La passione della forma. La vita e l'impegno artistico-politico di uno dei piu' grandi interpreti del secolo scorso. Esponente di punta del dibattito sul "realismo" e sulla funzione sociale dell'arte. Questo elemento e' facilmente riconoscibile attraverso la lettura delle opere in mostra attraverso un percorso cronologico che si snoda dagli anni '40 agli anni '80 attraverso opere di nudo, o come il disegno Pescatori di Sicilia e nelle nature morte.
La passione della forma
Vent'anni fa moriva Renato Guttuso, l¹artista, l¹intellettuale, l¹idealista,
l¹uomo politico, il protagonista del Novecento. Nell¹anno di celebrazioni a
lui dedicate, l'Associazione Culturale Il Cerbero, con la mostra dal titolo
'Renato Guttuso. La passione della forma', vuole ripercorrere la vita e
l'impegno artistico-politico di uno dei più grandi interpreti del secolo
scorso.
Esponente di punta del dibattito sul 'realismo' e sulla funzione sociale
dell¹arte, Guttuso è stato un punto di riferimento, per un¹intera
generazione, della ricerca artistica italiana ed internazionale. Questo
elemento è facilmente riconoscibile attraverso la lettura delle opere in
mostra attraverso un percorso cronologico che si snoda dagli anni ¹40 agli
anni '80 e che si esplicita nella visione di alcune delle opere di nudo,
delle opere dedicate ai soggetti protagonisti di un contesto sociale - come
Donne di zolfatari (Studio) del 1953 o ancora il disegno Pescatori di
Sicilia - delle scene del quotidiano che l¹artista con abile maestria
riusciva a rendere con pochi tratti di china - come La strada (1945) -
infine della serie dedicata alle nature morte - come Natura morta con sedia
olio su tela del 1958.
Lo studio attento delle figurazioni del Picasso post-cubista di cui
diventerà amico intimo fin dal 1945 lo porta alla realizzazione della
Crocifissione del 1940, secondo classificato al Premio Bergamo del 1942, che
lo conduce definitivamente verso quell¹evoluzione 'realista', attenta alle
questioni sociali, alle relazioni con le tradizioni popolari, alle tematiche
che scaturiscono da un modo di intendere l'arte come gesto che privilegia il
'contenuto'.
La sua capacità critica e educativa, già ampiamente riconsciuta nelle opere
passate, trapela ulteriormente nei successivi quadri: Il partigiano (1944) e
La Resa (1946).
Sciolto il ³Fronte² nel 1948, nel pieno della crisi che investe il rapporto
tra intellettuali e Partito Comunista in seguito alla polemica tra Palmiro
Togliatti ed Elio Vittorini, Guttuso cerca di orientare il proprio realismo
verso soluzioni che rifuggono ai dettami del ³zdanovismo², del realismo
ideologicamente programmato, dell¹arte come strumento illustrativo
dell¹azione politica, per esaltarne una libertà inesauribile, fatta di
ricerca delle qualità formali, di esaltazione delle tensioni stilistiche.
Sono gli anni di Boogie-woogie (1953) e del bozzetto La Spiaggia (1952) da
cui nascerà l¹opera Spiaggia del Œ56, de La discussione (1960) e La
contadina, olio su tela del 1954.
Nel corso degli anni Sessanta e Settanta, il suo realismo si rinnova,
aprendosi verso i ³nuovi realismi² che stanno attraversando l¹orizzonte
delle arti occidentali. Sono questi gli anni dell¹Autobiografia (1966), dei
Funerali di Togliatti (1972), di Vucciria (1974), del Caffè Greco (1976),
cui si accompagnano le serie incalzanti dei nudi, delle nature morte, ed
un¹inesauribile produzione grafica: Calze rosse guache su carta, 1970/75,
Due donne abbracciate², 1986, ³Donna che si pettina², 1976
Renato Guttuso (Bagheria, 26 dicembre 1911) è scomparso a Roma il 18 gennaio
1987. Oltre ad essere stato un famoso pittore era anche esponente della
cultura di area comunista. Figlio di Gioacchino, agrimensore e acquarellista
dilettante, e di Giuseppina d'Amico il piccolo Renato manifestò precocemente
la sua predisposizione alla pittura.
