Spazio urbano
Roma
Piazza de' Ricci
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I robo'
dal 15/12/2004 al 12/1/2005
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Segnalato da

Stefano Canto


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Fupete
Stefano Canto



 
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15/12/2004

I robo'

Spazio urbano, Roma

Una piazza piena di robot. Come un'incredibile truppa di soldati della fantasia schierati in rassegna. L'idea e' di un bambino, i costruttori sono due artisti: Fupete e Stefano Canto. Due spazi culturali diventano le botteghe rinascimentali dove il tutto prende forma, sono 47thFloor e l'atelier SCzero2. A Piazza de' Ricci, nel centro di Roma, passa in rassegna il progetto. Tracce fotografiche di Eolo Perfido


comunicato stampa

l’idea è di un bambino
i costruttori sono due artisti residenti a Roma, Fupete e Stefano Canto
il testo è stato curato da Rober "jacklamotta" Rebotti
le fotografie sono curate da Eolo Perfido
audio/video a cura 47thfloor

I robò invadono Roma.

L’idea del progetto è d’un bambino. Due artisti con base a Roma sono i costruttori materiali, uno è Daniele “Fupete” Tabellini e l’altro è Stefano Canto. Due spazi della nuova generazione di luoghi della cultura romani diventano le botteghe rinascimentali dove il tutto prende forma, sono la libreria e spazio espositivo 47thFloor e l’atelier SCzero2. Una bellissima piazza storica nel centro di Roma è il luogo dove passa in rassegna il progetto, è Piazza de’ Ricci, nelle vicinanze di Piazza Farnese.

Questo è il contesto dove, con le armi della fantasia e una gran voglia di giocare, sta prendendo vita un ‘armata’ di robò costruiti colla carta, il cartone, le scatole vuote, la colla, lo scotch, vecchie catene di motoretta, anelli di giganti catene da trattore, tutti residui d’una civiltà che inventa cose fantastiche ma dimentica velocemente i pezzi dei propri giocattoli chiamandoli oggetti e reputandoli meri rifiuti, meri suppellettili. Oggetti con cui i bambini giocano, se possono.

Avete mai smontato un televisore di babbo? Una scarpa di mamma? Noi si. Il nostro amico bambino si. Dar altro contesto è dar vita. Dar altro contesto è dire cose. Questo ci ha insegnato guardare il nostro amico bambino mentre gioca.

Costruiremo un ‘armata’ di robò dalle forme più fantastiche uscite dalla sua mente sognante di bambino. Ne costruiremo così tanti da colorare con colori sgargianti il paesaggio urbano di Roma.

Il nostro amico è un bambino che li rappresenta tutti i bambini: è bellissimo e sa ancora che cos’è il gioco. E’ il bambino che sono tutti i bambini. E’ il bambino che siamo tutti noi, anche se lo dimentichiamo per comodità. E’ un bambino che grida forte in nome dei soggetti che la società dimentica, i bambini, noi stessi, la nostra parte migliore. Noi sognamo, ce l’ha insegnato lui.

In un mondo sempre più spericolato e pieno di ‘uomini in nero’, di sguardi che controllano, di giudizi che irridono, di faccie che non sono faccie, di occhi che non guardano, di mani che non toccano ... il bambino che gioca coi robò è niente, è tutto. E’ sogno e fantasia. E’ voglia di pace e guerra alla guerra. E’ violenza se la violenza è dire le cose come stanno. E’ gioco se giocare è vivere.

Immaginate la scena: una piazza piena di robò. Come un’incredibile truppa di soldati della fantasia schierati in rassegna. Sì, soldati. Sì, della fantasia. Una scena surrale e pazza ma mai più pazza d’un mondo di guerra e distruzione dove i bambini sono possessori di giochi e non giocatori, non sognatori. Dove gli adulti non sanno neppure più cosa sono i bambini, per loro sono oggetti da statistiche, marketing, pietà e cronaca nera. Una scena surreale e pazza può darsi ma mai quanto il caos quotidiano che ci circonda e circonda i nostri figli, i nostri fratelli, il nostro amico; vi siete mai fermati ad osservare la città che scorre davanti a voi, davanti a loro? Noi sì.

