L'artista offre ai passanti due interessanti performance di intervento urbano dal risvolto umano molto umano.
HAPPENING
Pino Boresta e' un artista noto soprattutto ai romani
per le sue continue scorrerie cartellonistiche che lo
vedono impegnato da anni in un intervento di
sovrapposizione sui cartelli stradali e elettorali di
fotocopie autoadesive riproducenti il suo faccione che
fa le smorfie, che invita a affrontare le contrarieta'
della quotidianita' con la leggerezza di chi ha
imparato a ignorare e aggirare i diktat che ci
bombardano da ogni dove.
Egli razzola nella foresta
dei divieti come Robin Hood in quel di Sherwood con la
consapevolezza che viviamo immersi nella societa' di
Hollywood per cui e' necessario fare un po’ di
spettacolo per attirare l’attenzione dei distratti,
degli assuefatti, e qualche volta perfino dei
mentecatti che lo vorrebbero multare.
Melanie Klein
definisce queste operazioni come interferenze
culturali, subvertising, sovversioni dell’ordine del
discorso che e' anche il discorso delle forze
dell’ordine.
Sabato 27 ottobre Pino offre ai passanti
due interessanti performance di intervento urbano dal
risvolto umano molto umano.
Dalle ore 9,30 alle 12,30 si appostera' presso il semaforo situato all’incrocio
tra lungotevere Gianicolense e Ponte Mazzini (giusto
di fronte al carcere di Regina Coeli) e, con l’aiuto
di un lavavetri professionista, detergera'
gratuitamente i parabrezza delle auto ferme al rosso:
A chi lo richiedera' rilascera' un certificato firmato
dell’avvenuta pulizia, l’eventuale ricavato verra'
versato nelle casse dell’extracomunitario vule' vu
lava'.
Infaticabile come sempre, dalle ore 15,30 alle
18,30, nella Galleria Colonna, sita tra via del Corso
e l’omonima piazza stilita, allestira' un panchetto per
la lucidatura della calzatura. Calatosi nei panni
dell’ultimo sciuscia' egli verra' cadiuvato da un
vucumpra' provetto, sotto l’occhio vigile del quale
strofinera' a dovere e con sommo piacere ogni scarpa
che verra' affidata alle sue cure di artista
disinteressato al vile mercato e molto piu' intrigato
dal selciato infangato e dalle nefaste conseguenze che
una approssimativa manutenzione del lastricato produce
sulla tomaia. Le eventuali piccole offerte, anche ‘sta
volta saranno devolute all’assistente shoe shining
man. Va da se' che coloro che si faranno firmare
l’attestato della prestazione avranno ottenuto
un’opera d’arte in carte e ossa.
Donare per Pino
significa restituire utilita' al gesto artistico, vuol
dire innescare un meccanismo di comunicazione diretta
tra il creatore e il fruitore, tra il lustrascarpe e
il camminatore impolverato, tra l’automobilista
incazzato e il tergicristallo immigrato e senza fisso
lavoro, e' un modo per abbattere lo steccato che tiene
prudentemente lontana l’arte dalla strada dove pochi
capirebbero di che cappio si tratta.
Pablo Echaurren