o sfogliando una monografia di artisti tedeschi. Con la scultura realizza vere e proprie architetture, mentre le fotografie rimandano ad una percezione della realtà astratta anche quando in esse sono presenti elementi figurativi. Förg non rinuncia mai a proiettare le proprie utopie nello spazio. Vive tra Neuchâtel e Friburgo nel Breisgau

Inaugurazione 2 luglio 2007

RAM radioartemobile
via Conte Verde, 15 - Roma
Orario: Da martedì a sabato dalle 16 alle 19.30; Agosto su appuntamento
Ingresso libero

IN ARCHIVIO [29]
Jean-Pierre Aube'
dal 13/5/2015 al 26/6/2015

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede