Progetto di riflessione sulla citta' contemporanea e sulle forme di gestione e trasformazione. E' una piattaforma di autogestione che si articola in uffici e dipartimenti deputati agli aspetti educativi, sociali e urbanistici. I questa terza tappa si aggiunge Reading Gramsci di Rainer Ganahl al dipartimento dell'educazione, in quello dell'urbanistica OUT (Office for urban Transformation) di Bert Theis e Luv Car (Trans-Bonanza Platform for Public Events) di Maria Papadimitriou; mentre sul fronte sociale troviamo Fly Democracy di Oliver Ressler e Rivera, Rockfeller, Lenin and I di Ian Tweedy. A cura di Marco scotini.
A cura di Marco Scotini.
COMMON HOUSE arriva alla sua terza tappa arricchendosi dei contributi di
MARIA PAPADIMITRIOU, RAINER GANAHL, OLIVER RESSLER, BERT THEIS e IAN TWEEDY.
COMMON HOUSE #3 ha come obiettivo un ulteriore ampliamento ed una maggiore
definizione di quelli che sono i vari dipartimenti che ruotano attorno alla
gestione della città contemporanea e alle sue forme di trasformazione, nella
convinzione che la città sia divenuta, oggi, uno dei principali problemi
politico-sociali. Gli effetti della globalizzazione rimandano non più allo
Stato ma alla città come luogo strategico delle dinamiche economiche, delle
migrazioni, dei cambiamenti etnico culturali e delle rivendicazioni della
società civile.
L'idea di una piattaforma di autogestione si articola così
in uffici e dipartimenti deputati agli aspetti educativi, sociali e
urbanistici per un governo della città a venire, realizzati durante una
serie di workshop con artisti internazionali e abitanti della città di Pisa,
attivando, di volta in volta, una serie di collaborazioni oppure grazie
all¹intervento diretto dell¹opera di artisti invitati. COMMON HOUSE è stato
pensato come una sorta di "merzbau", cioè uno "spazio in formazione" in
continua evoluzione.
Nel dipartimento dell¹educazione si aggiunge Reading
Gramsci di RAINER GANAHL, in quello dell¹urbanistica OUT (Office for urban
Transformation) di BERT THEIS e Luv Car (Trans-Bonanza Platform for Public
Events) di MARIA PAPADIMITRIOU; mentre sul fronte sociale troviamo Fly
Democracy di OLIVER RESSLER e Rivera, Rockfeller, Lenin and I di IAN
TWEEDY.
Nel corso di tutto il 2006 e 2007 la Fondazione Teseco per l'Arte e il
Gruppo Teseco, avvalendosi della collaborazione di enti pubblici e altre
istituzioni, hanno dato vita a questo progetto di riflessione sulla città
contemporanea dal titolo ŒCITIES FROM BELOW.
Il progetto è partito nel novembre 2006 con gli workshop del collettivo
turco Oda Projesi, tenutosi con i bambini delle scuole elementari e quello
dell¹artista russo Dmitry Vilensky rappresentante del gruppo Chto
Delat?/What is to be done? che è andato a coinvolgere giovani creativi e
gruppi dell¹associazionismo in un Activist Club. Un workshop legato al ruolo
dell¹educazione il primo, e inserito in un tessuto sociale fatto di cronaca
e società civile il secondo.
Il risultato di tali ricerche è stato
presentato, sempre in novembre, nell'area COMMON HOUSE all¹interno degli
spazi dello stabilimento Teseco, dove, nel marzo di quest¹anno, si sono
inserite le Derive Urbane di Flying City, i quali hanno attivato un¹analisi
critica della attuale pianificazione della città contribuendo alla creazione
di un dipartimento di urbanistica, ancora una volta attraverso il mezzo
workshop, che in quest¹occasione ha visto collaborare studenti di
architettura e ingegneria con allievi di accademie di belle arti.
