Opere inedite su carta dal 1958 al 1969. Personale. I lavori presenti in mostra sono connotati da un'innovativa ricerca sui materiali, realizzate adoperando smalti, resine, cera, e assemblando oggetti ed elementi propri dei collages polimaterici.
Opere inedite su carta dal 1958 al 1969
L’esposizione presenta un gruppo di opere inedite realizzate dalla fine
degli anni ’50 al 1966, anno in cui Franco Garelli viene invitato a
esporre alla XXXIII Biennale di Venezia con una mostra personale. Le
opere presenti in mostra, connotate da un’innovativa ricerca sui
materiali, sono da considerarsi come complemento dei celebri “Tubi” in
lamiera colorata, presentati nella rassegna veneziana, e preludio alle
esperienze di molti artisti delle generazioni successive.
Denominatore comune a questi lavori è il supporto in carta che non
impedisce all’artista di utilizzare materiali diversi come smalti,
resine, cera assemblando oggetti ed elementi propri dei collages
polimaterici. Tra questo gruppo di opere figura un lavoro
tridimensionale che permette a Garelli di percorrere inedite soluzioni
nell’ambito dell’Informale, trasformando il gesto pittorico in uno
spazio scenico.
Franco Garelli è nato a Diano d'Alba in provincia di Cuneo il 19
ottobre 1909.
Sin dagli anni del liceo Garelli si interessa alle arti figurative,
tuttavia si laurea in medicina nei primi anni Trenta, e per diversi
anni concilia un serio impegno professionale nel campo della medicina
con la carriera artistica, che dai primi anni Sessanta diviene
l’occupazione principale. Le sue sculture e le Figure mostrano
un’approfondita conoscenza dell’anatomia del corpo umano, valorizzato
nel suo gioco di pieni e vuoti.
Il 1948 è l’anno della sua prima partecipazione alla Biennale di
Venezia e al Premio Saint Vincent, dove emergono le influenze
esercitate su di lui dall’arte di Picasso. La fine degli anni Quaranta
rappresenta un periodo di grandi incontri: Lucio Fontana, Tullio
Mazzotti, Agenore Fabbri.
Al 1950 risale la sua sperimentazione sulla tecnica della fusione in
bronzo. Il 1954 è l’anno della svolta, attraverso la ricerca di
materiali inconsueti - legno, ferro, materiali di risulta – che
assembla con spago e cera e fonde nel bronzo. Il successivo passaggio
decisivo si ha quando giunge a una maggior articolazione della figura
nello spazio mediante l’uso del ferro e della saldatura autogena: in
tal modo si inserisce nell’esperienza informale italiana e
internazionale.
In questi anni stringe intense relazioni con Appel, Corneille, e Asger
Jorn, col quale partecipa alle attività del “Primo Laboratorio
Sperimentale” del Movimento Internazionale per una Bauhaus immaginista
di Alba.
Risale al 1955 la prima esposizione di opere in ferro saldato, in cui
la ricerca fondamentale è sempre incentrata sull’immagine dell’uomo.
Di questi anni è l’inizio dell’amicizia col critico francese Michel
Tapiè, attento testimone del suo sviluppo artistico e della sua ricerca
plastica, e grazie al quale Garelli comincia un fruttuoso rapporto di
scambio con gli artisti del gruppo Gutai. Artista ormai noto e
affermato, in questi anni viene invitato a grandi manifestaizoni
artistiche in Italia e all’estero, esponendo a Tokyo, Kyoto, Osaka, e
gli Stati Uniti, dove a New York espone presso la Columbia University,
la Parma Gallery, la Martha Jackson Gallery, a Dallas al Museum for
Contemporary Arts, a Pittsburgh al Carnegie Institute.
Nel 1963 la nuova ricerca – non più sulla figura ma sull’oggetto –
porta alla nascita dei Tubi, strutture presentate alla XXXIII Biennale
di Venezia nel 1966 in una sala personale.
Franco Garelli muore nel 1973, a seguito di una lunga malattia, vivendo
l'ultimo periodo quasi in isolamento da quel mondo al quale lui voleva
aderire con tutta la sua energia.
Inaugurazione: giovedi 4 ottobre, ore 18
Galleria Martini e Ronchetti
via Roma, 9 - Genova
Orario: da martedì a sabato16-19.30. Mattino su appuntamento
Ingresso libero