Influenzato dall'hobby del padre e dalla frequentazione dello studio del
pittore Domenico Quattrociocchi, iniziò appena tredicenne a datare e firmare
i propri quadri. Si tratta per lo più di copie (paesaggisti siciliani
dell'Ottocento ma anche pittori francesi come Millet o artisti contemporanei
come Carrà), ma non mancano ritratti originali. Il giovane Guttuso abita in
una casa vicino alle ville Valguarnera e Palagonia, di cui ritrarrà
particolari in quadri successivi e s'ispira agli scogli dell'Aspra e tra le
gite al mare e i primi amori vive tutta la crisi siciliana del dopoguerra.
L'adolescenza borghese è fitta di stimoli per il futuro pittore, iniziò
anche a frequentare gli ambienti artistici palermitani. Nel 1928, appena
diciassettenne partecipa alla sua prima mostra collettiva a Palermo. Guttuso
vede in completa decadenza la nobiltà, l'avanzare di un vero massacro
urbanistico e delle lotte di potere che scuotono il temperamento di Guttuso,
mentre la famiglia è segnata dall'ostilità di clericali e fascisti nei
confronti del padre. Nel suo espressionismo si fanno sempre più forte non
solo i motivi siciliani come i rigogliosi limoneti, l'ulivo saraceno, il
Palinuro, tra mito e solitudine isolana che, inviati nel '31 alla
Quadriennale, confluirono in una collettiva di sei pittori siciliani accolti
dalla critica dice Franco Grasso nella citata monografia come ³una
rivelazione, un'affermazione siciliana².
Tornato a Palermo apre uno studio in Corso Pisani e con la pittrice Lia
Pasqualino e gli scultori Barbera e Nino Franchina forma il Gruppo dei
Quattro.
Rifiutato ogni canone accademico, con le figure libere nello spazio o la
ricerca del puro senso del colore, Guttuso s'inserisce nel movimento
artistico ³Corrente², che con atteggiamenti scapigliati s'oppone alla
cultura ufficiale e denota una forte opposizione antifascista nelle scelte
tematiche negli anni della guerra di Spagna e che preparano la seconda
guerra mondiale. Per Guttuso la pittura fu una forma di denuncia matura
l'arte ³sociale² di Guttuso, con un impegno morale e politico più scoperto
che si rivelava in quadri come ³Fucilazione in Campagna², dedicato a Garcia
Lorca, fra il '37 ed il '38, ³Fuga dall'Etna ³ in due stesure. Si
trasferisce a Roma, in Via Margutta dove frequenta la cerchia di artisti più
significativi del tempo: Mario Mafai, Corrado Cagli, Antonello Trombadori,
tenendosi anche in contatto col gruppo milanese di Treccani, Giacomo Manzù,
Aligi Sassu. Il dipinto che gli dà la fama, fra mille polemiche da parte
anche del clero e del fascio perché sotto il soggetto sacro denunzia gli
orrori della guerra, è ³Crocifissione². Di esso Guttuso ha scritto nel suo
Diario che è ³il simbolo di tutti coloro che subiscono oltraggio, carcere,
supplizio per le loro idee² con il quale al Premio Bergamo sigla la sua
nuova stagione.
L'artista non cesserà mai di lavorare in anni difficili come quelli della
guerra ed alterna, specie nelle nature morte, gli oggetti delle case umili
della sua terra, a squarci di paesaggio del Golfo di Palermo a una
collezione di disegni intitolata ³Massacri², che circolarono
clandestinamente poiché ritraggono le repressioni naziste, come quello
dedicato alle Fosse Ardeatine.
Con il patrocinio di Regione Emilia-Romagna, Provincia di Ravenna, Comune di
Ravenna.
La mostra si avvale del contributo di: Arimar, Acmar, Bonciani, Copura,
Consar-Grar, Europa 2000, Fiat S.V.A., Marcegaglia, Marinara, Moviter Strade
Cervia, Agenzia Ritmo, Emporio delle Passioni, Club del Sole, Consorzio Ciro
Menotti.
Organizzazione: Associazione Culturale il Cerbero
Catalogo: in sede, a cura di Silvana Costa, testo critico di
Bruno Bandini
Patrocinio: Mistero dei Beni Culturali, Regione Emilia-Romagna,
Provincia di Ravenna, Comune di Ravenna.
Immagine: Renato Guttuso "Nudo di donna², 1973/75, olio su tela,cm 80x10
Inaugurazione: : venerdì 24 agosto 2007, ore 19
Palazzo De Andrè
viale Europa, 1 - Ravenna
Orario: dalle 18, 30 alle 23, 30, domenica dalle 18,00 alle 23,30
Ingresso gratuito