Palazzo delle Esposizioni
Roma
via Nazionale, 194
06 39967500
WEB
Tre mostre
dal 5/10/2007 al 5/1/2008
dom, mart, merc e giov 10-20; ven e sab 10-22.30
06 39967500

Segnalato da

Arthemisia




 
calendario eventi  :: 




5/10/2007

Tre mostre

Palazzo delle Esposizioni, Roma

La mostra di Mario Ceroli non vuole essere un'antologica, ma piuttosto puntare sulla spettacolarita' e sull'uso dei diversi materiali: il legno, il vetro, le terre colorate, la stoffa, la sabbia, la cenere ecc. Dedicata a uno dei maestri indiscussi della storia del cinema, la mostra Stanley Kubrick presenta l'opera del regista americano mettendola in relazione con il materiale preparatorio e tecnico proveniente dagli archivi dello Stanley Kubrick Estate: documenti inediti, copioni, appunti di regia, fotografie, testimonianze e filmati dal backstage, plastici, costumi e ricostruzioni di alcune ambientazioni sceniche. Noto come espressionista astratto, Mark Rothko ha sovente smentito questa affermazione. La retrospettiva mira a fornire un quadro generale della sua produzione, non dimenticando la costante preoccupazione dell'artista di presentare il suo lavoro attraverso gruppi di opere attentamente selezionate, concepiti per accrescere l'impatto visivo sui visitatori.


comunicato stampa

----- english below

Mario Ceroli

a cura di Maurizio Calvesi e Claudia Terenzi
Sale Livello 1 (lato Via Milano)
6 ottobre – 2 dicembre 2007

Mario Ceroli, uno dei maggiori scultori a livello internazionale, a partire dai primi anni Sessanta, e fino alle opere più recenti, ha sempre rivelato una straordinaria “pratica” artigianale nel lavorare i più vari materiali, oltre ad una grande creatività. Molte sono le sue opere conservate in Italia e all’estero in collezioni private e nei più importanti musei, la sua presenza alle mostre più significative (alla Biennale di Venezia del ’66 presentò la Cassa Sistina, che ebbe il premio per la scultura). In questa opera, come in altre successive, si può considerare un antesignano dell’arte povera, ma è soprattutto la sua ricerca sui profili, solitamente in legno, una ricerca di grande originalità, che avrà notevoli sviluppi sulla sua produzione: nota, tra queste opere è La Cina (1966), una schiera compatta di sagome in legno che divengono un allestimento spettacolare, oltre ad alludere alla ideologia collettiva che ne era alla base.

Occorre ricordare i tanti allestimenti scenici realizzati dall’artista, per il teatro, per il cinema, per la televisione: Riccardo III con la regia di Luca Ronconi; Orgia di Pier Paolo Pasolini; Norma, con la regia di Mauro Bolognini; Omaggio a Martin Luther King, musica di Goffredo Petrassi; Aida, diretta da Giuseppe Sinopoli. Importanti i numerosi monumenti realizzati dall’artista, fino ai più recenti collocati a Firenze, in piazza Strozzi e alla Fortezza da Basso.

La mostra non vuole essere una antologica dell’opera di Mario Ceroli, ma piuttosto puntare sulla spettacolarità e sull’uso dei diversi materiali: il legno, il vetro, le terre colorate, la stoffa, la sabbia, la cenere ecc. Quindi, oltre ad alcune opere rappresentative del lavoro precedente (tra queste La Cina, Pier delle Vigne), verrà appositamente creata, nella sala centrale, una grande installazione con polveri di colori e sagome in legno, e, nelle sale accanto, opere della sua più recente ricerca realizzate con legno e cenere, con carte vetrate, colori e altro.

Curatori della mostra sono Maurizio Calvesi e Claudia Terenzi.
Il catalogo, edito da Giunti Arte mostre musei, riporterà, tra l’altro, un saggio di Calvesi sul complessivo percorso artistico di Mario Ceroli; uno di Claudia Terenzi sui diversi mezzi espressivi, sintesi, quindi, dei suoi molteplici interventi, dalla scultura, alla pittura, alle installazioni, agli allestimenti scenici, attraverso l’analisi delle mostre più importanti e delle più significative testimonianze critiche. Saranno presenti anche una biografia redatta da Paola Bonani e molte fotografie documentarie del lavoro di Ceroli provenienti dal suo archivio privato.

