Altaroma presenta 'Evanescence'. Un'anteprima di questa nuova ricerca dell'artista, che mescola corpo, arte, moda, gioiello: 4 calchi in evanescenza e altrettanti gioielli, tutti ispirati ad una sola opera, il Cristo Nero.
Evanescence
Altaroma ospita l’anteprima nazionale di Evanescence, il nuovo progetto artistico di Betty Bee
Altaroma presenta, in anteprima nazionale, Evanescence, il nuovo, attesissimo progetto di Betty Bee dopo la parentesi newyorkese: una ricerca inedita e sorprendente, giocata sul corpo, i simboli e l’iconografia cara all’artista, l’arte e il gioiello. Al centro del lavoro c’è il corpo femminile, il suo corpo che, conteso tra la naturalezza delle sue forme e i dettami rigorosi degli stereotipi mediatici, si adegua, si ribella, soffre e talvolta soccombe.
Betty Bee estremizza il concetto: crea pezzi di corpo di donna - utilizzando il proprio corpo -, sagome realizzate con materiali diversi che in progressione arrivano all’evanescenza. Su ciascun pezzo l’artista ripropone in forma simbolica di gioielli le opere realizzate negli anni, vere e proprie icone del suo percorso artistico: il Cristo Nero, Iuppeppì, la Sirena, il Cristo bianco, Lick and go e la Mucca Pazza assumono la forma di gioielli, di talismani d’arte da indossare al collo, al ventre, alla caviglia, ai polsi. Forgiati in oro e argento e pietre preziose, uno per uno, a mano, in tiratura limitata e numerata, sono realizzati dalla storica gioielleria Ventrella di Napoli.
Al Maxxi di Roma Betty Bee porterà un’anteprima di questa nuova ricerca che mescola corpo, arte, moda, gioiello: 4 calchi in evanescenza e altrettanti gioielli, tutti ispirati ad una sola opera, il Cristo Nero. Inaugurazione giovedì 12 luglio ore 11.
Evanescence sarà una mostra itinerante: dopo l’anteprima capitolina, nel mese di novembre sarà presentata integralmente al Pan, il Palazzo delle Arti di Napoli. Nel 2008 proseguirà per Milano, poi l’Europa e gli Stati Uniti.
Betty Bee è la Molly Flanders di Napoli. Questa donna direi che si emancipa proprio costruendosi un protagonismo, una presenza ed utilizzando un’intraprendenza. È chiaro che nel caso di Betty Bee, dunque di un’artista, l’intraprendenza corrisponde alla creatività. Attraverso questa protesi che è il linguaggio dell’arte Betty Bee ha fatto di necessità virtù ed ha sviluppato una sorta di autoterapia attraverso l’arte. Non a caso, lei ha colto molto bene come l’arte è una forma di travestimento e i travestiti sono stati i suoi primi interlocutori come compagni di strada, come delle figure socratiche che le hanno insegnato proprio direi il passaggio in una condizione di frontiera intermedia tra il maschile ed il femminile, l’androgino. (Achille Bonito Oliva)
Presentazione ore 11
Museo nazionale delle arti del XXI secolo - MAXXI
via Guido Reni, 2f - Roma