A Retrospective. L'esposizione, formata da 140 opere, non rappresenta soltanto l'occasione per indagare l'identita' artistica di uno dei piu' importanti ceramisti scultori del novecento, ma soprattutto l'opportunita' evidenziare l'importanza storica che l'arte ceramica italiana ha avuto nel panorama artistico internazionale. A cura di Ryuchi Matsubara.
A Retrospective
A cura di Ryuchi Matsubara
Testi in catalogo: Luciano Caramel, Claudio Spadoni
Lunedi 1 ottobre 2007 alle ore 15 al Museo d’Arte moderna di Kyoto si
inaugurerà la grande mostra personale antologica “Carlo Zauli: a
Retrospective”. L’esposizione, formata da 140 opere dell’artista,
provenienti per lo più dal Museo Carlo Zauli di Faenza, itinererà poi
nelle sedi dei musei di Gifu, del Museo d’Arte moderna di Tokyo e di
Hagi, e rappresenta il più importante omaggio mai tributato dal paese
nipponico ad un artista italiano, L’evento non rappresenta soltanto
l’occasione per indagare l’identità artistica di uno dei più importanti
ceramisti scultori del novecento, ma soprattutto l’opportunità
evidenziare l’importanza storica che l’arte ceramica italiana ha avuto
nel panorama artistico internazionale.
Per meglio sottolineare il clima
di grande interscambio culturale fra i due paesi e l’importanza che
l’opera di un’artista quale Carlo Zauli ha avuto nella diffusione della
nostra cultura al di là dei confini nazionali, a questo imponente ciclo
espositivo, organizzato dalla Regione Emilia-Romagna, dal Comune di
Faenza, dal Museo Nazionale di Arte Moderna e Contempoaranea di Kyoto,
in collaborazione con il Museo Carlo Zauli di Faenza e il Museo d’Arte
Moderna di Tokyo, e sponsorizzato dal quotidiano economico giapponese
NIKKEI inc., farà seguito nel 2009, al rientro dal Giappone, una
importante mostra italiana a Torino presso le Sale Storiche di Palazzo
Bricherasio, unica tappa europea del progetto asiatico e punto di
riferimento per una rinnovata analisi critica dell’opera di Carlo Zauli.
Il lungo percorso artistico di Carlo Zauli ha inizio nei primi anni ’50
quando ancora giovanissimo riceve i principali riconoscimenti dedicati
all’arte ceramica – nel 1953 a soli 27 anni vince il suo primo premio
Faenza-. Gli anni sessanta lo videro evolvere fin da subito verso
un’interpretazione marcatamente scultorea del proprio mestiere. Sono
questi gli anni in cui matura il proprio linguaggio, intriso di
atmosfere informali intrecciate ad una armoniosa ma dirompente
“naturalità”. La Sua opera è infatti il risultato di una ricerca
artistica che, ispirandosi concettualmente al lavoro di due grandi
protagonisti dell’arte del secolo scorso quali Leoncillo Leonardi e
Lucio Fontana, giunge compiutamente, come dice Luciano Caramel al
superamento dell’impasse martiniana della “ scultura lingua morta”,
relegando la distinzione fra scultura e ceramica a qualcosa di relativo
solo ai materiali e alle tecniche, proponendo così, attraverso il
riscatto qualitativo della ceramica, una nuova attualità della scultura.
Il 1958 è cruciale per la carriera artistica di Carlo Zauli, è questo
l’anno nel quale realizza i grandi altorilievi per la reggia di Baghdad
e il Poligrafico di Stato del Kuwait, opere che segnano l’inizio di una
fama internazionale sempre maggiore. A partire dal 1964 il Giappone gli
dedica numerose mostre collettive e personali: la considerazione di
Carlo Zauli nel paese nipponico cresce a tal punto che viene paragonato
a Peter Voulkos, forse il più importante artista ceramico a livello
mondiale. Sempre più numerose sono inoltre le mostre e le commissioni
pubbliche e private, in Europa, in Italia e negli Stati Uniti. Carlo
Zauli muore a Faenza, sua città natale, nel 2002 dopo una lunga
malattia; le Sue opere sono presenti oggi in quaranta musei in tutto il
mondo, tra cui, in ultimo il prestigioso Houston Museum of Modern Art.
Inaugurazione 1 ottobre 2007 ore 15
The National Museum of Modern Art
Okazaki Enshoji-cho - Kyoto