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Stanley Kubrick
a cura di Hans-Peter Reichmann
Sale Livello 2
6 ottobre 2007 – 6 gennaio 2008

Dedicata a uno dei maestri indiscussi della storia del cinema, la mostra “Stanley Kubrick” presenta l’opera del regista americano mettendola in relazione con il materiale preparatorio e tecnico proveniente dagli archivi dello Stanley Kubrick Estate, resi accessibili per la prima volta in quest’occasione: documenti inediti, copioni, appunti di regia, fotografie, testimonianze e filmati dal backstage, plastici, costumi e ricostruzioni di alcune delle più suggestive ambientazioni sceniche.

L’obiettivo dell’esposizione, ideata e prodotta dal Deutsches Filmmuseum di Francoforte in collaborazione con Christiane Kubrick e Jan Harlan (The Stanley Kubrick Estate), è quello di condurre il pubblico “dietro la macchina da presa”, mettendo in luce il personalissimo metodo di lavoro del regista, il suo costante interesse per l’architettura, il design, l’arte e la letteratura, e rivelando i segreti che si celano dietro ai numerosi espedienti tecnici che diedero forma ad alcune delle sequenze più celebri dei suoi lavori.

Dopo un’introduzione di carattere biografico, nella quale verranno presentati i reportage per la rivista “Look” e le pellicole degli esordi (Day of the Fight, Flying Padre, Mr.Lincoln, The Seafarers, Fear and Desire), la mostra ripercorre l’intera filmografia del regista, dai lungometraggi in bianco e nero come Il bacio dell’assassino, Rapina a mano armata e Lolita ai film di soggetto bellico (Orizzonti di Gloria, Il Dottor Stranamore e Full Metal Jacket); da quelli di carattere storico (Spartacus e Barry Lyndon) ai thriller psicologici come Shining e Arancia Meccanica, per finire con Eyes Wide Shut. Senza dimenticare i grandi progetti che non videro mai la luce, ma ai quali lavorò a lungo, come Napoleon, Aryan Papers e A.I. (Artificial Intelligence), in seguito realizzato da Steven Spielberg.

Particolare attenzione verrà dedicata a 2001: Odissea nello spazio. In questa sezione, oltre ai costumi e ai modellini (come quello della celebre centrifuga della navicella spaziale Discovery e il computer Hal), troverà posto una ricostruzione della scenografia utilizzata per il prologo del film, realizzato grazie alla tecnica della “front projection”, che verrà riproposta in mostra permettendo ai visitatori di “entrare” nel set, diventando parte integrante della scena. Le attrezzature utilizzate per gli effetti speciali occuperanno un posto di primo piano: in mostra, tra l’altro, la lente Zeiss, prodotta dalla NASA, che permise al regista di girare le scene a lume di candela di Barry Lyndon.

Un’audioguida accompagnerà il visitatore lungo il percorso espositivo, mentre un documentario illustrerà le scelte di Kubrick in tema di colonne sonore. In concomitanza con la mostra è stato realizzato un volume-catalogo, edito da Giunti Arte mostre musei con un’introduzione di Martin Scorsese e numerosi saggi critici. La prima edizione della mostra è stata presentata presso il Deutsches Filmmuseum di Francoforte in collaborazione con il Deutsches Architektur Museum. L’esposizione romana è affiancata da una retrospettiva cinematografica che si terrà nella sala Cinema del Palazzo delle Esposizioni.

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Mark Rothko
a cura di Oliver Wick
Sale Livello 1 (lato Via Nazionale)
6 ottobre 2007 – 6 gennaio 2008

Rare sono state le occasioni in Italia di assistere a una grande mostra monografica dedicata al pittore americano di origine russa; si ricordano solamente l’unica retrospettiva dell’artista vivente, organizzata dal Museum of Moden Art di New York, portata nel 1962 a Roma e presentata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, o quella commemorativa a Ca’ Pesaro, in occasione della Biennale di Venezia del 1970, subito dopo la sua tragica morte.

Dopo la vendita del dipinto “White center (Yellow, Pink and Lavender on Rose)” per 72,8 milioni di dollari, cifra record per un’opera d'arte moderna del dopoguerra, venduta all'asta da Sotheby's di New York (15 maggio 2007) e acquistata da un privato di cui non si conosce il nome, è ipotizzabile che diventerà sempre più difficile avere le opere di Rothko per esposizioni temporanee. Questa retrospettiva su Mark Rothko, curata da Oliver Wick e prodotta dall’Azienda Speciale Palaexpo e da Arthemisia, si presenta quindi come una occasione unica in Italia per vedere riunite così tante opere di uno dei più grandi artisti del secolo scorso.