Cambiare il mondo? No, questi proclami non ci appartengono. Per noi è solo costruire tetti al contrario e castelli in aria sul tetto di Roma. Per il nostro amico bambino è prendersi spazio in questo di mondo. E’ dire la propria. E’ contare, sì un conto alla rovescia. Per il nostro amico bambino è dire: “ci sono”. E vaffanculo i vostri cannoni e voi uomini neri. Io gioco. Io sto giocando. E continuerò a farlo.

In un mondo che ha dimenticato come si fa a giocare per noi è rivoluzione. Le armi sono la fantasia e l’innocente determinazione. Innocue? Non lo crediamo ma le useremo con parsimonia non abbiate paura.

E’ un’invasione sì questo sì, lo è. Davvero. E ve ne accorgerete. I nostri sogni c’han già detto che non riescono a contenersi in una Piazza. Questo è. E crediamo che l’armata’, i robò, non si fermeranno lì. Non nascono per farsi vedere. Non sono modelli, non sono oggetti. Sono soggetti e attori loro stessi: un enorme vita collettiva generata da un’idea.

La cosa certa è la data di giovedì 16 dicembre, dalle ore 18:30 saranno sogni, sognatori e il nostro amico in Piazza de’ Ricci per dare vita ad una straordinaria performance vivente fatta di luci, colori, proiezioni e giganti.

In questi giorni, dal 9 al 15 dicembre, l’armata prenderà vita dalle mani dei costruttori. Un po’ nell’hangar culturale di SCzero2 in Piazza de’ Ricci 127 dove troverete Stefano al lavoro e un altro po’ presso l’altro hangar 47thFloor in Via Santa Maria Maggiore 127 dove troverete Fupete al lavoro.

Fupete e Stefano, due moderni geppetti? Può essere. Ma quì il difetto dei loro burattini è dire sempre la verità. I pinocchi sono quelli che osservano.

Un’idea di bimbo che genera angoli di irrealtà in una roma a dimensione di adulti senza occhi. Che genera spazi di gioco contro spazi di guerra. Che dona vita a oggetti che diventano soggetti. Che dona dubbi a soggetti che diventano oggetti, uomini in nero. Eleganti e distinti uomini in nero osservano, ma quando mai giocare è elegante? Quando mai. Giocare è sporco, è vitale, è senza regole, è divertente, è il sorriso di bimbo o un fiore in un cannone. Giocare è vivere ve ne accorgerete uomini in nero.

Dal 16 aspettateci inaspettati, probabilmente vi capiteremo davanti noi e la nostra ‘armata’ se siete in giro per Roma. Non vi spaventate sono giocattoli artistici e installazioni performance. Anzi no, spaventatevi, siamo bambini e questa è un’invasione di robò che amano.

Tracce fotografiche dell’invasione le raccoglierà un’altro pazzo, è Eolo Perfido, un fotografo romano.

Noi non attacchiamo la società dei benpensanti, dei maggiorenni, di noi stessi. Noi siamo altro. E altro vuole il nostro amico bambino. Vuole ridere. Vuole ridere.
Questo è.

Un testo a cura di Fupete

dicembre 2004, i robò invadono Roma _
giocattoli per un mondo che non sa più giocare _
è l’idea di un bambino _

FUPETE costruisce robò
dal 9 al 15 Dicembre presso 47thFloor
in Via Santa Maria Maggiore 127

Stefano Canto costruisce esserini
dal 9 al 15 Dicembre presso SCZERO2
in Piazza de’ Ricci 127

i robò confluiscono a Piazza de’ Ricci
il 16 Dicembre sin dal mattino
la sera vernissage

Mostra / evento
dal 21 Dicembre al 12 Gennaio
presso 47thFloor

irobò è una collaborazione tra studio FUPETE, libreria/gallery 47thFloor e atelier SC02

Ufficio Stampa
Marvin Milanese

SCZERO2 _ Piazza de’ Ricci 127 _ 06 68806377
47THFLOOR _ Via Santa Maria Maggiore 127 _ 06 97606052

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