La mostra monografica di de Filippis ha l'inquietante titolo "La quiete del Terrifico". Saranno esposte le opere più rappresentative del lavoro dell'artista tra cui una trentina di dipinti e quattro chine su cartoncino ispirate a brani tratti dai "Fiori del male". In questa mostra Valerio de Filippis propone un lavoro pittorico che tende alla riappropriazione dei sensi e della coscienza, del fare arte nell'ottica di un processo educativo.
La quiete del Terrifico
Nella splendide sale di Palazzo Ferrajoli a Roma, in piazza Colonna 355 , sabato 27 ottobre 2001,
alle ore 17.30, il vice sindaco on. Enrico Gasbarra inaugurerà la mostra monografica del
pittore Valerio de Filippis che ha l'inquietante titolo "La quiete del Terrifico".
Saranno esposte le opere più rappresentative del lavoro di Valerio de Filippis tra cui una
trentina di dipinti e quattro chine su cartoncino ispirate a brani tratti dai "Fiori del male"
del grande poeta francese Charles Baudelaire, che risaltano con i loro contrasti.
Possiamo definire "surrealista" la ricerca di Valerio de Filippis, nata negli anni '80 sulla
scia dei grandi maestri, soprattutto Dalì e Magritte, dei quali si intuiscono ancora dei tratti
e ispirazioni.
Il suo lavoro negli anni '90 si evolve successivamente in un "iperrealismo" sintetico e
raffinato dai tagli essenziali di sapore fotografico. Da circa due anni il suo stile ha subito
e continua a subire una lenta trasformazione verso orientamenti astratto-sperimentali lasciando
però imperante, negli elaborati di immagine, la figura e la leggibilità figurativa dei soggetti.
Attraverso operazioni volte alla ricerca di simbologie e metafore, l'autore riesce a comunicare
e a trasmetterci atmosfere leggibili, ma trasognate e trasognanti, grazie al suo personale
linguaggio.
Pittore dalle tematiche ambigue è decisamente passato allo shock, come nell'opera "Sposi" dove
un'evanescente ragazza fa da sfondo alla figura di un boia, o ne "Le armi reciproche" in cui una
seducente silhouette è usata come sagoma per tiratori scelti.
In questa mostra Valerio de Filippis propone un lavoro pittorico che tende alla
riappropriazione dei
sensi e della coscienza, del fare arte nell'ottica di un processo educativo. Le sue opere sono
dense di
pathos e di drammaticità , ma l'artista non passa all'atto così come avviene in alcune
performance contemporanee, bensì invita ad una rielaborazione di quegli aspetti dell'umanità che
turbano profondamente l'anima.
Nell'ambito di una riflessione sui comportamenti umani all'inizio del nuovo millennio,
l'Associazione Culturale AllucinaNazione propone un dibattito sul significato e sul senso
dell'arte.
A presentare l'opera di questo giovane e tormentato artista interverranno Carmen Lasorella
e Gabriele La Porta, noti giornalisti e attenti testimoni dei cambiamenti della società e delle
diverse forme d'espressione, Santa Fizzarotti Selvaggi critico d'arte e curatrice della mostra
nonché del catalogo, Francesco Barresi sociologo e criminologo (La Sapienza) infine Giovanni
Dotoli, professore ordinario di Lingua e Letteratura francese dell'Università di Bari.
La mostra è organizzata dall'associazione culturale AllucinaNazione con il Patrocinio del Comune
di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali che tende sempre ad incentivare e promuovere
iniziative culturali e giovani artisti.
sabato 27 ottobre - martedì 6 novembre 2001
Orario al pubblico:
tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 19.00 orario continuato.
Ingresso libero.
Catalogo in vendita, a cura di Santa Fizzarotti Selvaggi.
Informazioni: Hary Daqua
Studio Art via Palermo 23, Roma
tel. e fax 06 4743279
Ufficio Stampa: Francesca Neerman
tel. 329 6892424 fax 1782282576
e-mail f.neerman@tiscalinet.it
Palazzo Ferrajoli
Roma, piazza Colonna 355