Noto come espressionista astratto, lo stesso Rothko ha sovente smentito questa affermazione. La mostra mira a fornire un quadro generale della sua produzione, non dimenticando la costante preoccupazione dell’artista di presentare il suo lavoro attraverso gruppi di opere attentamente selezionate, concepiti proprio per accrescere l’impatto visivo sui visitatori. La selezione dei dipinti segue dunque precisi criteri nel percorso espositivo. I dipinti sono una settantina, oltre a un significativo gruppo di opere su carta che illustrano aspetti specifici di ogni periodo. Per i primi lavori di Rothko, la mostra si focalizza sui dipinti, relativamente piccoli, eseguiti con una preparazione in gesso, il cui uso tende a dare al pigmento una qualità simile all’affresco, con delicate tonalità ed una consistenza sottile dove è evidente l’influenza dell'arte italiana del Quattrocento, in particolare di Beato Angelico.

La tradizione del Rinascimento italiano, soprattutto degli affreschi, ha avuto una straordinaria influenza sulla serie di commissioni murali del periodo classico di Rothko. Queste suggestioni sono esplorate anche nel caso dei lavori surrealisti, nei quali la tecnica dello strato sottile di pittura e delle velature è sempre più perfezionata.
Accanto a una selezione dei cosiddetti “Multiforms”, caratterizzati da macchie di colore e da un particolare effetto plastico - spaziale, che completa la prima fase dei lavori di Rothko, si possono ammirare alcuni dipinti successivi, con sempre più ampi campi di colore rettangolari.

Il “classico” Rothko, con i lavori più maturi, realizzati negli anni ‘50 su tele di grande formato, costituiscono la parte più affascinante, e più nota, dell’attività dell'artista, per la straordinaria qualità dei colori, per l’originalità e l’intenso effetto delle sue composizioni. Tra questi il grande “Mural” proveniente dal Museo Guggenheim di Bilbao (1952-53) e il nucleo di quadri della sala dedicata al’'artista alla Biennale di Venezia del '58, che segna il primo apprezzamento della sua arte in Europa, oltre ad alcune opere appartenute originariamente a collezioni italiane. Inoltre, le tele “Blackform”, con la singole forme scure squadrate, dipinte a partire dal 1960, danno l’idea del forte desiderio di Rothko di creare uno spazio spirituale. La mostra si conclude con gli ultimi dipinti dell’artista, i “Black on Gray”, un gruppo di opere che segna il culmine di un’arte sempre più austera e orientata verso nuove prospettive artistiche in rapporto diretto con lo spettatore.

Le opere esposte provengono dai più importanti musei internazionali: Fondation Beyeler, Basilea; Guggenheim Museum, Bilbao; Tate, Londra; High Museum of Art, Atlanta; The Baltimore Museum of Art, Baltimora; Walker Art Center, Minneapolis; Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles; Museum of Contemporary Art, Los Angeles; Solomon R. Guggenheim Museum, New York; The Metropolitan Museum of Art, New York; Whitney Museum of American Art, New York; Allen Memorial Art Museum, Oberlin; National Gallery of Art, Washington; National Gallery of Australia, Canberra; National Gallery of Canada, Ottawa; Museo Tamayo Arte Contemporáneo, Città del Messico; Tel Aviv Museum of Art, Tel Aviv.

A queste si aggiungono alcune opere concesse da collezioni private, tra cui un importante nucleo di proprietà di Christopher Rothko e Kate Rothko Prizel, che hanno contribuito in maniera determinante alla realizzazione della mostra. Il catalogo della mostra è edito da Skira. Oltre ad esso, in occasione di questa importante mostra, Skira pubblica anche il volume La realtà dell'artista, ultimo libro incompiuto e sinora inedito in Italia di Mark Rothko, realizzato grazie al figlio Christopher che ha rivisto tutti i manoscritti originali, espone la visione filosofica e artistica della realtà di Rothko.

Uffici stampa:
CLP Relazioni Pubbliche - press1@clponline.it
Arthemisia - Tel. 0721 370956 Fax 0721 377105 press@arthemisia.it

Immagine: Stanley Kubrick

Inaugurazione 6 ottobre 2007

Palazzo delle Esposizioni
Via Nazionale, 194 - Roma
Orari: domenica, martedì, mercoledì e giovedì: dalle 10 alle 20; venerdì e sabato: dalle 10 alle 22.30
Costo del biglietto: intero euro 12,50; ridotto euro 10