Per la
sezione dedicata all¹educazione è stato invece inserito il lavoro Cubitus I
56100 di Luca Frei: un'installazione composta da trenta elementi cubiformi
in legno che riproduce la Bibliotèque des Enfants del Centre Pompidou; una
reale libreria che si fa luogo di sperimentazione "non condizionata"
diventando un vero e proprio "spazio di pensiero".
Nel mese di dicembre 2006 sono state inoltre attivate una serie di
proiezioni video filmiche dal titolo Empowerment Program, con l¹intento di
approfondire le tematiche e le problematiche delle realtà urbane
contemporanee, cercando di analizzare le nuove forme di auto-organizzazione
e di autogestione di quartieri su scala globale.
Contestualmente all'apertura di Cities from Below verrà presentata TxA,
newsletter della Fondazione Teseco per l'Arte
NOTE SUGLI ARTISTI
Maria Papadimitriou (Atene, 1957; vive tra Volos e Atene)
Fin dai suoi primi lavori è stata attratta da "Avliza", un¹area abbandonata
nella parte ovest di Atene divenuta con gli anni un insediamento
improvvisato di una comunità nomade di valacchi rumeni. Maria Papadimitriou,
interessata alle dinamiche di mobilità dell¹area, ne realizza una sorta di
mappa emozionale, definibile prendendo in prestito le parole di Hélio
Oiticica una "appropriazione ambientale". Così dal 1999 Papadimitriou,
riflettendo sulla natura del nomadismo, fa di Avliza un progetto collettivo
con il titolo di Tama, Temporary Autonomous Museum for All (la parola ³Tama²
in greco significa offerta religiosa). Una riserva di condizioni insediative
mobili e, allo stesso tempo, un progetto collaborativo e aperto a cui
partecipano artisti, architetti, antropologi, filmmakers, sociologi assieme
alla comunità rom. Senza sovvertimenti dello stile di vita originario
dell'insediamento si cerca di mettere in cantiere una serie di servizi
sociali per i popoli itineranti. Nascono quindi campioni di una città in
transizione come il progetto di casa per i custodi del Museo, oppure Luv
Car (Trans-Bonanza Platform for Public Events), un furgone capace di
trasformarsi in un palco per concerti dal vivo e in grado di creare spazi
pubblici "qui e ora".
Rainer Ganahl (Bludenz, Austria, 1966; vive a New York)
Focalizza la sua attenzione sulle lingue straniere, nelle quali vede una
realtà complessa strettamente connessa con l'identità sociale, etnica e
geografica, così come con il pensiero e con la memoria. I suoi
video-ritratti e le sue interviste-video documentano e esplorano la
complessità di alcune situazioni sociali in cui l'approccio artistico di
Rainer Ganahl è volto verso la comprensione di ogni lingua umana, vedendo
nel poliglottismo la base di una vera condizione di coabitazione. Si
interessa inoltre al pensiero di Gramsci come intellettuale ³organico²
non facente parte delle strutture istituzionali della cultura ufficiale
che vede un forte potenziale per un radicale cambiamento politico e
culturale nelle zone geografiche più depresse economicamente. Anche da
questo spunto parte il lavoro Reading Gramsci, legato ad un seminario di
lettura dell¹opera di Antonio Gramsci, svoltosi in Italia nel 2002.
Oliver Ressler (Knittelfeld, Austria, 1970; vive a Vienna)
Fa parte di quella nuova generazione di artisti che opera all'interno della
-zona grigia- tra arte e politica, sviluppando progetti su vari temi sociali
attraverso l'uso di differenti media. Ma cio' che piu' di altro
contraddistingue il suo lavoro e lo pone ad un livello di notorieta'
internazionale e' il ruolo di policy activist che Ressler intende rivestire
mediante inchieste sociali e documentari, mediante la produzione di slogan e
campagne di comunicazione messe al servizio delle molteplici esperienze di
agitazione politica e di conflittualita' sociale, mediante infine
conferenze, pubblicazioni, campagne di contro-informazione ed esposizioni
che raccolgono i risultati delle sue indagini. L'installazione Fly Democracy
rappresenta una riproposizione della pioggia di volantini che gli aerei
americani gettano sui territori di guerra per comunicare direttamente con la
popolazione - lanciando messaggi politici, di sicurezza e di avvisi generici
e che qui trasferiscono simbolicamente il loro target al territorio degli
Stati Uniti.
