L'intervento di Kogler consiste in un complesso disegno su fondo bianco generato al computer che costituisce la pelle temporanea del pavimento dello spazio di BASE. Le immagini stereotipate di un cervello e di una mappa del mondo interferiscono soprammettendosi a 2 fasce decorative, che si stendono in un movimento ripetitivo.
Personale
BASE / Progetti per l'arte presenta mercoledì 10 ottobre dalle ore 18 l'opera
di Peter Kogler appositamente concepita per lo spazio, in quest'occasione
trasformato in una camera per e della visione. L'intervento di Kogler consiste
in un complesso disegno su fondo bianco generato al computer che costituisce
la pelle temporanea del pavimento dello spazio di BASE. Le immagini
stereotipate di un cervello e di una mappa del mondo interferiscono
soprammettendosi a due fasce decorative, l'una di colore rosso e l'altra di
colore verde, che si stendono in un movimento ripetitivo all'interno dello
spazio mettendo in connessione le due stanze. La presenza non invasiva di
questi disegni crea un contrasto tra la superfice bidimensionale e percezione
tridimensionale, tra ordine e caos, tra misurazione dello spazio e sua
saturazione.
É un intervento che porta a riflettere sul concetto moderno di
decorazione che assorbe in sé e rivitalizza le due opposizioni di figurativo e
astratto. É inoltre un lavoro che mette a confronto il punto di vista della
visione col punto di vista dall'opera come se si trattasse di un quadro con
una visione psicofisica di immersione nell'opera (elementi che le ricerche
degli Anni '90 hanno sondato, praticandoli insieme e coincidenti sebbene
inconciliabili). Le vetrate dello spazio di Base, che lo separano
dall'esterno, sono in questo caso dei filtri alternati di colore monocromo
trasparente verde e rosso. A seconda del frammento da cui lo spettatore
osserverà lo spazio interno otterrà un'immagine completamente diversa
dall'altra. Solo percorrendo lo spazio e stando sopra la decorazione si potrà
fruire di entrambi i due pattern che altrimenti dall'esterno, alternativamente
e per effetto dei due filtri colorati apposti sui vetri, uno dei due sarà
annullato dal filtro dello stesso colore. Quello che Kogler realizza è così
un'opera sulla percezione: sull'inganno e sulla meraviglia della visione.
Peter Kogler, (Innsbruck, Austria, 1959) vive e lavora a Vienna. Il lavoro di
Peter Kogler si sviluppa dal contesto della pittura postmediale, sviluppatasi
negli anni ´80, nella quale si cerca di esprimere in forme d´installazione
sempre più complesse le infinite possibilità dei nuovi media, fra i cui temi
centrali c´è il rapporto fra spazio digitale virtuale e spazio reale e i
possibili concatenamenti percettivi derivanti da questo rapporto. Il suo
lavoro negli anni ha continuato a riflettere sulle potenzialità delle nuove
tecnologie e sull'impatto di percezione del reale da parte del fruitore, ma
usandoli come strumenti per articolare un intervento site specific per lo
spazio in cui andava ad operare. Lo spazio riformulato e attraversato dalle
immagini di Kogler diviene concreto e si dissolve allo stesso tempo come
accadeva per il suo lavoro per il padiglione austriaco dell´Expo di Hannover.
Il lavoro di Peter Kogler si rifà a un concetto esteso di pittura, la quale,
piú che semplice immagine bidimensionale, trasmette una sensazione di spazio
tridimensionale. Andando oltre il problema che lo spazio all'interno del
quadro e quello reale occupato dallo spettatore non possono essere mai
compresenti crea con le sue opere una situazione spaziale che non solo
dissolve tutti i parametri tradizionali della percezione dello spazio (nessun
sopra, sotto, sinistra, destra, nessun primo piano, nessuno sfondo, nessuna
prospettiva centrale), ma diventa anche occasione d´esperienza genuina dello
spazio tridimensionale dell´immagine. Tra le sue numerose partecipazioni
internazionali ricordiamo Secession Vienna alla 46 Biennale di Venezia nel
1995, la partecipazione alla Documenta X a Kassel nel 1997, alla Fondation
Beyeler di Riehen e la personale al Kunsthaus di Bregenz nel 1999 e al
Kunstverein di Hannover nel 2005.
BASE / Progetti per l'arte è un'idea di artisti per altri artisti. BASE è un
luogo unico per la pratica dell'arte in Italia, la cui attività iniziata nel
1998, viene curata da un collettivo di artisti che vivono e operano in Toscana
e che si fanno promotori di presentare a Firenze alcuni aspetti, tra i più
interessanti dell'arte del duemila. BASE è un dialogo sulla contemporaneità
aperto ad un confronto internazionale. Attualmente fanno parte del collettivo
di BASE / Progetti per l'arte: Mario Airò, Marco Bagnoli, Massimo Bartolini,
Paolo Masi, Massimo Nannucci, Maurizio Nannucci, Paolo Parisi, Remo Salvadori.
Fino adesso si sono tenute a BASE mostre di Sol Lewitt, Marco Bagnoli, Alfredo
Pirri, Cesare Pietroiusti, Jan Vercruysse, Niele Toroni, Michael Galasso, Luca
Pancrazzi, John Nixon & Marco Fusinato, Heimo Zobernig, Ingo Springenschmid,
Paolo Masi & Pier Luigi Tazzi, Antonio Muntadas, Robert Barry, Luca Vitone,
Gino De Dominicis, Liliana Moro, Claude Closky, Remo Salvadori, Pietro
Sanguineti, Liam Gillick, Massimo Bartolini, Mario Airò, Eva Marisaldi, Rainer
Ganahl, François Morellet, Bernhard Rüdiger, Nedko Solakov e Slava Nakovska,
Olaf Nicolai, Giuliano Scabia, Kinkaleri, Steve Piccolo & Gak Sato, Rirkrit
Tiravanija, Matt Mullican, Michel Verjux, Elisabetta Benassi, Pedro Cabrita
Reis, Pietro Riparbelli, Simone Berti, Jeppe Hein, Gerwal Rockenshaub,
Jonathan Monk che hanno presentato progetti inediti pensati per lo spazio di
BASE. Prossime mostre: Carsten Nicolai, Armin Linke, Maurizio Mochetti, Diego
Perrone, Nico Dockx, MIchael Snow, Lawrence Wiener...
Inaugurazione: Mercoledì 10 ottobre 2007, dalle ore 18
Base
via San Niccolo' 18R - Firenze
Orario: da martedì a sabato, dalle 17 alle 20
Ingresso libero