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Three exhibitions

Mark Rothko
Curated by Oliver Wick
6 October 2007 - 6 January 2008

For many years a major solo exhibition devoted to Mark Rothko has been expected in a public museum in Italy. The first exhibition that spread the knowledge of his work in our Country has been the one presented in the Venice Biennale in 1958. Few years later, in 1962, the Galleria Nazionale d’Arte Moderna in Rome held a magnificent anthological exhibition, organized by the Museum of Modern Art in New York, in close collaboration with the artist. Finally, in 1970, immediately after Rothko’s tragic death, has been installed a commemorative retrospective at Ca’ Pesaro in the ambit of the Venice Biennale,
Hence, this Mark Rothko retrospective curated by Oliver Wick and produced by the Azienda Speciale Palaexpo and Arthemisia, gives visitors a unique opportunity to see a vast selection of works by one of the greatest artists of the last century.
Rothko is generally known as an Abstract Expressionist, but he often refused to be identified as such. The exhibition aims to provide an overall picture of his production, while remaining faithful to his constant preoccupation with presenting his work in groups of carefully chosen paintings to increase their visual impact. Thus, the paintings for the exhibition have been selected and the layout determined according to precise criteria. There are about seventy paintings in all, as well as an important group of works on paper that illustrate specific aspects of each period in his career.
Where Rothko’s early works are concerned, the exhibition focuses on the relatively small paintings that has been prepared with chalk, the use of which tends to endow the colour with the delicate tones and thin consistency associated with the fresco. The influence of fifteenth-century Italian art, and Beato Angelico in particular, is evident in these pictures.
The tradition of the Italian Renaissance, and above all its frescoes, had a remarkable influence on the series of mural commissions pertaining to Rothko’s classic period. In fact, he explored its possibilities also in his Surrealist works, in which he gradually perfected the technique of applying extremely thin layers of colour, or washes.
Alongside a selection of his Multiforms, which are characterized by patches of colour and an original plastic-spatial effect, and were painted at the end of the first stage of his career, one can admire some of his subsequent paintings, with their ever-larger coloured rectangular fields.
The ‘classic’ Rothko, which consists in his more mature works made in the Fifties on large canvases, represents his most fascinating and celebrated period of activity, due to the remarkable quality of the colours, and to the originality and intensity of his compositions. These include the large Mural from the Guggenheim Museum in Bilbao (1952-53), the corpus of paintings from the room devoted to the artist at the 1958 Venice Biennale, where his art was first appreciated in Europe, and various works that originally belonged to Italian collections. While the Black-form paintings with their single dark square shapes, which he painted from 1960 on, evoke Rothko’s strong desire to create a spiritual space.
The exhibition ends with the artist’s last works, the Black on Gray paintings, a group that marks the climax of an oeuvre that steadily became more austere and moved towards new artistic horizons that were in direct relationship with the viewer.
The works on display have been lent by leading international museums: Fondation Beyeler, Basel; Guggenheim Museum, Bilbao; Tate, London; High Museum of Art, Atlanta; The Baltimore Museum of Art, Baltimore; Walker Art Center, Minneapolis; Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles; Museum of Contemporary Art, Los Angeles; Solomon R. Guggenheim Museum, New York; The Metropolitan Museum of Art, New York; Whitney Museum of American Art, New York; Allen Memorial Art Museum, Oberlin; National Gallery of Art, Washington; National Gallery of Australia, Canberra; National Gallery of Canada, Ottawa; Museo Tamayo Arte Contemporáneo, Mexico City; Tel Aviv Museum of Art, Tel Aviv.
Other works are on loan from private collections, including the important corpus belonging to Christopher Rothko and Kate Rothko Prizel, without whom this exhibition could not have been realized.

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Mario Ceroli
Curated by Maurizio Calvesi and Claudia Terenzi
6 October - 2 December 2007

