Installazione. La mostra e' un viaggio tra atmosfere rarefatte, nebulosita' gassose, dissolvenze che raggiungono intense saturazioni cromatiche. Il riciclo della vita urbana tra semafori e prodotti industriali.
Urban Trash. Personale
La mostra è un viaggio tra atmosfere rarefatte, nebulosità gassose, dissolvenze che
raggiungono intense saturazioni cromatiche. Su tre pareti si dispongono le
proiezioni di altrettanti semafori coi loro tappeti sonori. Ora una dissolvenza sul
nero, un'eclissi di sole che rende l'atmosfera una sorta di colla bituminosa, un
crudele buio in cui cerchiature nere si sovrappongono ai tipici occhi del semaforo.
In alternanza al nero l'artista ha voluto un bianco accecante, privo di riferimenti
terreni, liquidamente palpabile come un infinito da incorniciare. Nero e bianco,
bianco e nero, energie opposte e sovrapponibili, flussi irreali in cui gli stessi
suoni creano dimensioni tra loro complementari. Il nero gonfia l'incombenza, crea
pathos drammatico e tensione sensoriale. Il bianco agisce su scie astratte dai
ghirigori psichedelici, ti avvolge nelle sue spire spaziali e necrotizzanti. Nero e
bianco, bianco e nero, variazioni sul nero, variazioni sul bianco: è il semaforo che
non si ferma come il flusso della vita, continuando all'infinito nel suo loop
antropologico.
Assieme alla videoinstallazione troneggia una Vespa di ultima generazione che
presenta un lato esteticamente perfetto, da salone espositivo, simbolo della
tecnologia industriale e presente di fronte a ogni semaforo delle nostre città.
Dall'altro lato, come memoria di un'esplosione nucleare, il motociclo risulta
sciolto, fuso dal calore, rottame e rifiuto tecnologico. Anche qui un rimando alla
storia della pittura, ai celotex bruciati di Burri.
Inoltre, viene presentato un percorso pittorico parallelo di quadri con fondali
dalle monocromie piatte. Un trittico, il più recente e per certi versi più estremo,
si basa su tre telai bianchi con una triade nera di segni verticali su ogni
pannello. Piccolo dettaglio: il segno non viene dal colore applicato ma da frammenti
di buste per la spazzatura, quelle che tutti noi maneggiamo nei nostri secchi
domestici. Ovvio ma non scontato pensare al riciclo della vita urbana: semafori in
azione nei video, rumori stradali che completano la ripresa e la sua elaborazione,
brandelli di altra "spazzatura" che diventano segno e materia.
Inaugurazione: giovedi 20 settembre alle 18
Grossetti Arte Contemporanea
via di Porta Tenaglia 1/3, Milano
Ingresso libero