(Empatismo) dipinti e sculture. L'artista Andros scrive: 'Ho provato a 'sentire' il dissenso e il disagio dell’umanità intera, cercando di capire quali fossero i pilastri di questo malessere. Ci ho provato con la mia Arte, che io chiamo 'Empatismo', proprio in virtù di questo scavare in se stessi alla ricerca di quanto di umano c’è in ognuno di noi.'
(Empatismo) dipinti e sculture
Sin dai primi graffiti su pietra l’Arte
s’interroga sul senso della vita e sugli astrusi
motivi del nostro esserci. Si può quasi
affermare che sia il suo campo d’indagine
privilegiato, l’humus che fa germogliare le
opere più ispirate ed emotivamente più
coinvolgenti. Fortunatamente nessun artista è
mai riuscito a rivelare il segreto, così
anch’io, nonostante i millenni di Arte che mi
precedono, posso arrovellarmi sui temi tanto
amati da chi fa dell’approfondimento emotivo e
dell’ipersensibilità il fulcro della propria
ricerca.
Non amo i proclami e trovo le verità assolute
dannatamente noiose, oltre che pericolose, ho
evitato quindi di cadere nella trappola
dell’Arte profetica. Con questa mostra non
intendo proporre un risultato, ma solo fornire
alcuni addendi perché ognuno possa tirare le
proprie somme; aggiungendo quello che manca, o
togliendo quel che è di troppo, in base al
proprio vissuto ed alla propria sensibilità .
Con le lenti distorte dell’artista, ho filtrato
quelli che sentivo come punti salienti della
nostra esperienza su questo pianeta, quella che
banalmente chiamiamo vita, e l’ho fatto
indugiando sui suoi dissensi, i suoi stridii, le
sue incongruenze e le sue incoerenze; che se
rendono ancor più difficile vederne il senso, di
contro rappresentano il sale del concetto, così
impalpabile eppure universalmente accettato,
di 'esistenza'.
Ho provato a 'sentire' il dissenso e il disagio
dell’umanità intera, cercando di capire quali
fossero i pilastri di questo malessere. Ci ho
provato con la mia Arte, che io
chiamo 'Empatismo', proprio in virtù di questo
scavare in se stessi alla ricerca di quanto di
umano c’è in ognuno di noi; tirando fuori il
profumo e il fetore che l’umanità intera
condivide ostinandosi a non volersene rendere
conto.
Come in quasi tutte le mie opere, è
principalmente la donna a dare corpo al 'Dis-
senso Della Vita'. La donna è il mio 'simile-
opposto', ed io ne sono irrefrenabilmente
attratto; attraverso tutta la curiosità ,
l’amore, l’odio, la speranza, la disillusione,
l’eccitazione, il sentimento, la rabbia e la
tenerezza in grado di scatenare dentro me, lei
mi guida in questo percorso accidentato,
accarezzandomi con morbide intuizioni e
ferendomi con atroci verità .
La donna è vita, la donna è morte; l’esistenza
stessa è donna: cos’altro potrei fare se non
esplorarne l’essenza nel tentativo di svelare il
mistero?
L’uso del nero come base di partenza sia per le
sculture sia per i dipinti, ha un ruolo
fondamentale nei significati di questa mostra e,
in modo più esteso, in tutta la mia produzione
artistica. Il nero, che per Leonardo da Vinci
era 'negazione del colore stesso', per
Goethe 'il rappresentante dell’oscurità ', per
Rudolf Steiner 'l’immagine spirituale di ciò che
è morto' e che sprofondava in una terribile
angoscia Wassily Kandinskij, viene quindi spesso
associato con la negazione, la rinuncia, con
l’ultimo invalicabile confine, in una parola,
con la morte; eppure nulla come la morte parla
di vita, ponendovi fine per avere nuovi inizi.
Per me il nero è morte ma anche nascita, abisso
e mistero, astrazione e riflessione, ma prima di
tutto è introspezione, solitudine creativa,
silenzio eloquente; una scelta estrema come
estreme ed eccessive possono apparire alcune
opere di questa mostra, ma, in fondo, cosa c’è
di 'più estremo' della vita?
Andros
Inaugurazione: Venerdì 16 Novembre 2001
Ingresso Gratuito
Spazio Santabarbara
Via Principe Eugenio, 30 - Milano