Mario Ceroli is a leading international sculptor. From the beginning of the Sixties to most recent times, his oeuvre has always been distinguished by his remarkable ability to ‘craft’ the most diverse materials and his boundless creativity. Many of his works are held by private collectors and important museums in Italy and abroad, and he has taken part in some of the most prestigious exhibitions (he won the sculpture prize at the 1966 Venice Biennale with Cassa Sistina). Although this work, like later ones, to some extent prefigures Arte Povera, the major developments in his production came about mainly through his highly original research into profiles, usually executed in wood. A notable example is La Cina (1966), a compact ‘army’ of silhouettes that forms a spectacular installation, and refers to the collective ideology that informs this work.
Ceroli has designed the sets for many theatre, cinema and television productions. These include Riccardo III directed by Luca Ronconi; Orgia by Pier Paolo Pasolini; Norma directed byMauro Bolognini; Omaggio a Martin Luther King with music by Goffredo Petrassi; Aida, conducted by Giuseppe Sinopoli. He has also created many monuments, most recently for Piazza Strozzi and the Fortezza da Basso, in Florence.
This exhibition is not intended to be anthological; instead, it focuses on the striking aspect of Mario Ceroli’s work and the variety of materials he employs: wood, glass, coloured earths, fabric, sand, ashes, and so forth. Thus, the selection of seminal earlier works (such as La Cina, Pier delle Vigne, Le Tavole di Mosè) is flanked by the large installation he has created with powdered colours and wooden profiles especially for this exhibition, in the central room, while works made with wood and ashes, with sandpaper, colours and other media, which embody his most recent research, will be featured in the adjacent rooms.
The exhibition is curated by Maurizio Calvesi, who will write an essay on Mario Ceroli’s artistic trajectory for the catalogue. The catalogue will also include a critique on this exhibition and the fantastic aspect of the artist’s work by Luigi Ficacci, and another by Claudia Terenzi on the different means of expression adopted by Ceroli, which will offer a panorama of his sculpture, painting, installations and set designs, presented through the analysis of his most important exhibitions and the most significant critiques.

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Stanley Kubrick
Curated by Hans-Peter Reichmann
6 October 2007 - 6 January 2008

Devoted to one of the undisputed masters of international cinema, the ‘Stanley Kubrick’ exhibition presents the American director’s work with the help of preparatory and technical material – unpublished documents, screenplays, director’s notes, photographs, behind-the-scenes testimonials and clips, models, costumes and reconstructions of the most evocative sets – from the archives of the Stanley Kubrick Estate, which has been made available for the first time.
The idea of this exhibition, conceived and produced by the Deutsches Filmmuseum in Frankfurt, in collaboration with Christiane Kubrick and Jan Harlan (The Stanley Kubrick Estate), is to put visitors ‘behind the camera’ by revealing the director’s highly individual way of working and his constant interest in architecture, design, art and literature; and divulging the secrets of the various technical devices he used to create some of the most celebrated sequences in his films.
Starting with a biographical introductory section, in which his reportages for Look magazine and his early films (Day of the Fight, Flying Padre, Mr. Lincoln, The Seafarers, Fear and Desire) are presented, the exhibition spans his entire filmography: from black and white features, such as Killer’s Kiss, The Killing and Lolita, to war films (Paths of Glory, Dr. Strangelove and Full Metal Jacket), historical epics (Spartacus and Barry Lyndon) and psychological thrillers like The Shining and A Clockwork Orange, culminating in Eyes Wide Shut. Space is also devoted to ambitious projects that Kubrick worked on at length but never realized, such as Napoleon, Aryan Papers and A.I. (Artificial Intelligence) – later made by Steven Spielberg.
A whole section is devoted to 2001: A Space Odyssey. It features costumes and models (such as the spaceship Discovery’s famous centrifuge and the computer Hal), and a reconstruction of the set used for the prologue. Kubrick filmed the prologue using the front-projection technique, which will be demonstrated at the exhibition, thus permitting visitors to ‘enter’ the set and play in the scene.
The equipment used for special effects will be prominently featured, including the Zeiss lens, built by NASA, which enabled the director to shoot the candlelit scenes in Barry Lyndon.
An audioguide covering the entire itinerary and synchronized with each of the film clips will be available to visitors, and a documentary will illustrate Kubrick’s choices regarding the various scores for the films. A volume containing an introduction by Martin Scorsese and many critical essays will accompany the exhibition, and an Italian version is envisaged.
The first edition of the exhibition was presented at the Deutsches Filmmuseum in Frankfurt, with the collaboration of the Deutsches Architektur Museum.
The Rome exhibition will be paired with a film retrospective, which will be held in the Cinema at Palazzo delle Esposizioni.


Image: Stanley Kubrick

Opening 6th october 2007

Press office:
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Informations, reservations, guided tours and workshop Tel. 06 39967500

Palazzo delle Esposizioni
Via Nazionale, 194 - 00184 Rome
Hours:
Sunday, Tuesday, Thursday, Wednesday: from 10:00am to 8:00pm
Friday and Saturday: from 10.00 to 22.30
closed on Monday
Last admission one hour before closing time
Admission:
Full price € 12,50
Reduced price € 10
Schools: € 4,00 each student Tuesday to Friday (Holydays excluded)
It allows to visit all the ongoing exhibitions in Palazzo delle Esposizioni.
Groups must book in advance.

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