Bert Theis (Lussemburgo, 1952; vive tra Milano e Lussemburgo)
Appartiene a quella generazione di artisti che, emersi all'inizio degli anni
'90, cercano di calare le loro strategie operative nello spazio pubblico,
ancorandole a contesti sociali e modalita' relazionali, non rinunciando
pero' alla categoria dell'opera d'arte in quanto tale. Il presupposto di una
societa' dell'accelerazione e della sovraccumulazione fa da sfondo comune
alle opere di Bert Theis che cercano di porsi al suo interno come aree
interstiziali, zone di sosta o piattaforme per il relax, capaci di coagulare
temporaneamente piccole comunita' di persone con esplicito riferimento alle
isole felici, all'utopia delle terre ferme, all'esotico, alle vegetazioni
tropicali.
OUT (Office for urban Transformation) è soprattutto un metodo di lavoro per
sviluppare un nuovo tipo di urbanistica. Gli strumenti di questa urbanistica
"unitaria" non sono quelli ortodossi dell¹urbanistica tradizionale al potere
nelle amministrazioni comunali. L'ufficio OUT lavora per capire la città,
scoprire i suoi difetti e le sue qualità con strumenti finora sottovalutati:
la sensibilità artistica di molti professionisti (architetti, filosofi,
fotografi, designer, avvocati, musicisti e altri) combinata con l'esperienza
urbana quotidiana e l'intuizione degli abitanti della città.
Ian Tweedy (Hahn, Germania, 1982; vive a Milano)
Tra la pittura delirante di Neo Rauch e l'inventario fotografico bianco/nero
di Hans Peter Feldman, il repertorio di immagini con cui Ian Tweedy lavora
appartiene ad un passato recente ma di cui sembrano perduti definitivamente
coordinate e contesto. Graffitista e street artist all'inizio, accumulava
immagini per le vie di Francoforte, Wiesbaden, Amburgo e Dusseldorf.
Il suo
territorio d'adozione, dopo l'America, era allora quello tedesco e la sua
firma era quella di Dephect con cui e' finito in Graffiti World - il
bestseller Thames and Hudson. Ora Ian Tweedy interviene su mappe geografiche
della guerra fredda, sulle copertine di vecchi libri, su documenti del
passato. Purche' ogni centimetro quadrato di superficie sia la memoria di
qualcosa, abbia una storia. Ma, come prima, Tweedy continua a lavorare sulle
strade delle citta' e sugli spazi pubblici. Come una sorta di hacker della
storia, Ian Tweedy si inventa ogni volta una propria -macchina del tempo",
un crossover di spazi e tempi, una serie di associazioni cut-up di geografie
e identita'. Come molti artisti contemporanei - da Narkevicius a Baladran -
la grande quantita' di materiale fotografico che Tweedy ha raccolto negli
ultimi anni e' la base dei suoi progetti pittorici e muralisti. Qui presenta
il lavoro Rivera, Rockfeller, Lenin and I.
Ufficio stampa Silvia Pichini:
silviapichini@ngi.it - tel. 347 45 36 136
Opening sabato 17 novembre 2007 dalle ore 17.30
Fino al 19 dicembre, visite su appuntamento 050 98 75 11
Laboratorio per l'Arte Contemporanea
Stabilimento Teseco
Via Carlo Ludovico Ragghianti 12, Ospedaletto, Pisa
Ingresso libero